CAPITOLO 8

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 Il viaggio di ritorno a Houston fu molto più piacevole che quello di andata fino a New York. Lei e Santos viaggiarono in prima classe e così, abbassò la poltrona e si rilassò su tutta la durata del volo.

Una volta atterrati a Houston, si alzò sentendosi calma e riposata, pronta per il viaggio che li aspettava. Santos suggerì l'idea di farsi portare da un autista su Fairy Island.

"Non abbiamo bisogno di un autista. La mia macchina è proprio qui," disse lei mentre aspettavano di riprendersi i bagagli.

"Forse sarebbe meglio per tutti e due se mi permetterai di occuparmi degli arrangiamenti per questo viaggio."

"E secondo te, io che cosa dovrei fare senza la mia macchina? Perché ci servirà per fare tutti i nostri giri, anche se l'isola non è molto grande."

Presero tutti i bagagli e Santos fece un respiro profondo e poi annuì.

"E va bene, andremo lì con la tua macchina. Ma mi sembra troppo per te guidare fin lì, visto che stiamo viaggiando da stamattina."

Ayliz alzò gli occhi verso il cielo e si morse la lingua per non dirgli cosa pensava lei degli uomini ricchi e viziati. Prese un carello per le loro valigie e poi Santos lo spinse, seguendola verso il parcheggio.

"Ma dove diavolo sei andata a parcheggiare?" chiese lui. "A Galveston?"

"C'è un po' da camminare," ammise lei. "Dobbiamo attraversare questa parte e poi prendere l'ascensore verso l'ultimo livello."

"Posso sapere perché diavolo hai parcheggiato proprio lì?"

"Be', ho iniziato a girare con la macchina e senza rendermene conto, sono arrivata all'ultimo livello. E mi è sembrato un posto come qualunque altro per parcheggiare," rispose lei alzando le spalle.

Esasperato dalla sua risposta, Santos scosse la testa. Camminarono piano lungo un corridoio interminabile, poi arrivarono finalmente all'ascensore. Una volta dentro, Ayliz fece un respiro di sollievo. Qualche secondo dopo, si trovarono all'ultimo livello e lei preparò il telecomando per sbloccare la portiera della macchina.

"Ma che diavolo..."

Sorpresa dalla voce di Santos, le lanciò un'occhiata perplessa.

"Questa qui è la tua macchina?" domandò lui.

Lei seguì lo sguardo di lui verso la Mini Cooper blu di fronte a loro e annuì.

"C'è qualcosa che non va?"

"Tu ti aspetti di far stare tutti i nostri bagagli, me e te in questa specie di scatola metallica con ruote?"

"Andiamo, smettila di brontolare!" replicò Ayliz con molta calma. "Vedrai che ce la faremmo. Possiamo sistemare qualcosa anche sopra la macchina. Sono convinta di avere un paio di belle corde elastiche nel portabagagli."

"Questa è buona... Ma chi va ancora in giro con la corda elastica nel portabagagli?"

Ayliz iniziò a ridere.

"Io, per esempio. Non sai mai quando può esserti utile..."

Riempirono la macchina e il portabagagli con le loro valigie. Sembrava la macchina di una coppia di che andava in vacanza in un tour mondiale.

"Et voilà!" esclamò Ayliz, tutta contenta del lavoro svolto.

Entrarono tutti e due in macchina.

"Hai visto?" disse sorridente, girandosi verso di lui. "Siamo riusciti a mettere tutto dentro e non abbiamo usato la corda elastica."

"Sfortunatamente, prima di mettere dentro tutto quanto, non abbiamo spinto in avanti la sedia del passeggero," disse Santos con tono molto asciutto.

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora