I Rinnegati

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LYS
Le avevo sentite arrivare, il loro potere mi era arrivato come un brusio sulla pelle. Uno di quei sussurri che non puoi ignorare. Non potevo starmene con le mani in mano mentre loro, che erano le responsabili di quello che era successo ad Ares, se ne andavano in giro tranquille. Avevo passato tutta la settimana ad allenarmi come un mulo. Come mi aveva insegnato Ares, correvo, tiravo con l'arco e con la spada. I miei movimenti erano più precisi, le frecce colpivano i bersagli senza che mi sforzassi troppo di mirare. Le cose migliorarono, ed io non volevo altro che lui potesse vedere come stavo diventando brava grazie ai suoi insegnamenti.
Mi sentivo completamente in balia delle emozioni, la rabbia mi serpeggiava intorno così prepotentemente che quasi non riuscivo a ragionare.
"Principessa." Quante volte Ares aveva usato quello stupido nomignolo anche solo per il gusto di farmi saltare i nervi. Ma con i mesi aveva assunto un significato totalmente diverso per me.
Sentirlo uscire dalle labbra di Ade mi aveva scagliato addosso tanto di quel dolore che avevo faticato a tenere la presa sul mio dono. Per un istante, un singolo istante avevo pensato di radere al suolo ogni cosa. Non mi sarebbe importato di nulla. Volevo solamente che tutto quello che provavo la smettesse di darmi il tormento.
Mentre il pesante portone si chiudeva dietro di me strinsi l'arco in una presa ferrea. Ero arrabbiata, e questo non giovava al mio controllo.
La guardia davanti alla mia porta era stata portata via, la spalancai senza ritegno e lasciai che sbattesse dietro di me.
Inspira. Piano, troverai tutte le risposte che cerchi, con calma. Farsi prendere dalla rabbia e dalla voglia di vendetta non servirà a nulla, se non a peggiorare la situazione.
Espira. Non puoi cambiare il passato. Puoi solo convivere con le conseguenze di quello che è successo.
Posai l'arco sul tavolino e mi ci appoggiai con le mani. Chiusi gli occhi cercando di concentrarmi e respirare, come mi aveva insegnato Ares.
Tornai a quel momento con la mente. Potevo quasi vederlo che mi girava intorno correggendo la mia impugnatura sull'arco.
"Non basta saper scoccare una freccia principessa. E' tutta questione di quanto la tua testa sia calma in quel momento. Ogni pensiero, ogni emozione, ogni minimo tentennamento, faranno sì che tu sbagli il tiro. Perciò respira, lascia tutto fuori, dolore, insicurezze, paure. Io sono qui con te, concentrati sulla mia voce e riprendi il controllo."
Un sorriso triste mi spuntò sulle labbra.
<<Non è vero. Mi hai lasciata sola ad affrontare tutto questo.>> Sussurrai.
La porta si spalanca dopo qualche minuto.
<<Stai bene?>> La voce di Ade filtra al margine dei miei pensieri, riesco a capire che è preoccupato, ma tutto questo non è un suo problema.
<<Lys?>> Mormorò avvicinandosi. Sento i suoi passi sul pavimento della camera.
Io sono ancora nella stessa posizione, mani sul tavolo e sguardo sull'arco.
<<Cosa vuoi.>>
<<Voglio solo sapere se hai bisogno di qualcosa, se posso darti una mano in qualsiasi modo.>>
Prendo un respiro e mi volto. <<Potevi lasciare che facessi quello per il quale ero venuta in quella stanza! Quello mi avrebbe dato una mano.>>
Lui scuote la testa lentamente. <<Non posso lasciartelo fare. Ci saranno conseguenze in tutti i regni se tu..>>
<<E credi che me ne importi qualcosa?!>> Urlai. <<Non mi interessa se l'intero Olimpo cadrà e si schianterà al suolo! Non mi importa se ogni singolo dio perderà la sua preziosissima casa Ade! Pagheranno per le azioni che hanno commesso, io mi prenderò la loro vita!>> Le mie urla risuonarono nella stanza, ma Ade non fece un singolo passo indietro. Rimane esattamente lì, immobile. Un muro contro la mia furia.
