Confessioni

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ADE

Mi fa male tutto.
<<Devo alzarmi.>> Cerco di spingermi per sollevarmi dal letto ma le mani di Ecate mi obbligano a stare fermo.
<<Ade devi aspettare. Datti qualche momento per riprenderti. Non è stata una passeggiata.>>
<<Non è stata una passeggiata?!>> Sbotto. <<Ti rendi conto di quello che hai fatto?!>>
La sento sospirare. <<Ade lo so, e mi dispiace ma..>>
<<Ti dispiace? Sei fortunata che al momento la mia preoccupazione sia rimediare al disastro che hai combinato.>> Stringo i denti e mi metto seduto.
Per gli inferi, mi sento come se avessi tutte le budella sottosopra.
Arranco verso il bagno. La lista delle mie priorità sono una doccia, vestiti puliti e Lys.
Devo cercare di farla ragionare. Quello che ho visto sul suo viso non mi piace.
Avevo cercato di proteggerla da quando avevo saputo che era destinata a me, e per rincorrere quell'idea l'avevo fatta soffrire. Ci eravamo fatti male, ci eravamo urlati contro, ma ero riuscito a trovare il modo di avvicinarmi ancora a lei. E adesso grazie ad Ecate era andato tutto a puttane. Di nuovo.
La doccia non mi aiuta a sentirmi meglio ma non posso sperare in un miracolo. Rimandare indietro i prigionieri era stata un'impresa lunga e faticosa, persino per me.
Per non parlare del fatto che mi avevano ferito e perdevo come uno scolapasta.
Scuoto la testa mentre infilo un pantalone ed una camicia. Quando torno in camera Ecate sta camminando nervosamente.
<<Che ci fai ancora qui?>> Chiedo mentre mi infilo le scarpe.
<<Voglio darti una mano. So che è colpa mia e..>>
<<Stanne fuori! Hai già fatto abbastanza danni!>> Ringhio voltandomi verso la porta.
<<Ade aspetta! Permettimi di rimediare!>>

Il mio cervello si spegne. Posso averla persa sul serio questa volta. E la colpa sarebbe sua.
Quando appaio ad un passo dal suo viso Ecate sgrana gli occhi.
Il mio corpo agisce con il pilota automatico. I suoni non sembrano arrivare alle mie orecchie. Sono completamente fuori.
L'afferro per il collo e la alzo di qualche centimetro da terra. Lei inizia a scalciare.
<<Devi starmi lontana. Il tuo aiuto non mi serve, risolverò le cose da solo e prega qualsiasi dea sia dalla tua parte di darmi una mano. Perché se perdo Lys tu sarai la prima a pagarne le conseguenze. E non ti piaceranno.>> La mia voce bassa risuona nella stanza.
Quando la lascio lei inciampa e cerca di recuperare l'equilibrio mentre io esco.
Sbatto la porta uscendo, pronto a fare tutto quello che serve per evitare che scompaia dalla mia vita.
Il corridoio è silenzioso, le guardie mi vedono attraversarlo e si guardano stupite, molto di loro avevano visto com'ero ridotto quando ero rientrato.

La porta è chiusa.
Busso.
Respira, è solo arrabbiata, a ragion veduta, ma solo arrabbiata.
<<Chi è?>> La voce di Asura filtra attraverso la porta chiusa.
<<Asura sono io. Posso entrare?>>
Qualche minuto di silenzio in cui io sento il mio cuore battere.

