Punto di rottura

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LYS

Era passata quasi una settimana da quando avevo scoperto quelle cose, la mia mente era un macello, cercavo di trovare una soluzione a quello che avevo visto ma non era semplice. Nei libri di mia madre non c'era assolutamente nulla che potesse darmi una mano con quella cosa. Che poi, cos'ero io di preciso? Se il mio potere da evocatrice non era "mio", il saper fare altro, come diavolo mi classificava? Sospirai guardando la stanza, non sembrava esserci via d'uscita a quello che mi ronzava in mente. Mia madre doveva sapere per forza quello che ero. Ma perché decidere di tenere all'oscuro quella parte di me invece di aiutarmi a controllarla. Il silenzio nella mia stanza mi ronza nelle orecchie, sono seduta sulla poltrona a guardare fuori da non so quanto tempo. Secondo Ade non ero pericolosa. Ah no? Mi spaventava a morte l'idea di poter fare del male a qualcuno accidentalmente, quello che mi avevano mostrato i ricordi che avevo perso mi faceva chiudere lo stomaco, e il fatto che non riuscissi a venirne a capo mi stava dando parecchi problemi. La mia testa era un turbinio di voci, di domande che il più delle volte avevano solo una risposta. Ero un mostro. Ero pericolosa. Come facevano a starmi accanto senza avere paura di me? Io stessa avevo paura di me, di quello che potevo fare.

Domande incessanti si accavallavano nella mia mente mentre il giorno volgeva al termine e la notte incombeva sul regno. Non ero più stata da Ecate, l'avevo semplicemente evitata, evitavo di andare a casa sua, mi rintanavo in biblioteca o in camera per evitare di dover parlare di quello che avevo in testa.

Mi trascinai lenta verso il letto, lasciandomi cadere in modo disordinato. Guardando il soffitto rividi nei miei ricordi il viso di mia madre.

Perché me lo aveva tenuto nascosto? Aveva paura che non sarei riuscita a gestirlo? Avevano mai avuto paura di quello che sapevo fare?

Il sonno mi portò via mentre cercavo di calmarmi e capire perché i miei genitori mi avessero tenuto nascosto quello che ero.

-Stavo camminando nella foresta, mia madre era a pochi passi da me. Respirai il profumo dei fiori appena sbocciati. Sapevo che era possibile che gli Antenati ci dessero la possibilità di vedere i nostri cari mentre dormivamo. Ma non sapevo se fosse possibile visto che il rito non era ancora stato fatto.

"Mamma, posso chiederti una cosa?"

Mia madre si volta sorridendomi e io sento una stretta al cuore. Mi manca, ma se questo è l'unico modo per rivederla me lo farò andare bene.

"Certo tesoro dimmi." La sua voce risuona nella foresta dove si sentono gli animali che zampettano tranquilli.

"Tu sapevi di cosa ero capace?" Chiesi temendo la risposta.

Lei si bloccò. Il sorriso si spense sul suo viso, e io capii che quello che pensavo probabilmente era vero.

"Si. Io e tuo padre ne eravamo a conoscenza. Abbiamo preferito cancellare quella parte di te."

Aggrotto le sopracciglia. "Perché?" Il cuore mi schizza in gola. Non voglio sentire quello che ha da dirmi. Perché potrebbe essere frutto della mia mente e io...

Il suo sguardo si sposta sulla foresta attorno a noi per qualche secondo, quando torna a posarsi su di me è freddo, distante. Non sembra nemmeno mia madre.

Istintivamente faccio un passo indietro.

"E me lo chiedi anche?" Scoppia a ridere e mi viene la pelle d'oca. Quella non era mia madre, non era la donna che mi aveva cresciuta, la donna che mi aveva raccomandato di proteggermi e di scappare se le fosse capitato qualcosa.

"Perché sei pericolosa. Sei un mostro che dovevamo fermare, prima che porti tutti a fondo con te."

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, scuoto la testa indietreggiando. "Non è vero. Questa non sei tu, io.."

La Musa di AdeWhere stories live. Discover now