CAPITOLO 18

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Ayliz prese un taxi e comunicò all'autista l'indirizzo dell'appartamento di Santos. Era così agitata... Era agitata più che mai. Per scoprire dove lui viveva, Ayliz aveva dovuto controllare sull'atto della vendita del terreno. Meno male che esisteva questa possibilità, visto che non glielo aveva mai menzionato. In nessuna delle loro conversazioni.

In qualche modo, si stava muovendo alla cieca, visto che non riusciva a mettersi in contatto con lui. Santos non le aveva risposto al cellulare e neppure al telefono di casa.

Un terribile senso di déjà-vu si era impossessato della sua mente, ma Ayliz si stava sforzando di non entrare in paranoia. Aveva avuto i suoi buoni motivi per non risponderle, la prima volta, svegliatosi più morto che vivo in un letto d'ospedale.

Tuttavia, un vecchio e molto conosciuto senso di impotenza e di abbandono che Ayliz aveva già provato in passato non erano facili da scrollarsi di dosso. E ogni volta che provava a telefonargli, senza ricevere una risposta, diventa sempre più ansiosa.

La corsa fu lunga e le luci della strada occhieggiavano nel buio della sera. Dopo che il taxi fermò davanti al palazzo dove viveva Santos, lei pagò, uscì dalla vettura e guardò immobile il portone d'ingresso. Poi si guardò intorno.

Durante il giorno, anche se piena di gente e macchine in continuo movimento, New York non era una città spaventosa. Anzi, eccetto l'incidente con il ladro che le aveva rubato la borsa e l'aveva buttata a terra, New York non le era dispiaciuta. Però, durante la sera, la città cambiava e Ayliz non si sentiva più così tranquilla.

Un brivido la percorse. Come al solito, si era scordata di portarsi dietro qualcosa di più pesante. Non le era ancora entrato in testa che, anche se sull'isola il clima era mite, faceva freddo in altri posti in quel periodo. Era stata talmente tanta la fretta e l'ansia di partire, che non si era preoccupata di pensare di mettere in valigia indumenti adatti.

Si stava dirigendo verso l'ingresso, quando un uomo le passò accanto di fretta, urtandola. Era un viso conosciuto.

Era per caso... Blake Masterson, uno degli amici di Santos?

"Signor Masterson!" lo chiamò Ayliz, precipitandosi verso di lui, prima che l'uomo sparisse dentro.

Lui si fermò e si voltò, con espressione crucciata. Quando la vide, la ruga si distese, ma non affiorò alcun sorriso.

"Buonasera... Non so se si ricorda di me..." iniziò lei.

"Certo che mi ricordo, signorina Theron," le rispose lui, con tono asciutto. "Però, che ci fa lei qui? E perché diavolo non indossa un cappotto o qualche capospalla di più pesante?"

"Oh, sì... questo... Faceva caldo in Texas quando sono partita..." rispose lei bruscamente. "Sono venuta a vedere Santi. Gli devo parlare assolutamente. È molto importante, signor Masterson. Io ho provato a telefonargli, ma non ha risposto a nessuna delle mie chiamate."

Blake la fissò ma non le disse nulla ancora.

"Sono venuta a parlargli di Fairy Island... del progetto che avete nei vostri piani, quello del villaggio turistico," specificò lei.

Ancora nessuna risposta da parte di Blake. Tutto quello che mostrò ad Ayliz che l'uomo di fronte a lei fosse interessato dal discorso che lei aveva appena fatto, fu un sopracciglio alzato.

"Insomma... Gli volevo dire che è tutto a posto, può procedere con i lavori. Non ha più alcuna importanza nessuno dei discorsi originali o la promessa che mi ha fatto. Tutto questo guaio è stato creato per colpa mia... Mi dispiace, non volevo creargli problemi con i finanziatori e con tutti voi... i suoi amici e partner in affari."

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Where stories live. Discover now