CAPITOLO 7

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"Te la senti di affrontare questo viaggio?" chiese Santos ad Ayliz durante la cena.

Ayliz staccò lo sguardo dalla sua succulenta bistecca e vide che lui le stava fissando l'occhio nero.

"Santos, sto bene. Davvero."

"Non sarebbe il caso che vedessi un'ostetrica prima di partire? Giusto per essere più sicuri?"

"Se ti fa stare più tranquillo, andrò subito dal mio ginecologo non appena saremmo arrivati sull'isola. Ma ti assicuro che sono nelle condizioni di viaggiare. A meno che tu non ci abbia ripensato e non vuoi più partire. Posso partire io per prima se hai qualche altra cosa più importante da fare."

Santos corrugò la fronte e poi appoggiò la forchetta nel piatto.

"Andremmo via insieme. È molto importante per me ripercorrere le tappe della nostra storia, rivivere le stesse esperienze... Forse, la familiarità con quei luoghi mi riporterà indietro i ricordi perduti."

Lei tagliò un altro pezzetto di carne, ma esitò prima di portarselo alla bocca.

"Che cosa dice il tuo dottore?"

Lui iniziò a sentirsi visibilmente a disagio. Benché il loro tavolo fosse in un angolo appartato della sala, si guardò ugualmente intorno per accertarsi che nessuno potesse origliare, prima di rispondere.

"Crede che ci sia una ragione di tipo psicologico dietro questa mia amnesia," disse lui arricciando le labbra in una smorfia contrariata. "Quello che non capisco è... Se sono così stato felice e innamorato, perché avrei dovuto dimenticare? Non ha senso."

Ayliz accusò il colpo. Le dita le si paralizzarono attorno alla forchetta.

"Ti prometto che non l'ho detto per ferirti," si affrettò Santos ad aggiungere a bassa voce. "E solo che ci sono così tante cose che non capisco. Voglio tornare sull'isola perché ho un disperato bisogno di ritrovare la persona che ero in quei giorni e di cui non ho memoria. L'uomo di cui dici di esserti innamorata è un estraneo per me."

"A quanto pare, siamo entrambi degli estranei per te" replicò lei, pacata. "Forse quell'uomo non esiste. È solo frutto della mia immaginazione. Del mio desiderio..."

Santos abbassò lo sguardo, posandolo sulla pancia seminascosta dal tavolo.

"Ma né tu, né io abbiamo immaginato un bambino... Lei o lui è molto reale... Lei o lui è la sola cosa reale in tutta questa situazione."

Ayliz non riuscì a camuffare la tristezza profonda nello sguardo. L'espressione del suo viso cambiò bruscamente e spinse via il piato che era ancora mezzo pieno. Le era passato l'appetito.

"Il nostro bambino non è la sola cosa reale della nostra relazione," protestò piano. "Anche il mio amore per te era reale. Ti ho raccontato tutto, non ti ho mai nascosto nulla di quello che è successo. Nessuno dei due, al momento, sa se tu fossi sincero o no quando eri con me. Rifiuti di credere che puoi essere l'uomo che ho conosciuto qualche mese fa. Rifiuti di crederlo con così tanta ostinazione da farmelo sentire ogni volta come un pugno nello stomaco. E si suppone che io dovrei cancellare dalla mia mente questo tuo rifiuto e come mi fa sentire se un domani dovessi ricordare chi eri quando eri con me..."

Mise le mani nel grembo e strinse le dita in piccoli pugni mentre si piegava verso di lui.

"Tu dici di non riconoscerti nella persona che continuo a descriverti ed io non so più a chi credere. Allora, dimmelo tu, Santos... alla quale delle due versioni di te devo credere? Alla persona che adesso dice che non sono il suo tipo e che non si sarebbe mai e poi mai potuto innamorare di una come me, o all'amante che ha trascorso notti meravigliose nel mio letto, che mi ha sussurrato parole d'amore, che mi ha fatto sentire come la donna più bella del mondo? Non importa se domani ti sveglierai e ricorderai tutto... Te lo auguro con tutto il cuore... Ma se o quando succederà, io saprò SEMPRE che una parte di te si ribella con determinazione al solo pensiero di essere stato insieme a me."

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora