Capitolo 1

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Stentavo a crederci ancora. Lei era lì e io non potevo fare nulla.
Continuavo a guardarla e speravo che tutto ciò fosse un incubo. Sperai di svegliarmi e ritrovarmi sul mio solito letto, ancora intento a sognarla anche ad occhi aperti, ma purtroppo non era così.
Mi era mancata un sacco, volevo tanto parlarle o abbracciarla come l'ultima volta che c'eravamo visti, ma non potevo farlo. Se avessi fatto qualcosa del genere, mio padre avrebbe scoperto tutto e l'avrebbe fatta uccidere e io non potevo permetterlo. Lei doveva restare viva e se io le parlavo erano guai.
«le donne e gli uomini devono essere in due campi divisi, stessa cosa per gli anziani. I bambini con gli uomini» - urlò Jonathan, mio zio - «tu Èrick devi stare nel campo delle donne, a te sicuramente daranno ascolto quelle là»
«d'accordo zio» - risposi. Ero felice perché potevo vederla almeno. «Edward, tu vieni con me o sei con gli uomini?» - domandai al mio migliore amico. Lo conosco da quando andavamo al liceo ed è sempre rimasto con me fin dal primo momento.
«e me lo domandi pure? Ovvio che vengo con te. Non vedo l'ora di vederti flirtare con le donne solo per ucciderle»

Una tedesca dettó le regole alle donne non appena raggiunsero il loro dormitorio e lei era lì..
Nonostante avesse quell'orribile pigiama a righe, lei era sempre splendida. Con i suoi occhi verde smeraldo mi squadró dalla testa ai piedi. Forse mi ha riconosciuto? O forse no? Sono sicuro che non stava minimamente ascoltando la tedesca che parlava dato che teneva lo sguardo fisso su di me, ma io pregai che stesse ascoltando perché non voglio vederla uccisa.
Non appena la tedesca e il mio migliore amico se ne andarono, io rimasi lì. Non seppi neanch'io il perché, ma sapevo solo che io dovevo rimanere lì, anche per solo cinque minuti.
Mi avvicinai a Dafne, ma lei indietreggió. Aveva paura di me? Mi domandai.
«Dafne sono io, Èrick. Ti ricordi di me? Agosto 1939. C'era una festa in spiaggia e ci siamo incontrati lì, stavamo pure per baciarci...» - dissi. Cercai di parlarle e poco dopo lei mi rispose. E so che l'ha fatto solo per non mettersi nei guai.. ma quella risposta mi ferì.
«non la conosco, si starà confondendo con un'altra ragazza, mi scusi..»
In quel momento le dissi che aveva ragione, che mi ero confuso. Ma almeno ero felice perché le avevo parlato. Spero solo che rimanga viva fino alla fine di questo inferno.

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