CAPITOLO 4

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Ayliz si ritrasse, ma Santos era determinato a non lasciarsela sfuggire. L'afferrò per le spalle, l'attirò energicamente a sé e s'impadronì con foga della sua bocca, ingoiando il suo gemito di stupore.

Non sapeva cosa sarebbe successo.

Fuochi d'artificio?

Un miracoloso ritorno della memoria?

Immagini di quelle settimane mancanti che gli sfilavano nella mente come una proiezione di diapositive?

Non accadde nulla di tutto ciò, ma quel che si verificò lo lasciò comunque di stucco. Il suo corpo si risvegliò, i muscoli si contrassero. Desiderio, passione gli si accesero dentro, prepotenti.

E il bello fu che, dopo l'iniziale ritrosia, anche Ayliz si sciolse, abbandonandosi a quel bacio con eguale fervore. Gli avvinghiò le braccia attorno al collo e si strinse a lui, premendo le floride curve contro il suo corpo teso.

Si staccò da lei in tempo, prima che potesse accadere l'inevitabile. Santo cielo, che cosa gli era preso? Quella donna era incinta di suo figlio, lui non si ricordava niente di lei, eppure era pronto a strapparle i vestiti di dosso e a perdersi dentro di lei, incurante delle conseguenze.

Be', se fosse successo, non sarebbe rimasta incinta...

Si passò una mano fra i capelli e si allontanò. Il cuore gli batteva forte nel petto. Non era il suo tipo, aveva detto? Dannazione! Non aveva mai incontrato una donna in vita sua con cui avesse condiviso un'alchimia così esplosiva.

Quando si voltò di nuovo, Ayliz era lì, immobile, le labbra tumide, gli occhi languidi. Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non prenderla fra le sue braccia e continuare ciò che aveva interrotto.

"Ti chiedo scusa, Ayliz," pronunciò. "Ma dovevo sapere..."

"Sapere cosa?" chiese lei, incrociando le braccia sul petto e battendo nervosa il piede per terra, senza staccargli gli occhi di dosso.

"Se mi ricordavo qualcosa."

"Allora?"

"Niente..."

Ayliz gli indirizzò un'occhiata truce, poi si voltò e si incamminò verso la porta.

"Aspetta un attimo."

Le andò incontro e la bloccò, toccandole un braccio.

"Perché fai così? Qual è il problema?"

"Qual è il problema mi stai domandando?! Il problema è, signor Santos de Ribas, che non mi va di essere trattata come una cavia da laboratorio. Mi rendo conto che per te è difficile, ma non sei l'unico a soffrire per questa situazione, sai? E, comunque, non ti dà il diritto di comportarti da bastardo senza cuore."

"Ma..."

Prima che potesse esprimere la sua protesta, Ayliz scappò via. Santos valutò se inseguirla o meno, ma poi, che cosa le avrebbe detto una volta che l'avesse bloccata? Non era pentito di averla baciata. Anzi, gli era piaciuto moltissimo.

Okay, il miracolo non era successo, ma quel bacio gli aveva comunque rivelato una cosa importante. Che non poteva stare vicino a quella donna senza che gli esplodesse un incendio dentro. Non per nulla portava in grembo un figlio suo...

Tornò di corsa alla scrivania, sollevò la cornetta e compose un numero.

"La signorina Theron ha appena lasciato il mio ufficio," annunciò qualche istante dopo, parlando con Ramon, il capo della sicurezza. "Per favore, assicurati che arrivi in albergo sana e salva."

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora