Rivelazioni

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Lys

Ero chiusa in camera da quelle che a me sembravano ore, Asura continuava a camminare davanti la finestra e a lanciare occhiate alla porta chiusa. Era nervosa ed ogni volta che le chiedevo spiegazioni si limitava a dirmi che le cose si sarebbero sistemate e che Ade mi avrebbe spiegato tutto.
<<Dannazione Asura! Siamo rinchiuse qui dentro da una vita! Vuoi dirmi che diavolo sta succedendo?!>>
L'Infernale sospira. <<Non dovete preoccuparvi, sono sicura che il Re..>>
Un tuono fa tremare i vetri delle finestre e interrompe quello che Asura stava dicendo.
Il mio sguardo si sposta sul regno, il cielo rosso lampeggia in modo strano, non credevo di averlo mai visto fare così.
<<Sei sicura che sia normale?>> Chiedo continuando a guardare il cielo.
Sento i suoi passi avvicinarsi, la sua presenza è inquieta.
<<Non lo so. Ma non dovete preoccuparvi, siamo al sicuro, le guardie faranno il loro lavoro ed io non permetterò a niente di farvi del male.>>
<<Asura.>> La guardo mentre se ne sta accanto a me con lo sguardo sulla porta. <<Ti ricordo che so benissimo difendermi da sola.>>
L'espressione contrariata di Asura mi diceva che probabilmente non mi avrebbe permesso di impugnare un arma finché lei fosse stata nei paraggi.
Alzai gli occhi al cielo. <<Si va bene, come vuoi tu.>> Borbottai tornando a posare lo sguardo sul regno.
Qualcosa continuava a turbarmi, c'era qualcosa che non mi faceva stare tranquilla.
Il tempo passava e il mio potere si agitava come un animale in gabbia, e mi rendeva nervosa.
<<Perché non vi sedete? Rilassatevi.>>
La voce di Asura interruppe i miei pensieri.
Mi lasciai cadere sul letto passandomi le mani sul viso. <<Qualcosa non va.>>
L'Infernale si inginocchiò davanti a me e mi prese le mani, che avevano iniziato a tremarmi.
<<Non c'è niente che non va. So che siete preoccupata per lui.>> 
Il tempo sembra dilatarsi mentre io cerco di respirare a tempo con il battito del mio cuore.
Intorno a me c'è silenzio, tranne che per i passi di Asura per la stanza. E so che anche lei è arrivata alla conclusione che qualsiasi cosa sia successa, è passato troppo tempo.
Ad un tratto Asura si blocca, i suoi occhi diventano neri e fa un passo avanti verso la porta.
<<Asura cosa..>>
La porta si spalanca e l'Infernale si frappone fra me e chiunque sia entrato.
Asura sembra essere diventata di pietra. <<Che ci fate voi..>>
<<Lys! Devi..>>
Ecate? Che diavolo ci faceva Ecate qui?
Aggiro Asura che sposta lo sguardo da me alla dea della stregoneria che sembra scossa, continua a passarsi le mani sulla tunica scura.
<<Ecate cosa è successo?>> Chiedo iniziando ad agitarmi.
Non l'avevo mai vista in quello stato.
<<Devi venire immediatamente.>> Mi allunga la mano per far si che io l'afferri.
Ma Asura allunga un braccio per fermarmi.
<<No. Non posso permetterle di lasciare la stanza. Il Re è stato chiaro a riguardo.>>
Ecate sgrana gli occhi. <<No! Tu non capisci! Maledizione non ho tempo per farti ragionare Asura!>>
Ma il mio guardiano è tutto tranne che accondiscendente.
Scuote la testa. <<Datemi una ragione valida lady Ecate. Qualcosa che valga l'ira che il Re riverserà su di me quando scoprirà che l'evocatrice non è rimasta in stanza come lui mi aveva ordinato. >>
Ecate scuote la testa e per la prima volta da quando è entrata nella stanza noto le chiazze scure sul suo vestito.
<<Ecate sei...stai bene?>> Chiedo guardandola meglio.
Lei si guarda il vestito e quando i suoi occhi si posano sul mio viso sono sicura che qualcosa è andato terribilmente storto.
<<Asura devi permetterle di lasciare la stanza, non mi importa se vieni anche tu, ma ho bisogno che Lys mi dia una mano.>>
L'Infernale sospira. <<Cazzo non essere così criptica! Dimmi che diavolo sta succedendo e io valuterò se sia sicuro lasciarla uscire!>>
<<Ade è rimasto ferito!>> Urla Ecate.
Silenzio.
Il cuore che mi batte nelle orecchie è l'unico suono che sento.
Ecate fa un passo avanti. <<Lys devi darmi una mano, il tuo potere è..>> Si guarda intorno e si passa una mano sul viso, come se non sapesse come dirmelo.
<<Cosa?>> Chiedo.
Lei scuote la testa. <<Te lo dirà lui quando starà meglio. Non sono io a doverti informare di questo.>>
<<Ecate per gli dei parla! Il mio potere è cosa?>>
Sono agitata. Il mio dono mi ronza nelle orecchie in modo potente e sembra quasi volermi spingere fuori dalla porta.
Asura mi posa una mano sulla spalla.
<<Ecate non spetta a te dirlo.>> Ringhia al mio fianco.
Sposto lo sguardo sul mio guardiano, poi su Ecate. Tutti sembrano sapere tranne me.
La dea della stregoneria sospira vistosamente. <<Il tuo potere può aiutarlo, sono complementari, sono fatti per completarsi!>>
Quasi a voler avvalorare questa tesi lo sento agitarsi dentro di me, vuole andare da lui, non lo avevo mai sentito così forte.
Il ringhio di Asura risuona fra le pareti. <<Ti sei bevuta il cervello! Cazzo Ecate! Il Re ti spellerà viva per..>>
La sento che urla contro Ecate mentre la mia mente rimette insieme i pezzi. Finalmente dopo tutto questo tempo le cose sembrano avere senso. Le volte che sentivo il mio potere come se volesse avvicinarsi ad Ade, come si ritirava da lui dopo che mi aveva fatto soffrire, il fatto che lui mi avesse allontanata perchè aveva paura.
Paura di cosa? Di permettersi di provare quelle emozioni che per me erano naturali.
I vostri doni sono completamentari.
C'era un solo motivo per cui tutto questo poteva avere un senso. Il fatto che io sentissi la vita nel suo regno e che, maledizione, non dovrebbe essere possibile una cosa del genere.
<<Io..lui..>> Balbetto incapace di completare la frase, perché per gli dei non ha senso.
<<Tu sei la sua Regina!>> Sbotta Ecate. <<Ora andiamo Lys devi darmi una mano e sei l'unica che può farlo!>>
La sua Regina.
Maledizione.
Asura accanto a me ringhia e fa un passo avanti quando Ecate si avvicina, forse pronta a trascinarmi di peso da Ade per farsi dare una mano.
Noto gli artigli e la muscolatura tesa del mio guardiano.
Con la mano che mi trema faccio un passo avanti e gliela poso sul braccio. <<Va..tutto bene Asura. Andiamo.>>
Ecate si rilassa appena e si volta pronta a uscire dalla camera.
Soltanto il tocco gentile di Asura sulla mia schiena mi sprona a camminare.
Lei lo sapeva, e forse dall'inizio. Mi aveva tenuto all'oscuro di tutto. Poteva..
Troppe cose mi frullano per la testa, e  sono talmente rumorose che fatico a stargli dietro.
Asura al mio fianco continua a tenermi una mano sulla schiena, mi lancia un'occhiata preoccupata e guarda la dea davanti a noi.
<<Il Re sarà furioso quando si sveglierà.>>
Ecate fa spallucce. <<Può infuriarsi quanto vuole una volta che si sarà svegliato. Non mi importa.>>
In silenzio seguo la dea verso le stanze di Ade.
Le porte si aprono e lui è disteso, ha la camicia macchiata di sangue in più punti. Sembra più pallido del solito e lo vedo respirare piano.
<<Vieni non abbiamo tempo.>> Ecate mi afferra la mano e quasi mi trascina al suo fianco.
Tutto questo per me è troppo. Io non volevo tutto ciò. Avevo fatto i conti con me stessa per essermi innamorata di Ade, credevo che fosse un sentimento genuino, non qualcosa che qualcuno aveva programmato probabilmente prima della mia nascita.
<<Tienigli la mano e lascia che il tuo dono faccia il resto. Saprà cosa fare. Non tenerlo imbrigliato, lascialo fluire senza preoccuparti delle conseguenze. È l'unico modo che hai per dargli una mano.>>
Le istruzioni di Ecate sono precise, ed io sono troppo scossa da questa rivelazione per essere spaventata a morte per lo stato in cui versa.
La nostra pelle entra in contatto e io lo sento. Il mio dono si agita come un serpente, lo percepisco precipitarsi da lui per dare una mano.
Ade prende un grande sospiro e la sua presa si serra attorno alla mia mano, mentre io mi sento ancora scombussolata per tutto quello che ho scoperto. Vedo le ferite rimarginarsi sotto i miei occhi e lui ricominciare a respirare normalmente. I mobili attorno a noi scricchiolano ma nessuno sembra farci troppo caso.
