Take me home

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LYS


La decisione più orribile che io abbia mai preso. Lasciare il mio posto accanto a lui era stato l'equivalente di perdere una parte di me.
Potevo sentirlo, sapevo che era preoccupato. Preoccupato a morte.
Per gli Dei, che cosa strana. Asura mi aveva spiegato che avendo preso ormai il posto accanto al re eravamo collegati al regno. In parole povere io potevo avvertire il suo stato d'animo, al limite della mia coscienza era come una sensazione. Sapevo che era preoccupato, sapevo che era vivo. Ma non avevo nessuna certezza fondata.
<<Mia Regina, siete sicura che non volete tornare a casa?>> Asura me lo aveva chiesto più volte durante la settimana che avevamo passato fuori dal regno.
Avevamo cacciato e mangiato quello che trovavamo. Avevamo abbattuto quasi una ventina di Rinnegati che erano di pattuglia per i boschi. Ma sapevo che eravamo vicine. Me lo sentivo.
<<Finiamo questa storia Asura. E poi andiamo a casa.>> Mormoro nascondendomi dietro un masso.
Davanti a noi un tempio. Di quelli che una volta usavamo noi Evocatrici per evocare gli Dei. E' in rovina. Ci sono colonne a terra, è in uno stato pietoso, ma ciò non impedisce ai Rinnegati di entrare e uscire come vogliono.
Pattugliano la zona. Troppi per essere solo una coincidenza.
<<Credete che sia qui?>> Asura sussurra accanto a me.
Annuisco in silenzio. <<Credo di si. Ci sono troppi soldati.>>
Il mio guardiano alza lo sguardo sul cielo. <<Accampiamoci per la notte. Domani all'alba metteremo un punto a tutto questo.>>
La seguo in silenzio, trova una grotta e ci rintaniamo nell'oscurità.
La sento respirare piano, come se cercasse di mantenere la calma.
<<Stai bene?>> Mormoro cercando di vederla nonostante il buio.
Il suo sospiro risuona nella grotta. <<Si Mia Regina. Sono solo preoccupata per voi.>>
<<Per me?>>
Qualcosa si muove nell'oscurità e poco dopo la sua figura è accanto a me. <<Ho paura di non riuscire a proteggervi. Il Re mi taglierà la testa se vi succedesse qualcosa. Ed io glielo farei fare. Non posso perdervi.>>
Afferro la sua mano. Sento gli artigli ritirarsi per non ferirmi.
<<Tu sei stata molto importante per me Asura. Senza te accanto..>> Scuoto la testa. <<Non lo so. Non so dove sarei finita dopo quello che mi è stato fatto. Ma tu, con la tua personalità mi hai aiutata a restare me stessa. E il tuo compito domani non sarà proteggermi. Sarà aiutarmi a sterminare ogni singolo rinnegato che si trova in quel posto. Per evitare che altre subiscano quello che ho passato io. Non preoccuparti per me, so difendermi abbastanza bene. Aiutami semplicemente a far finire tutto.>>
La presa della sua mano si stringe attorno alla mia. <<Farò il possibile Mia Regina.>>
Poso la testa sulla sua spalla e un sospiro mi scuote. In quei momenti di pace, non potevo fare a meno di pensare che...mi mancava. Non potevo farci assolutamente nulla.
<<Vi manca Maestà?>>

<<Più di quanto immagini.>> Sussurro cercando di non cedere alla malinconia. In quel momento Asura mi abbraccia, il suo braccio si sposta sulla mia schiena e mi attira contro di lei.
 <<Lo rivedrete presto. E tutto tornerà alla normalità.>>
Rifletto per un po' sulle sue parole. So che tutto potrebbe degenerare in un minuto.
<<Asura..>>
<<Ditemi.>> Mormora nel silenzio della grotta.
<<Riportami a casa. Qualsiasi cosa succeda domani, alla fine, in qualsiasi condizione io sia. Tu, riportami semplicemente a casa.>>
Sento il suo braccio stringersi appena attorno a me. <<Ve lo prometto Mia Regina. Tornerete a casa.>>
La notte passa relativamente tranquilla. So che Asura ha dormito poco, è rimasta a controllare la situazione per permettermi di riposare qualche ora. L'alba colora il cielo di varie sfumature di arancione mentre io mi sistemo le armi nell'aria fresca della mattina.
<<Siete pronta?>> La voce di Asura mi arriva alle spalle, silenziosa come è sempre stata.
Prendo un respiro.
Posso farcela.
Devo farcela, non ho altre opzioni. Siamo alla resa dei conti.
