Capitolo 8

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Una delle mie più grandi passioni era il disegno. Disegnavo ogni volta ascoltando la musica e per sempre farò così. In questo momento stavo disegnando ascoltando «'O surdato 'nnammurato» di Aniello Califano e Enrico Cannio.
Mia madre purtroppo non stava ancora tanto bene. La malattia era degenerata e avevo così tanta paura di perderla.
Mio padre invece non si fece sentire più ed erano passati tanti giorni dall'ultima volta che lo vidi.
Non sapevo più che fine avesse fatto, se fosse vivo o altro.
Nel foglio stavo disegnando il suo ritratto... già.. di Dafne. Mentre passavo i contorni, cantavo sulla canzone. Quando c'era la parte «Oje vita, oje vita mia...
Oje core 'e chistu core...
Si' stata 'o primmo ammore...
E 'o primmo e ll'ùrdemo sarraje pe' me!» pensavo a lei. Vorrei tanto sapere dove sia in questo momento..., se sta bene... se ha paura... o se le manco almeno un po'....
Con Edward non parlavo più, anche perché lui non si fece sentire in questi giorni. Ero sempre io che lo cercavo e o mi rispondeva in malo modo o non mi rispondeva proprio.
Non capii quello che gli stava prendendo e decisi di non insistere chiamandogli sempre.
«leoncino» - mi chiamò mia madre. Lei mi chiamava così fin dalla mia nascita. Per lei, anche se avevo ventiduenne anni, rimanevo sempre un piccolo leoncino.
Scesi le scale per andare in cucina e vidi mia madre appoggiata al lavandino della cucina. Aveva l'affanno.. cosa era successo?
«mamma..tutto ok?»
«si.. tranquillo, mi è solo venuto un giramento di testa..»
«sicura di stare bene?» - domandai con voce rauca.
«si, sto bene. Tranquillo leoncino»
«vieni, siediti» - dissi aiutandola a sedersi sulla sedia vicino al tavolo e io mi sedetti di fronte a lei.
La malattia aveva preso possesso di lei e papà non era qui. In questo momento noi avevamo bisogno di lui, no gli altri.
«tesoro parlami di cosa hai fatto quest'estate.. hai conosciuto qualcuna?»
Immaginavo che me lo avrebbe chiesto. In fondo era mia madre e mi conosceva alla perfezione e sapeva quando stavo male.
«si» - dissi sorridendo - «lei ecco.. è fantastica mamma. L'ho incontrata in quella festa in spiaggia in cui Edward mi costrinse ad andare»
Lei, vidi, che mi ascoltava con molta attenzione, perciò continuai.
«sinceramente non ero tanto convinto a conoscerla, però Edward che è più sociale di me, la fece avvicinare a noi e così le parlai per tutta, o per lo meno, per la metà della serata. Ha i capelli lisci castani e gli occhi di un verde bellissimo mamma.. lei è stupenda»
«sai il suo nome?» - chiese guardandomi negli occhi.
«si chiama Dafne»
«lei è...»
«ebrea... si....Cavolo mamma lo so che è sbagliato ma è successo. Io sono innamorato di lei»
Mi accarezzó una guancia e sorrise «lo so leoncino. L'ho notato quando mi hai parlato di lei»
«da.. da cosa l'hai notato?»
«da come ne hai parlato e anche dai tuoi occhi. Specialmente dai tuoi occhi»
«lei, mamma, era lì. In quel campo di concentramento, ma papà e tutti gli altri mi dicono che è morta per via dei comandi mandati da Hitler, ma io continuo a non crederci. Lei non è morta, me lo sento. So che è strano ma è così»
«io non so cosa sia successo, ma parlerò con tuo padre»
«non voglio che lui sappia che mi sono innamorato di una ragazza ebrea» - dissi. Avevo paura di lui.. dopo tutto quello che mi fece in passato, ho sempre avuto paura di lui.
«non lo saprà. Ma dimmi una cosa.. sei così innamorato di quella ragazza?»
«tanto mamma. La amo da impazzire...è stato come un colpo di fulmine»
Dopo che le dissi ciò, la casa iniziò a vibrare.
Oh merda..
«mamma dobbiamo andare nel rifugio»
«io.. non riesco a camminare» - mi rivelò.
La presi in braccio e andammo di sotto. Io poco dopo risalì molto velocemente per portare un po' di pane e acqua con ghiaccio nel rifugio.
«ok c'è tutto» - disse mia mamma.
Cazzo no! Il disegno.
«torno subito» - dissi mentre salivo di sopra.
Le sirene si sentirono ovunque. Molto velocemente presi il disegno che feci, lo piegai in quattro pezzi e scesi subito.
«Èrick, non lo fare più! Ora è molto pericoloso uscire» - mi riproverò.
«sto bene tranquilla»
Esplose una bomba e mia mamma urlò per lo spavento. Urlò anche per gli spari provocati dai fucili.
Abbracciai mia madre per calmarla un po'. Ha sempre sofferto di attacchi d'ansia e sveniva sempre dopo un po'.
Spero che tutto ciò passi presto..
Un'altra bomba esplose, e questa volta era più vicina.. e mia madre urlò nuovamente.
Avevamo bisogno di lui e non c'era. D'altronde sempre così è stato. Avevamo bisogno di lui e puntualmente non c'era mai.
«papà.. dove sei» - dissi con gli occhi colmi di lacrime. 

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