Dopo un tempo indefinito un sospiro scuote Ade e mi lascia andare la mano.
Ecate mi sorride appena. <<Ci sei riuscita. >>
Annuisco in silenzio e torno a guardare Ade. Da quanto sapeva che ero destinata a lui? Quando aveva scoperto che i nostri destini erano intrecciati irrimediabilmente e che non poteva opporsi a tutto questo?
Faccio scorrere lo sguardo sul suo corpo e gli occhi mi si riempiono di lacrime. Lui sapeva. Per tutto questo tempo lui...
<<Lys..>> Ecate fa un passo verso di me.
Mi allontano prima che lei possa avvicinarsi troppo. <<Stammi lontano.>>
La dea sgrana appena gli occhi. <<Mi dispiace non dovevi saperlo da me e soprattutto non così io..>>
Scuoto la testa e faccio un altro passo indietro sbattendo contro il petto di Asura. Le sue mani mi circondano la vita prontamente per non farmi cadere.
<<Sono qui. Non vi lascio sola.>> Mormora dietro di me.
E so che lei è lì per me senza secondi fini. Me lo sento.
<<Lys per favore, permettimi di spiegarti.>>
<<Cosa vuoi spiegarmi Ecate?! Tu mi sei stata accanto per tutto questo tempo e sapevi tutto! Maledizione forse sapevi tutto dall'inizio!>> Sbraito.
<<Lo so mi dispiace.>> Si passa le mani sul viso. <<Non dovevo dirtelo io, non era mia intenzione fartelo sapere così, doveva..>>
<<Doveva essere lui a dirmelo. Doveva farlo quando l'ha scoperto invece di continuare ad allontanarmi per chissà quale motivo, doveva dirmelo lui, dopo tutto quello che ho passato perché era troppo preoccupato che mi facessi ammazzare, doveva essere lui a dirmi che qualcuno ha giocato con la mia vita decidendo cosa fosse meglio per me!>>
La presa di Asura si stringe appena attorno ai miei fianchi. <<Venite, vi riporto in camera.>>
Ade si muove e con un gemito si passa le mani sul viso. Borbotta qualcosa che non riesco a capire e poi le mani cascano sul letto di botto. Sgrana gli occhi e si guarda intorno. Vede Ecate e me a distanza.
<<Cosa ci fa Lys qui.>> Mormora spostando lo sguardo su Ecate.
La dea tiene gli occhi a terra. <<Ti serviva una mano, avevi bisogno di qualcosa che io non potevo darti.>>
Quella semplice spiegazione lo fa voltare di scatto verso di me.
<<Sono contenta che ti sei ripreso. Torno nella mia stanza.>> Dico prima che lui possa dire una singola parola.
<<Lys aspetta.>> Sento il letto protestare sotto il peso del Cronide.
<<Ade devi darti un momento per riprenderti maledizione.>> La voce di Ecate ci accompagna mentre mi avvio verso la porta.
<<Ecate cosa le hai detto?>> La domanda di Ade mi fa fermare con la mano sulla maniglia della porta.
Mi volto giusto il tempo di incontrare i suoi occhi spalancati che mi guardano. C'è paura, per la prima volta nel suo sguardo c'è pura paura.
<<Tutto. Mi ha detto tutto.>> Dico aprendo la porta e uscendo in corridoio.
Quando sbatte dietro Asura sento Ade infuriarsi con Ecate ma non resto lì ad ascoltare. Mi dirigo verso la mia stanza con mille pensieri per la testa e le lacrime che mi corrono sul viso. Non mi rendo conto che sono arrivata finché non sento le mani di Asura che mi accompagnano a sedermi sul letto.
<<Stendetevi qualche ora. Lasciate che mi prenda cura di voi.>> Mormora aiutandomi ad allungarmi e posandomi una coperta addosso.
<<Non far entrare nessuno.>> Sussurro afferrandole la mano prima che si volti.
Lei si china e mi scosta una ciocca di capelli.
<<Nessuno entrerà in questa stanza finché vorrete.>>
In pochi minuti i singhiozzi mi scuotono, mi rannicchio di più sotto la coperta e Asura ha lo sguardo addolorato mentre mi osserva dalla poltrona accanto al letto.
Sola con tutto quello che sono venuta a scoprire, ora non posso far altro che chiedermi se quello che sento per Ade non sia semplicemente il frutto di una manipolazione.

La Musa di AdeWhere stories live. Discover now