Capitolo 7

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"Dafne non è morta" mi ripetevo. Ormai avevo in mente solo quelle parole «è morta». Era vero? Mi avevano preso in giro?
Le domande erano tutte uguali da almeno due settimane. Il mio cervello diceva che era vero, che lei ormai non era più con me. Che io non potevo vedere più quel suo sorriso, quei suoi occhi verdi...,ma il mio cuore diceva altro. Lui credeva che lei non era morta, «è viva» diceva, «ti sta solo aspettando» continuava a dire.
Io... io ormai non sapevo più a chi credere.
Il giorno dopo tornai a casa da mia madre. Si era ammalata e aveva chiesto a papà se potevo stare con lei. Mia mamma mi chiese cosa avessi, dato che ero spuntato con una faccia diversa. Senza un sorriso... gli occhi spenti e colmi di lacrime. Le dissi che era perché avevo saputo che era malata. Lei, all'inizio, non ci credette, ma non volle insistere su cosa avessi mai passato in quel campo di concentramento.
Ora lei stava riposando e io, nella mia cameretta seduto sul letto con le gambe vicino al petto e le braccia attorno a esse, stavo pensando a lei.. a Dafne. Erano due settimane che pensavo a lei. Fanculo. Rifiuto di crederci. So perfettamente che lei non è morta, me lo sento. L'avranno trasferita insieme ad altre donne e, tutti quanti mi dicevano che era morta solo per accettare il fatto che lei non fosse accanto a me. Mi avevano mentito sicuramente, a malincuore anche Edward lo fece.
Da lui non me l'aspettavo. Da altri si, ma da lui, che era il mio migliore amico no. Lui stesso me la fece conoscere..

«dio se mio padre mi vedesse qui non so cosa potrebbe fare»
«non lo scoprirà mai tranquillo amico» - disse incoraggiandolo di rimanere.
«beh questo lo dici tu che non hai un padre che ti costringe a fare la qualunque cosa» - risposi facendogli un'occhiataccia.
«vieni prendiamo qualcosa da bere Érick»
Ci avvicinammo ad un bancone ed ordinammo da bere, ma ad un certo punto, quando mi girai verso il palco, rimasi incantato..
«Io prendo del wisky, tu Érick?»
Era la ragazza più bella che io abbia mai visto in vita mia. Non sapevo come si chiamasse, ma ero davvero curioso di conoscerla.
«a chi stai guardando?» - disse girandosi - «ohh adesso capisco chi stai guardando»
«non fare una mossa azzardata ti prego»
«oh ma si certo tranquillo.. Ehii, voi ragazze, potete venire un attimo?» - urló.
«vai a quel paese stonzo»
Oh merda, sta arrivando...
«salve ragazze, vi abbiamo visto da lontano e sappiate che siete davvero stupende. Il mio amico qui a fianco a me vorrebbe conoscere la mora. Se non ti dispiace ovviamente»
«guarda che è pazzo, sta scherzando. Non sa cosa dice..»
«no tranquillo, per me è un piacere fare nuove conoscenze» - disse la mora.

«io ora.. devo andare. Janette sarà preoccupata»
«si.. ti accompagno»
«nono tranquillo.. faccio da sola»
«ok.. se preferisci così, non insisto ehm...» - ora che ci penso non ci siamo presentati.
«Dafne» - mi rispose come se mi avesse letto nella mente
«Érick» - dissi a mia volta.

Se non avessi accettato la sua richiesta di andare a quella dannata festa in spiaggia, non mi sarei mai innamorato di Dafne. L'ho vista solo una volta e le ho parlato solo quella sera.. ma è stato fantastico. Lei in qualche modo capiva me e io capivo lei. So che è strano innamorarsi già al primo colpo, ma i colpi di fulmini esistono, no? E infatti fu quello che successe a me. Avevo avuto un colpo di fulmine.
Non era la solita infatuazione che avevo preso. Di solito quando mi "innamoravo" al primo colpo non avevo tutta questa gran voglia di rivedere la persona interessata, ma con Dafne fu tutt'altro che semplice infatuazione.
Lei era fantastica..

«hai mai avuto un ragazzo?» - domandai
«ehm...»
La guardai mentre sorseggiava il suo bicchiere di Coca-Cola che beveva con la cannuccia.
«non hai mai avuto un ragazzo?» - dissi rimanendo incredulo.
«può capitare»
«vero» - sorrisi mentre lo dissi. Non sapevo se essere felice o meno. Infondo la conoscevo da soli cinque minuti.
«tu invece? Hai mai avuto una ragazza?» - domandò
«si.. qualcuna c'è stata. Ma non era una vera e propria relazione. Ci vedevamo poco e litigavamo ogni giorno»
«mi dispiace..»
«è tutto perché sono tedesco..»
Dopo questa rivelazione lei impallidì. Avevo detto qualcosa di sbagliato?
«tutto ok?» - chiesi.
Lei rispose con un semplice si e poco dopo io la invitai a fare una passeggiata a riva mare e lei accettò.

Mi manca tutto di quel giorno. Mi manca essere felice.. e penso che ormai la felicità che avevo, non l'avrò mai più.

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