Ci avviciniamo in silenzio posizionandoci dietro i primi Rinnegati che sono di pattuglia. Tiro fuori uno dei pugnali gemelli e Asura sfodera gli artigli. Un movimento preciso e veloce, una frazione di secondo e i soldati sono a terra con la gola squarciata. Li sento rantolare, un brivido mi corre giù per la schiena ma non posso fermarmi a pensarci. Me ne occuperò dopo. Svuoto la mente, tiro fuori Caos e tutto si fa caotico. In pochissimo tempo siamo circondate da Rinnegati che cercano di ucciderci. Asura infila letteralmente la mano nel petto di uno di loro strappandogli il cuore. Il breve luccichio che intravedo nei suoi occhi mi dice che, nonostante tutto, lei si sta divertendo. Alzo la spada appena in tempo per parare un colpo da uno dei loro. Miseria se è grosso. Sarà alto il doppio di me. Sferra colpi che fatico a parare, è più forte e la mia statura non mi permette di sferrare attacchi che possano metterlo in difficoltà. Quando la spada mi vola letteralmente dalle mani sfilo uno dei pugnali e glielo pianto in una gamba. Lui grugnisce qualcosa e si inginocchia. Non ho tempo. Afferro il gemello e gli taglio la gola. Il sangue mi schizza sui vestiti, ne ho le mani ricoperte e che gli dei mi aiutino, non siamo nemmeno vicino all'entrata. Asura ansima accanto a me, ha il respiro veloce ed è coperta di sangue.
<<State bene?>> Mi chiede, ma non faccio in tempo a risponderle.
Una freccia mi si pianta nella spalla facendomi urlare. Vedo Asura sgranare gli occhi e letteralmente un secondo dopo un'altra freccia mi si conficca nel fianco.
Respira. Non andare nel panico.
Cado in ginocchio mentre il mio guardiano si lancia in avanti. Arriva dal Rinnegato in poco più di due secondi e con un rapido movimento gli rompe il collo. Si volta verso di me e si avvicina correndo.
<<Per gli Inferi! Fate vedere! Togliete le mani.>> Sbotta agitata come non l'ho mai vista.
Ne stanno arrivando altri. Non abbiamo tempo.
<<Sfilale e basta. Ne arrivano altri.>> Mormoro.
Il dolore che mi si propaga lungo il corpo mi fa urlare. Gli uccelli volano via dagli alberi e mentre afferro la spada a terra mi rimetto in piedi, pronta a combattere. Pronta a tutto pur di far finire tutto questo. Le ferite non si rimarginano, e questo mi fa pensare che sono riusciti a creare delle armi efficienti. Con un colpo trapasso il Rinnegato che ho davanti e vedo Asura avvicinarsi falciando chiunque si metta sulla sua strada.
<<Perché sanguinate ancora?>> Mi chiede osservandomi.
<<Hanno trovato un modo.>> Rispondo semplicemente tornando a farmi largo per arrivare al tempio.
Sento la sua imprecazione risuonare nella radura e poi rimbalzare fra le pareti del tempio davanti a me.
Sono stanca. Una piccola distrazione mi costa cara.
La vista mi si appanna per qualche secondo, poi un dolore fuori dal comune mi si propaga lungo il corpo. Asura urla e io abbasso lo sguardo. Non lo avevo sentito arrivare.
Una spada mi trapassa un fianco. Fa male. Fa maledettamente male.
Con un ringhio il mio guardiano si avventa sul soldato e gli squarcia la gola.
<<Maestà?>> La sua voce trema mentre io cado in ginocchio.
<<Sto..bene.>> Un rantolo mi esce dalle labbra e Asura mi afferra per le spalle. Stringo i denti. Non posso fermarmi. Non adesso che sono arrivata.
<<Toglila.>> Sussurro. <<Devo..finire.>>
Asura sgrana gli occhi, come se pensasse di dirmi di tornare a casa, ma poi annuisce. Non riesco nemmeno ad urlare, tossisco e sputo sangue che si riversa sulle scale del tempio. Mi alzo. Costringo le gambe a muoversi. Afferro i pugnali dalle loro fodere.
Asura ha gli occhi lucidi. <<Proteggerò l'entrata. Nessuno entrerà finché sarò viva.>>
Annuisco e mi addentro.
Ci sono fiaccole accese lungo le pareti. Il mio sguardo vaga in giro e mi rendo conto di quanto dovesse essere maestoso e bello quando era ancora utilizzato. Il medico sbuca dal fondo del tempio.
<<Sei venuta.>> Mormora avvicinandosi.
<<Tu non uscirai vivo da qui.>> La mia voce risuona fra le pareti, e solo allora mi rendo conto che il mio dono, quello che mi aveva spaventata a morte, sembra essere dormiente.
La sua risata mi fa venire i brividi.
<<Te ne sei accorta eh? Merito delle armi che abbiamo progettato da quando sei stata con noi. Dovevo trovare un modo per limitare quello che potevi fare.>>
Stringo la presa sui pugnali che mi aveva regalato Ares.
<<Non mi serve. Ti ammazzerò con le mie mani.>> Ringhio lanciandomi contro di lui.
Era una questione personale.
Mi aveva torturata, mi aveva sentita chiedere di smetterla e aveva continuato a farlo.
Sarebbe morto qui.
E sarei stata io ad ucciderlo.
Lui schiva i primi colpi, dimostrandosi molto più atletico di quello che immaginavo. I miei pugnali possono fare poco quando sfila una spada dalla fodera sulla schiena. Lo guardo e prendo un respiro. Posso farcela ugualmente.
<<Lys!>> La voce di Asura risuona nel Tempio e vedo Caos scivolare verso di me.
Mi aveva chiamata Lys. Sorrido appena e mi lancio a recuperare la spada. Scivolo sul pavimento e mi volto appena in tempo per bloccare uno dei suoi attacchi. Con un calcio ben assestato alle ginocchia lo costringo ad indietreggiare per poter alzarmi. La ferita sul fianco non ha smesso di sanguinare, e inizio ad essere stanca. Non ci risparmiamo, il rumore delle lame che si scontrano fa da sottofondo alla nostra danza della morte. Quando con un colpo riesco a fargli volare via dalle mani la spada, so che non ho molto tempo. Forse, nonostante tutto, sarei tornata a casa e avrei rivisto Ade. Un pensiero fugace, poi torno in me e mentre con una mano lo tengo per una spalla, con l'altra lo trapasso fino all'elsa.
Lui sgrana gli occhi, io osservo ogni sua minima variazione sul suo viso.
Voglio vedere la vita che scivola via dal suo corpo.
<<Finisce tutto con te.>> Sussurro.
Un attimo.
Un singolo momento in cui mi permetto di abbassare la guardia.
In fondo è praticamente morto, e tutto va a rotoli.
<<E tu verrai con me.>> Mormora sfilando un pugnale da dietro la schiena.
Non faccio in tempo a fare nulla. Sono troppo vicina e lui è veloce. Il pugnale mi si pianta al centro del petto con una precisione millimetrica.
Sgrano gli occhi e lo lascio andare.
Lui si accascia mentre tutto il mio mondo sembra andare a rallentatore. Mi volto verso l'entrata. <<A-asu-ra.>> Sussurro mentre cerco di fare un passo avanti.
Quasi come se mi avesse sentito, il guardiano entra nel tempio di corsa. Si blocca quando mi vede.
<<Lys.>> Mormora mentre gli occhi tornano rossi, com'erano sempre quando era con me.
Cado in ginocchio e lei mi raggiunge di corsa, si inginocchia davanti a me.
<<Vi tengo. Vi tengo io.>> Le sue braccia si stringono attorno a me mentre mi accompagna a terra.
La sento tremare appena quando mi scosta i capelli dal viso.
<<Restate sveglia. Mi avete sentito? Restate..>> I suoi occhi si riempiono di lacrime.
Afferro la sua mano. <<Va...tutto be...ne.>>
Lei scuote violentemente la testa. <<No che non va bene!>> Urla mentre le lacrime le rigano le guance.
Porto la sua mano sul pugnale. <<To..glilo.>>
<<Non posso. Vi prego restate sveglia. Vi porto a casa.>> Singhiozza.
Vedere l'infernale in quelle condizione mi fece stringere il cuore. Asura era una degli essere più potenti che dimoravano negli Inferi, e vederla piangere per me mi faceva sentire in colpa.
Un rantolo interrompe quello che voglio dirle.
Sono stanca, voglio solo chiudere gli occhi e lasciarmi andare ma non posso. Non ancora. <<Fallo.>> Sussurro mentre inizio a sentire il corpo più leggero.
Asura mi stringe a sé. <<Mi dispiace. Mi dispiace avrei dovuto proteggervi.>>
Alzo la mano per toccarle il viso. <<Non è...colpa tua. Sei..>> Cerco di costringermi a resistere ancora. <<Stata importante...per me.>>
Il mio guardiano afferra il pugnale e con le lacrime che le rigano il viso lo sfila.
Un sussulto mi scuote seguito da un rantolo.
<<Digli...che..>> Non riesco a continuare. Sono stanca e il dolore offusca qualsiasi cosa io voglia dirle.
Lei annuisce. <<Lo farò. Lo farò non preoccupatevi.>>
Qualche lacrima mi riga il viso e Asura prontamente le raccoglie.
<<Sono qui con voi. Non siete sola Mia Regina. Non vado via.>> Mormora posando la fronte contro la mia. Sento il suo respiro caldo mentre le sue lacrime si mischiano con le mie. <<Portami...a casa.>> Sussurro.
Asura mi posa un bacio sulla fronte. <<Torniamo a casa Mia Regina.>>
I suoi occhi rossi pieni di lacrime sono l'ultima cosa che vedo. Poi il buio. 

La Musa di AdeWhere stories live. Discover now