<<No.>> La risposta secca di Asura mi spiazza.
Sospiro appoggiando la mano sulla porta. <<Lys? Ho bisogno di parlarti.>>
Silenzio, non riesco a sentire nulla.
<<Lys?>> La chiamo ancora. <<Andiamo per favore, permettimi di spiegare.>>
Alcuni passi leggeri che si avvicinano mi fanno tendere le orecchie.
<<Spiegare?>> La sua voce mi fa uno strano effetto. Vorrei solamente abbracciarla e assicurarle che risolveremo questa cosa insieme, potremo parlarne fino allo sfinimento se è quello che vuole.
<<Si. Mi dispiace che sei venuta a saperlo così. Ecate ha sbagliato..>>
<<Si ha sbagliato! Dovevi essere tu a dirmelo!>> Mi urla attraverso la porta. <<Non voglio sentire altro. Vattene!>>
I suoi passi si allontanano.
<<Lys? Andiamo forza, permettimi di spiegarti.>>
<<Ho detto vattene!>> Urla lei.
Sospiro e mi allontano dalla porta. Ha bisogno di tempo. E io di bere.
Cazzo.
Mi dirigo verso la sala delle udienze. Avviso le guardie che non voglio essere disturbato e mi chiudo dentro.
Afferro un bicchiere e lo riempio di liquore dirigendomi in balcone.
Le cose non stavano andando bene per niente. Non era così che doveva saperlo, doveva saperlo da me. E adesso le cose avrebbero preso la piega che volevano. Ma non ero disposto a perderla, non così. Dovevamo parlare, poteva urlarmi contro quanto voleva ma non avrei rinunciato.
Non adesso che finalmente faceva parte della mia vita.
Non avevo idee perfette per farmi ascoltare. Passai ore a cercare di capire cosa fare, come riuscire a parlarle senza che mi chiudesse la porta in faccia. Che casino.
La giornata passò ed io ero pronto per un altro tentativo. Sarebbe stata l'ennesima porta sbattuta in faccia? Probabile, ma non avrei smesso.
Cammino per i corridoi mentre il cuore mi batte nelle orecchie in modo strano.
Dalla sua stanza non arrivano voci.
Busso. Silenzio. Aspetto. Non posso fare altro.
Busso ancora. Silenzio. Per gli dei non sarà andata via senza..
<<Lys?>> La chiamo, ho ancora la mano posata sulla porta. <<Lys per favore, ho bisogno di parlarti e di vederti.>>
Silenzio. Mi sta facendo parlare da solo? O non è all'interno?
<<Devi andartene Ade, non voglio vederti.>> La sua voce interrompe bruscamente il filo dei miei pensieri.
Sospiro. <<Lo so, hai ragione a volermi mandare via. Ma dammi la possibilità di spiegarti, di farti capire cosa..>>
La porta si spalanca con violenza e davanti mi ritrovo una Lys in pezzi. Gli occhi rossi dal pianto, non indossa le sue armi, le mani le tremano visibilmente e il suo viso è segnato dal dolore e ne sono io la causa. Di nuovo.
<<Cosa vuoi farmi capire!?>> Mi urla contro. <<Vuoi per caso spiegarmi perché qui dentro ogni maledettissima persona sapeva cosa diavolo stava accadendo tranne me?>> La sua mano stringe la maniglia della porta così forte che la sento scricchiolare.
Asura è appena dietro di lei, ha l'espressione seria. So che è e sarà sempre dalla parte di Lys, in fondo loro sono legate indissolubilmente.
<<Quindi risparmiati le scuse perché non le voglio! Quello che voglio sapere è se mi avresti mai detto la verità!>> Continua ad urlarmi in faccia, incurante che tutte le guardie del corridoio ci stanno guardando.
<<Lys voglio che ti calmi un secondo e che mi lasci spiegare.>> Mormoro cercando di prenderle la mano.
Lei si scansa di botto. <<Non toccarmi Ade. Non ne hai più il diritto. Gli dei sanno se questa è stata l'unica volta che mi hai mentito. E non sono disposta a sopportare tutto questo.>> Fa un passo indietro ed entra in camera lasciando la porta aperta.
Lo prendo come un invito ed entro quasi in punta di piedi. Solo in quel momento noto che il letto è circondato da radici, che sembrano avvolgersi intorno alla struttura di legno scricchiolante.
<<Io meritavo la verità!>> Sbotta voltandosi verso di me. I suoi occhi si riempiono di lacrime e io mi sento una merda per quello che le ho fatto.
<<Meritavo che mi dicessi cosa diavolo stava succedendo! Che mi dicessi perché mi allontanavi di continuo! Meritavo che mi spiegassi che qualcuno si era preso gioco del mio destino facendo di me una pedina in un gioco che non voglio giocare!>>
Prendo un respiro e faccio un passo avanti. <<Lo so. Cazzo lo so che ho sbagliato Lys, e hai tutte le ragioni del mondo a volermi fuori dalla tua vita, ma io..>>
<<Tu cosa?! Cosa Ade?! Non sono uno dei tuoi sottoposti che puoi trattare come meglio credi! Io meritavo considerazione! Meritavo di sapere cazzo!>> Si passa le mani sul viso e si volta facendo qualche passo verso la finestra.
Asura le si avvicina. <<Dovete cercare di calmarvi, non avete toccato cibo oggi e tutto questo non..>> Scuote la testa. <<Avete fatto molto, non avete dato tempo al vostro corpo di riprendersi per quello che avete fatto per lui.>> Mi lancia un'occhiata. <<Vi sto pregando, sedetevi e cercate di calmarvi.>>
Ma lei non sembra ascoltare molto quello che il suo Guardiano le ha appena detto. E quando si volta di nuovo verso di me nei suoi occhi c'è solo dolore.
<<Da quanto lo sapevi?>> Mi chiede a bruciapelo.
Scuoto la testa. <<Lys davvero, non è importante da..>>
<<Da quanto?!>> Urla.
<<Dopo il nostro primo bacio. Le Moire mi hanno detto che eri stata destinata a me e che dovevo proteggerti perché le cose sarebbero state complicate.>> Faccio un passo verso di lei e lei ne fa uno indietro. <<E poi mi sono chiesto se ci sarei riuscito. Io non potevo proteggerti e permettermi di innamorarmi di te.>> Allungo la mano per accarezzarle il viso ma lei si scansa, lasciando la mia mano sospesa nel vuoto fra noi. Quel vuoto che fa più male di quanto pensassi possibile. <<Non potevo permetterlo. Ed ho deciso che sarebbe stato più facile se mi avessi odiato per quello che tutti vedono invece che..>>
<<Innamorarmi di te.>> Sussurra mentre le lacrime le rigano il volto. <<Hai deciso che ti saresti fatto odiare senza pensare a come potessi stare io. Mi hai baciata e per la prima volta dopo tutto quello che avevo passato la mia vita sembrava finalmente essersi raddrizzata. E poi hai deciso che io non valevo lo sforzo di tentare. Hai deciso di farti odiare. Di allontanarmi continuamente con i gesti per poi dirmi che saresti sempre stato lì se avessi avuto bisogno di aiuto. Io non ero nulla per te, però eri la prima persona che correva quando avevo un attacco di panico.>> Fa un passo avanti e io cedo la mia posizione facendone uno indietro. <<Non ero nulla per te, però avevi deciso che dovevo stare qui, accanto a te perché così potevi controllare che nessuno mi ferisse. Non potevo stare con Ares, perché secondo te lui non era abbastanza per me, perché io ero tua. Nonostante tu mi abbia sbattuto in faccia che stavi con qualcuno!>> Urla.

La Musa di AdeWhere stories live. Discover now