<<Non te lo lascerò fare.>> Disse. I suoi occhi si spostarono sul mio viso e vidi i muscoli contrarsi sotto la camicia.
Strinsi le mani a pugno. <<Non avrai altra scelta. Arriverò a loro, in un modo o nell'altro. E se tu sarai in mezzo, non pensare che quello mi fermerà.>>
Il Cronide sospirò. <<Lys questo è il dolore che parla. Tu non sei questa, lo so che fa male, ma non ti lascerò in balia di..>>
Allargai la braccia e ogni singolo mobile nella stanza iniziò ad avvizzire. <<In balia di cosa?! Di questo? Questa sono io! Questo è quello che è rimasto. Il dolore Ade, ecco cosa mi resta. Il dolore di non essere riuscita a salvarlo e la consapevolezza che è stata colpa mia se lui è morto!>>
Non avevo ancora pronunciato quelle parole ad alta voce, ma sapevo che erano la verità. Nella mia testa si ripetevano come un loop senza fine. Era stata colpa mia. La mia incapacità di trattenere il potere di mia madre aveva fatto esplodere una specie di razzo segnalatore e i Rinnegati ci erano piovuti addosso. E tutto era andato storto. Mi svegliavo ogni singola notte con il cuore in gola, mi voltavo convinta di trovarlo accanto a me e poi la realtà mi strappava il respiro. Non l'avrei più visto accanto a me, se non in sogno.
Ade spalanca gli occhi. <<Per gli dei. Lys credi che sia stata colpa tua?>>
<<So che è stata colpa mia, è diverso. E l'unica cosa che posso fare per rimediare è quella. Quindi fammi il piacere di toglierti di mezzo e lasciami finire questa storia.>>
Ma il dio degli Inferi era d'un altro avviso. <<No. Tu non avrai le mani sporche del loro sangue. Non te lo lascerò fare. Anche se significherà che mi odierai a morte. Sono pronto a sopportarlo, urlami contro, scagliati su di me. Non importa. Resterò esattamente qui per impedirti di fare qualcosa per il quale ti pentirai.>>
Feci un passo avanti. <<Tu..Non hai idea di quello che stai facendo. Non hai una ninfa da andare a trovare? Forse lei può aiutarti a scioglierti un pò e magari mi lascerai in pace.>>
Ade mi tese una mano. <<Lascia che ti aiuti. Ti prego. Mi fa male vederti in questo stato.>>
<<Ti fa male vedermi in questo stato?! Non è un tuo problema Ade!>> Urlai. <<Lo hai messo in chiaro mesi fa ed io sono andata avanti!>>
Ero andata avanti per modo di dire. Ares aveva un posto nel mio cuore, era vero. Per me era molto importante, avevo imparato a volergli più che bene perché mi faceva sentire bene. Era per me un porto sicuro, ero sicura che non mi avrebbe mai fatto del male. Ma Ade sarebbe rimasto lì, in quell'angolo di cuore che stavo ancora cercando di ricucire, pronto ad uscire per farmi a pezzi di nuovo. E non potevo permetterlo.
Ade fa un passo avanti avvicinandosi a me. I suoi occhi lampeggiano di una luce tutt'altro che rassicurante. <<Non pensare nemmeno per un secondo che non mi importi di te Lys! Cazzo ti sono stato lontano perché è quello che mi hai chiesto di fare! Adesso non starò in disparte a guardare mentre ti distruggi con le tue mani!>> Mi urla contro. <<Non chiedermi di farmi da parte e lasciarti consumare da una rabbia che non ti appartiene!>>
<<Devi farti da parte! Non ti voglio qui!>>
Ormai ero sicura che tutto il piano del castello ci stesse sentendo urlare. Ma nessuno venne a chiedere cosa stesse succedendo.
<<No.>> I suoi occhi divennero bianchi e lo vidi stringere i pugni, come se cercasse di trattenersi.
Alzai gli occhi al cielo e afferrai l'arco. In pochi secondi incoccai, la freccia dritta contro il suo cuore. <<Ho detto vattene.>>
I suoi occhi si spostano qualche secondo sulla freccia puntata contro di lui. <<Non vado via. Dovrai colpirmi. Ma sappi che se quello che ho capito in questo periodo è vero, tu sei l'unica in grado di farmi sanguinare.>> Lo vedo allargare le braccia. <<Forza, colpiscimi. Vediamo fin dove sei disposta a spingerti per avere la tua vendetta.>>
Ero in grado di farlo sanguinare? Un flash mi riporta indietro, a quando mi svegliai in preda agli incubi ed Ade era al mio fianco, coperto di ferite inferte dal mio dono.
Guardai la freccia, le avevo create con il mio potere. Forgiate apposta per uccidere.
<<Vattene, lasciami finire questa storia e poi scomparirò dalla tua vita. Scomparirò dalla vita di tutti maledizione, ma devi lasciarmi andare!>>
Il dio scuote la testa. <<Non posso farlo. Lo so che l'unica cosa che vorresti è ucciderle con le tue stesse mani. Farei lo stesso se ti succedesse qualcosa. Ma credimi, non cambierà quello che è successo, non cambierà il fatto che lui non c'è più, può sembrare crudele ma non modificherà nulla. Ares è morto Lys, e sono sicuro che non vorrebbe che tu..>>
La presa sull'arco mi trema insieme alle mie mani. <<Come fai a sapere cosa vorrebbe lui eh?! Se nemmeno lo sopportavi!>>
<<Lo so e basta. Non mi avrebbe chiesto di proteggerti altrimenti. Sono sicuro che vorrebbe saperti al sicuro piuttosto che..>>
<<Zitto!>> Urlai vicina al punto di rottura. Non potevo sentire altro. Non potevo sopportare altro. Non ce la facevo più. <<Basta, non voglio sentire niente. Tu non sai cosa vorrebbe, smettila di dirlo!>>
Ade sembrò pensarci sopra qualche istante, poi fece un passo avanti. La freccia si posò contro il suo petto. <<Dovrai scoccare per farmi tacere. E sappiamo tutti e due che non lo farai. Ti conosco Lys, ho imparato a conoscere i tuoi silenzi, le tue urla, riconosco il potere che ti serpeggia intorno perché canta per me maledizione. Credi che io mi sia fatto da parte volentieri? Credi che ti abbia lasciato nelle mani di Ares senza maledirmi ogni singolo giorno per quello che ti avevo fatto! Che CI avevo fatto?! Credi che mi piaccia vederti in questo stato? Lo sopporterei al tuo posto se solo ti lasciassi aiutare Lys!>> Urlò. Non avevo mai visto Ade così. Aveva il respiro veloce, il torace che premeva contro la freccia ogni singola volta che lui inspirava. Avevo paura che mi partisse per sbaglio e allora sì che avrei raso al suolo ogni cosa.
<<Lascia che ti aiuti, lasciami essere un punto fermo per te. Qualcuno a cui puoi appoggiarti. Ti aiuterò a superare tutto questo. Posso prometterti che non ti lascerò sola ad affrontare il dolore. Ti prometto che se avrai bisogno di me mi troverai qui al tuo fianco. Sarò qui se vuoi parlare, urlare, se vuoi qualcuno con cui allenarti e se vuoi sfogarti sappi che non scapperò. Sarò il tuo punto fermo se me lo permetterai.>>
Il cuore prese a battermi velocissimo. Ade non si era mai esposto così. Mai, nemmeno durante il periodo che avevo passato qui nel suo regno. Qualcosa dentro di me si mosse, gli occhi mi si riempirono di lacrime.
<<Devi andare via. Non farmi promesse che poi non manterrai, non potrei sopportarlo. Non adesso.>> La presa sull'arco tremò vistosamente.
Ade guardò un secondo la mia mano stretta sull'arco in legno. Poi ci posò la sua mano sopra. <<Sono qui Lys. Non ti lascio affrontarlo da sola. So che in questa settimana hai soffocato tutto quello che sentivi e ti sei allenata fino allo sfinimento.>>
Quando battei le palpebre i tratti del suo viso si ammorbidirono. <<Come fai a saperlo.>> Sussurrai.
<<Non chiedere. Lo so e basta. Non puoi tenerti tutto dentro, prima o poi uscirà e allora si che farà male.>> Mormorò. La sua mano non abbandonò la mia, un calore costante si diffuse sotto la sua mano scaldando la mia.
Scossi appena la testa. <<Non posso. Se mi permetto di pensarci...No, vattene Ade. Lasciami sola.>>
Il Cronide sospirò. <<No. Non chiedermelo più Lys. Abbassa l'arco e permettimi di esserci per te, come non ho potuto fare fino ad ora. Permettimi di aiutarti a superare questo dolore e riprendere in mano la tua vita.>>
Un singhiozzo mi sfugge dalle labbra mentre mi rendo conto che non ho veramente elaborato la sua perdita. L'ho semplicemente richiusa e sostituito il dolore con la rabbia. Era più facile da gestire. Il dolore non sai quando andrà via, non hai idea dei segni che si lascerà dietro quando passa.
Abbasso l'arco lasciandolo cadere a terra, mentre le lacrime mi rigano il viso. Faccio un passo indietro e un singhiozzo mi toglie il fiato.
<<Non è morto per colpa tua Lys.>> Mormora Ade facendo un passo verso di me.
Scuoto la testa e cerco di prendere un respiro. So che non è così. Ho sbagliato nell'esatto istante in cui gli ho permesso di avvicinarsi troppo a me. E ne sono consapevole.
<<Guardami Lys. Non è stata colpa tua.>>
Ade fa un altro passo avanti e io ne faccio uno indietro mentre qualcosa che non mi capitava da mesi si riaffaccia nella mia vita con la prepotenza di un bullo.
L'aria non entra nei polmoni, le mani iniziano a tremarmi, so cosa vuole dire.
Bentornato maledetto.
Inspiro freneticamente cercando di darmi una calmata. Non sono disposta a soccombere di nuovo. Non mi capitava più da quando Ares mi aveva aiutata la prima volta.
Ade sgrana gli occhi e in un lampo mi posa le mani sul viso. <<Cazzo Lys guardami.>>
Batto le palpebre e lo metto a fuoco.
Lui mi sorride. <<Bravissima. Continua a respirare, ci stai riuscendo da sola.>>
Lo so. Ne sono consapevole. Non riuscirà a mettermi all'angolo ancora una volta. Passano minuti interminabili, dove si sentono solo i nostri respiri.
Il cuore che mi batte furioso nel petto, le lacrime che mi offuscano la vista. Non riesco a pensare che..
<<Lys, respira. Sono qui, ti giuro che non vado via. Ma guardami..>> Le sue mani sul mio viso sono calde e nonostante i miei pensieri vadano un po' dove vogliono, mi volto verso di lui.
I suoi occhi sono tornati normali.
<<Ares non è morto per colpa tua.>> Sussurra.
<<Si invece.>> Scoppio in singhiozzi. <<Non ho potuto fare nulla per salvarlo. Io..>>
Ade mi attira contro il suo petto e io mi ritrovo stretta tra le sue braccia mentre finalmente il dolore che sento per la perdita di Ares viene fuori portandosi via tutto quello che gli avevo costruito intorno per non farlo uscire.
Non so quanto tempo passo in quella posizione, ma Ade non mi lascia andare, come mi aveva promesso era rimasto al mio fianco. Non so quando ci siamo spostati, ma ad un certo punto mi ritrovo seduta sul letto mentre il Cronide mi tiene stretta.
Dopo un tempo interminabile mi scosto, cercando di riprendere il controllo.
<<Come ti senti?>> Mi chiede scrutandomi attentamente.
Alzo le spalle in silenzio. Il tempo passato ad allenarmi ed a non fare i riti e le preghiere che mi servivano per consolidare il potere di mia madre mi facevano sentire stordita. Dovevo iniziare prima che le conseguenze delle mie decisioni mi si rivoltassero contro.
Ade sospira e mi scosta una ciocca di capelli che mi si era incollata sul collo. <<Piano piano tutto questo passerà Lys. Io sarò al tuo fianco finché vorrai.>>
Alzo lo sguardo su di lui. <<Perché adesso?>>
La mia domanda lo lascia interdetto qualche minuto. Sapeva bene cosa intendevo. Perché ora, quando poteva farlo all'inizio. Perché prima mi aveva respinto con tutto se stesso facendomi a pezzi, mentre adesso voleva starmi accanto.
Ade lascia vagare lo sguardo sulla mia camera. Come se cercasse di trovare le parole. <<Perché credevo che fosse la cosa giusta da fare per tenerti al sicuro. Avevo paura che Zeus una volta scoperto quanto fossi importante per me ti avrebbe assegnato un custode ed io non avrei potuto fare molto. Avevo mille paure che mi vorticavano in testa Lys e mi sembrava di non trovare una via d'uscita.>> Mi prende la mia mano fra le sue e i suoi occhi si spostano sul mio viso. <<Lo so che sono stato un'idiota. Me lo ripeto tutt'ora. Non ho capito che potevamo risolvere ogni cosa se avessi anche solo dato una possibilità a quello che sentivo. E forse non mi perdonerai mai per quello che ho fatto, ma sono pronto ad aspettare e a fare di tutto per farti capire che io non ti ho dimenticata. Non ho dimenticato il modo in cui mi fai sentire, né come mi batte forte il cuore quando ridi. E nel frattempo mi troverai accanto a te, in me potrai trovare un compagno di sfogo o tutto quello che ti serve.>>
Le sue parole erano importanti. Erano parole che avrei voluto sentire qualche tempo fa, ma che comunque mi facevano piacere.
<<Grazie per esserti aperto con me.>> Sussurrai.
Sul viso di Ade si dipinse un timido sorriso. <<Sono cose che avrei dovuto dirti tanto tempo fa. Ma ora non preoccuparti di questo. Avrai tutto il tempo che vuoi per urlarmi contro.>>
Ridacchiai appena. <<Dipende quanto mi farai saltare i nervi.>>
Ade si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte. <<Devo andare a sistemare alcune cose con Ecate, se hai bisogno Tifone e gli altri sono sicuramente in giro per il giardino da qualche parte.>>
Annuisco. <<Non preoccuparti. Credo che mi prenderò qualche momento per iniziare le preghiere. Avrei dovuto farle già da qualche giorno.>>
Ade si alza. <<Va bene ti lascio alle tue cose. La guardia è davanti la porta se hai bisogno.>>
Il Cronide va via ed io resto da sola con i miei pensieri. Esco sul balcone e lo vedo andare verso la casa di Ecate, sembra pensieroso, ma non posso dargli torto. I Rinnegati avevano trovato un modo per uccidere gli dei, e non era qualcosa da sottovalutare.
Passai qualche ora tra le preghiere e le convocazioni con gli antenati. Ero stanca. Mi alzai da terra sospirando, pronta ad infilarmi sotto una doccia bollente per sciogliere la tensione che avevo accumulato.
Del frastuono fuori la porta mi destò dai miei pensieri, la guardia sembrava star combattendo con qualcuno. Si sentirono delle urla, qualcuno urlò di avvisare Ade e Cerbero.
Non mi soffermai a riflettere troppo, corsi all'armadio e sfoderai Caos.
La porta venne spalancata con violenza ed una squadra di sei Rinnegati si riversò in camera. Si chiudono la porta dietro ed uno resta lì davanti, come per precludermi la possibilità di fuggire.
<<Finalmente ti abbiamo trovata!>> Ghigna uno.
Stringo la presa su Caos. <<Beh dovrete uccidermi per portarmi via da qui.>>
Il mio dono si risveglia e mentre la porta marcisce dietro il rinnegato, sento i mobili iniziare a scricchiolare. Dalla poltrona si allungano radici che cercano di attaccare i primi due ma le lame vengono sfoderate e con un gesto le tagliano di netto lasciandomi boccheggiare per la scarica di potere che mi torna indietro.
Si avventano su di me in tre e per quanto io abbia fatto progressi con la spada, grazie soprattutto agli insegnamenti di Ares, faccio fatica a tenergli testa.
Scarto di lato cercando di evitare un fendente che se mi avrebbe presa sicuramente mi avrebbe lasciato un bel taglio sul fianco.
Non ero al massimo della forma, le preghiere con gli Antenati mi avevano lasciata stanca e adesso cercare di non farsi catturare stava diventando una questione di sopravvivenza. Fin dove potevo spingere il mio corpo? Il mio dono sarebbe riuscito a resistere fino all'arrivo di Ade? Ma soprattutto, dove diavolo era Ade?!
Uno dei Rinnegati scoppia a ridere. <<Mi dispiace zuccherino ma non abbiamo tutto il tempo del mondo.>> Lo stavo tenendo d'occhio e questo fece in modo che non vidi il ragazzo diretto alle mie spalle.
In un lampo mi agganciò un collare in ferro. O per lo meno sembrava in ferro. Sentii il mio potere ritirarsi in un angolo, come un cane bastonato. No no no. Senza aiuto non potevo...La testa mi giro pericolosamente, mentre barcollavo uno di loro mi afferrò per un braccio.
Caos si schianta a terra e il rumore della spada che tocca il pavimento mi rimbalza in mente svegliandomi un poco da quel torpore che mi correva su per le vene.
Il Rinnegato ridacchiò. <<Mi dispiace cara, uno dei possibili effetti collaterali di questi nuovi prototipi è la difficoltà di restare lucida.>>
Quello che mi tiene per un braccio mi afferra per la vita mentre io scalcio e il tavolo si ribalta. Devo solo riuscire a farmi mettere giù. Cerco di urlare ma mi escono solo rantoli e dubito fortemente che qualcuno mi senta. Non posso fare altro tranne cercare di farlo sbilanciare.
Il Rinnegato ride e mi colpisce. In un lampo si fa tutto nero.
Quando apro gli occhi non sono più nella mia camera negli Inferi. Le pareti della cella sono in pietra, c'è odore di umidità. Sbatto le palpebre più volte per cercare di abituarmi al buio intorno a me. Sono in una cella, sembra io sia nel sottosuolo, non ci sono finestre, quindi non so per quanto tempo sono rimasta svenuta. Mi passo le mani sul viso e cerco di mettermi seduta. Il mio giaciglio di fortuna è un materasso a terra ed una coperta leggera, forse troppo vista l'umidità che c'è lì sotto. Faccio vagare lo sguardo e noto altre celle intorno a me. C'è un'altra ragazza rannicchiata su se stessa in un angolo. Non alza il viso verso di me, mi rendo conto che si sta nascondendo.
Quando un rumore di passi arriva dal fondo del corridoio inizia a tremare e sembra rimpicciolirsi ancora di più.
<<Oh la nostra nuova ospite si è svegliata!>>Esclama il Rinnegato.
Mi alzo e barcollando arrivo alle sbarre che mi separano dal corridoio.
<<Dove sono?>> Mormoro cercando di non cadere per via della debolezza che mi assale.
Il Rinnegato mi fa l'occhiolino. <<Nella tua nuova casa.>>
Mi lascia lì senza dirmi altro. Prendo un respiro e mi siedo a terra, quella sarà la mia tomba. Senza la possibilità di finire le preghiere per gli anziani e i riti di consolidamento, ero spacciata. 

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