CAPITOLO 10

937 96 17
                                    

"Che cosa hai fatto?! Ma... mi stai prendendo in giro? Sei diventato matto?"

Santos staccò il telefono dall'orecchio e lo tenne a distanza di sicurezza. Però, rabbrividì lo stesso alla sfilza di parolacce che si beccò dall'altra parte.

"Dai, dimmi che non l'hai fatto, Santi! Vengo subito lì. Anzi, veniamo tutti e tre!" urlò Darrell. "Maledizione! È successo proprio quello che temevo. Arrivi là e ti fai mettere subito nelle corde. Ascolta, fammi passare per il cattivo della situazione, non me ne frega niente, ma i lavori devono riprendere immediatamente. Siamo già indietro con la tabella di marcia."

Santos camminava avanti e indietro sulla piccola scogliera che affacciava sulla spiaggia, mentre Ayliz aspettava in macchina. I muratori non avevano accolto con piacere la notizia di sospendere i lavori, finché Santos non aveva assicurato loro che sarebbero stati comunque retribuiti durante la temporanea interruzione.

Ci aveva tenuto a sottolineare la parola temporanea, perché sperava che la faccenda si risolvesse nel giro di pochi giorni. Aveva preferito tacere quel piccolo particolare all'amico, visto che Darrell avrebbe fatto il diavolo a quattro se avesse saputo che avrebbe pagato i muratori per stare in spiaggia a godersi il mare e il sole.

"Non vi azzardate a muovervi da lì!" ordinò Santos. "Dare, non vi voglio qui! Non voglio tra i piedi nessuno di voi tre! Possibile che proprio tu tra tutti non capisca che è la cosa giusta da fare? Finché non scoprirò che cosa diavolo io abbia promesso a quella donna, o qualunque altra cosa sia successa la prima volta che sono venuto su quest'isola, la cosa migliore è aspettare."

"E da quando in qua ti preoccupi di fare la cosa giusta? Lungo la strada ti sei fatto un trapianto di coscienza?" inveì Darrell, esterrefatto. "Non eri tu il re del 'sarà mio a tutti i costi'? Il tuo motto non è sempre stato 'gli affari sono affari... e al diavolo tutto il resto'? Ti sei rammollito con l'età o è lei che ti sta stringendo le palle troppo forte?"

Santos aggrottò la fronte.

"Andiamo, Dare... Mi fai sembrare un bastardo senza cuore."

"Ebbene, amico mio, sì, lo sei. Lo sei sempre stato! E con questo? Non dirmi che ti stai vergognando adesso? Come credi di essere arrivato ad avere tutto questo successo? Lascia starei rimorsi, Santi! Lascia stare la coscienza!"

Santos scosse la testa ed aggrottò di nuovo la fronte.

"Che ne sai di questo accordo, Dare? Cos'è che non mi stai dicendo?"

Seguì un lungo silenzio. Poi, Santos sentì Darrell lasciar uscire un sospiro di frustrazione.

"Non so che cosa sia successo laggiù, Santi," replicò lui. "Tutto quello che so e che ti posso dire e che prima di partire da New York, hai detto che saresti ritornato con un contratto in mano e che non importava cosa dovevi fare pur di ottenerlo. Eri disposto a fare QUALUNQUE cosa."

"Che carogna che ero... Che maledetto bastardo..." borbottò Santos. "Saperlo non mi aiuta, però."

"In che cosa ti dovrebbe aiutare? Si può sapere che cosa stai cercando di fare, Santi? Hai ottenuto il terreno, fratello. Hai convinto una serie di finanziatori. L'unico intralcio sei solo ed esclusivamente tu."

Santos rivolse lo sguardo verso l'automobile e vide che Ayliz era scesa e si era appoggiata alla portiera. I capelli le svolazzavano al vento. La brezza leggera la fece rabbrividire.

"Be' sarà come dici tu, però, per il momento, non se ne fa nulla, Dare. Blocco tutto," concluse in tono pacato. "E me ne assumerò tutte le responsabilità di questa mia decisione."

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Où les histoires vivent. Découvrez maintenant