CAPITOLO 2

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  Santos la vide impallidire e barcollare. Imprecando, l'afferrò per le braccia. Stavolta, lei non gli oppose resistenza. Tutt'altro... La sentì tremare sotto le mani e abbandonarsi a lui.

"Vieni, ti prego... Dai, mettiti a sedere, prima che mi finisci lunga per terra," la invitò con un leggero sorriso.

La condusse verso il letto e lei si sedette, aggrappandosi al bordo del materasso. Sollevò il capo e lo guardò, sgomenta.

"Amnesia... Ed io, adesso, dovrei credere a tutta questa storia? Non sapevi inventarti di meglio?"

Lui si contrasse, impacciato, perché, in realtà, se si fossero trovati a ruoli invertiti, anche lui avrebbe avuto i suoi dubbi. Si sarebbe fatta una grassa risata, considerandola una storia ridicola.

"Non te lo chiedo per farti arrabbiare, ma... potrei sapere com'è che ti chiami? Credimi, tra i due, sono io ad essere in svantaggio."

La vide sospirare e grattarsi la testa, confusa.

"Oh, santo cielo... Allora, è vero..."

Si premette l'estremità superiore del naso tra pollice e indice allorché lui emise un suono spazientito.

"Be', ecco... Io mi chiamo Ayliz Theron, ma tutti quanti mi chiamano Liz..." pronunciò pacata.

Chinò il capo in avanti e un mare di ciocche nere le nascose il profilo. D'istinto, lui le carezzò una guancia e le bloccò i capelli dietro l'orecchio. Il suo gesto la fece trasalì e Santos capì che non era la prima volta che lo faceva...

Perché non riusciva a ricordarsi di lei? Perché?

"Se per te non è un problema, io continuerò a chiamarti Ayliz. È un nome molto particolare..."

"È esattamente quello che mi hai detto la prima volta..." disse lei piano, alzando gli occhi verdi verso di lui.

"Forse perché mi piace il suono del tuo nome... è come una melodia..." aggiunse Santos cercando di non perdersi nel suo sguardo.

"Anche questo me l'hai già detto..."

Stavolta non disse niente sull'argomento. Scosse un po' la testa come se volesse liberarsi dall'incantesimo dei suoi occhi.

"Bene... Ehm... Pare che io e te, Ayliz, abbiamo un bel po' di cose da raccontarci. Per quanto mi riguarda, avrei un sacco di domande da rivolgerti."

Lei scosse leggermente la testa e lo fissò.

"Allora... amnesia. Davvero insisti con questa storia assurda?"

Santos provò a non farsi prendere dalla rabbia causata del suo dubbio e si mise nei suoi panni. Sì, sarebbe stato sospettoso anche lui. Ciononostante, quel suo scetticismo gli dava fastidio. Nessuno metteva mai in dubbio la sua parola.

"Credi che sia piacevole beccarmi un pugno in faccia in pubblico da una donna che dice di essere incinta di mio figlio quando io nemmeno mi ricordo di averla conosciuta? Al posto mio, come avresti reagito, Ayliz? Non sarebbe venuto qualche dubbio anche a te? Magari, avresti già chiamato la polizia."

"Gesù, tutto questo è veramente assurdo..." mormorò lei.

"Ascolta, posso provare quello che mi è successo. Ti mostro i referti clinici e la diagnosi del medico. VERAMENTE non mi ricordo di te, Ayliz. Mi dispiace che questo ti ferisca, ma non ci posso fare niente. E così... Tutto quello che ti chiedo e di essere onesta con me e dirmi tutto quello che puoi su di noi..."

"Be' a questo punto, visto tutto quello che è successo, posso dirti solo che, di sicuro non sono il tipo di donna che sceglieresti come compagna..."

Fu lui che trasalì stavolta. Cosa le aveva fatto?

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora