Capitolo 11

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“Ogni tanto mi piacerebbe poter viaggiare nel tempo, andare dal me del passato, mettermi un braccio intorno alle spalle e dirmi: “Sei preoccupato per tutto ciò che deve succedere? Tranquillo, dei tuoi sogni non se ne avvererà neanche uno ma non per questo smetterai di sognare. Farai tanti errori ma alcuni di essi saranno opportunità. E ciò che ti faceva più paura ti renderà solo più forte”.

- Fabrizio Caramagna

verrai trasferito”
“Sei nato per sbaglio, io neanche ti volevo”.
Queste parole mi rimasero impresse nella mia mente.
Ora capisco perché ad un tratto non voleva che la mamma venisse con lui. Mio padre ha sempre saputo che stava male e non ha fatto nulla per evitare che lei morisse.
“Se la caverá” disse.
Continuai a pensare alla litigata che feci con mia madre poco prima che lei morisse. Vorrei tanto averla qui e parlare con lei, abbracciarla..
«siamo arrivati. Starai qui fino al prossimo ordine» - disse uno dei soldati.
Non ringraziai e scesi direttamente dal furgone.
Entrai nel campo di concentramento e un soldato mi scortó fino al mio ufficio.
«questa è il tuo ufficio, e anche il mio. E dormiremo anche qua»
«d'accordo»
«non ci siamo neanche presentati. Mi chiamo Ethan» - mi disse lui. Era castano come me, magro ma aveva gli occhi castani.
«Érick» - ricambiai a mia volta il saluto.
«si,già sei famoso qui»
Feci una piccola risata. Certo qui comandava anche mio padre, quindi non c'era d'aspettarselo che qui non mi conoscessero.
«avrai fame, vieni con me»
Mi portò in sala pranzo e lì era tutto diverso dall'altro campo.
«qui servono le donne ebree?»
«si»-rispose
Cercai allora il suo sguardo. Se lei non era in quel campo di concentramento, allora poteva essere qui.
«tutto ok?» - mi chiese Ethan
«si.. si va tutto bene»
Cercai ancora ma non la vedevo, fino a quando una donna venne verso di noi..
Non ci posso credere. È lei.
Dafne.
«ecco a voi. Buon pranzo» - fece un piccolo inchino e andò via.
«io vado un attimo in bagno» - dissi, sperando che Dafne mi abbia sentito. Devo parlarle. Ho bisogno di parlarle.
«ok, è lì, tutto dritto seconda porta a destra»
Ringraziai e andai in bagno.
Aprì la porta e la vidi già dentro.
«Dafne» - fuori uscì dalle mie labbra come un sussurro.
«Érick...»
Mi venne incontro e mi abbracciò e io ricambiai il gesto.
«aspetta che chiudo la porta» - dissi staccandomi e chiudendo la porta a chiave.
Ci abbracciammo nuovamente e lei scoppiò a piangere.
«perché ti hanno mandato via?» - le chiesi mentre ci staccammo per poi guardarla negli occhi.
«volevo parlarti, ma mentre ti cercavo un ragazzo mi disse che eri partito e che per via della guerra eri naufragato e quindi eri morto»
«a me dissero la stessa cosa, solo che ti avevano ucciso per via dei comandi del capo. Sono felice di sapere che non sia così»
«anch'io. Quando quel ragazzo mi disse in quel modo sono crollata e nel momento stesso mi scortarono con altre ragazze in questo campo»
«io sono qui perché mio padre mi ha cacciato» - le rivelai-«dopo alcuni giorni che mi dissero che tu eri morta, quell'uomo che sarebbe mio padre, mi disse di andare da mia madre che stava male. Poi iniziarono i bombardamenti e la sua malattia continuava ad andare peggio, fino a quando..»
«oh Érick.. mi dispiace per tua mamma»
«la cosa peggiore è che lui mi disse che io non sono suo figlio e mai lo sarò. Disse anche che sono nato per sbaglio. D'altronde tutto quello che mi faceva quando ero piccolo si spiega»
«i miei morirono appena siamo arrivati.. morirono insieme ai bambini nella camera a gas»
Oh merda, li ho uccisi io.
«Dafne io..» - cercai di continuare la frase ma lei non me lo permise, interrompendomi.
«ho visto che sei stato tu. So perfettamente che non volevi»
«mi dispiace»
L'abbracciai e rimanemmo così per un paio di minuti.
«Dafne, io devo dirti una cosa» - dissi guardandola di nuovo negli occhi
«che ti sei fidanzato?Qui ti dico solo che ti conoscono tutti e sanno tutti di te»
«come girano in fretta le voci, eh stellina?Avrei tanto voluto conoscerti in un'altra maniera, ma a quanto pare il destino ha voluto così»
«tra un tedesco ed un ebrea sai benissimo che non potrà mai funzionare»
«lo so.. e mi addolora tutto questo..»
«fa star male pure a me, ma purtroppo non possiamo farci nulla»
«voglio solo fare una cosa prima di lasciarci definitivamente»
«fallo»
La baciai senza indugiare troppo. Le tenni il viso con entrambi le mani mentre lei teneva le sue sui miei capelli. Nella stanza si sentivano solo i nostri respiri e gli sciocchi del bacio.
La presi in braccio e lei allacció le sue gambe attorno ai miei fianchi. La spinsi contro il muro e dopo un po' il nostro bacio finì.
«no, non ancora» - disse e mi baciò ancora di più. In un modo nell'altro i nostri vestiti finirono per terra e anche noi. Dopo che finì di muovermi sopra di lei, ci rivestimmo e uscimmo fuori dal bagno come se nulla fosse accaduto.
La guardai un'ultima volta negli occhi e andai via e tornai al mio tavolo.
«è diventata fredda» - disse Ethan
«non importa»
«hai fatto conquiste eh. Ho capito cosa è successo, ha i capelli tutti in disordine quella ragazza»
Sorrisi solo al pensiero di quello che è successo dentro quel bagno. Non doveva finire in quel modo, ma sono contento che sia successo e spero anche lei dato che era la sua prima volta.
«ma la conosci? La guardi come se volessi mangiarla»
Non sapevo se dirglielo o meno.. ma sentivo che di lui potevo fidarmi e non come con quel coglione di Edward che mi aveva mentito.
«io sono innamorato di quella ragazza e so che non possiamo stare insieme, ma non posso farci nulla se il mio cuore ha scelto lei»
«si vede che è ricambiato, e mi dispiace che non potete fare come una coppia normale»
«non importa, sto bene così. Specialmente dopo quello che è successo»
«oh si immagino»
Ridemmo e forse qui iniziava a piacermi. Avevo trovato una vera persona di cui fidarmi e anche il mio primo vero amore.
Mamma aveva ragione.. Dafne era la mia felicità e lo sarà per sempre e farò di tutto pur di tenerla in vita.

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