ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 10

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Dalla finestra completamente spalancata entrava un piacevole venticello fresco, che stava progressivamente abbassando la temperatura afosa all'interno dell'appartamento. Il volto rilassato di Conrad, seduto sulla sua sedia a rotelle, era illuminato da un raggio di sole che pareva accendere la sua chioma bionda di una tonalità completamente nuova; anche se era intento a fissare il vuoto, i suoi occhi parevano esprimere una rilassatezza che le sembrava di scorgere per la prima volta.
-Sai cosa? Finché non sarà troppo caldo, potrei portarti un po' sul balcone- esclamò Cathernie, che lo osservava con tenerezza mentre era intenta a rivestire il suo letto con delle lenzuola pulite. -Ti farebbe bene stare un po' fuori, respirare un po' di aria aperta- concluse.
Si era sentita in dovere di accettare la richiesta dell'agenzia di ricoprire un turno completo per alcuno giorni, seppur sentisse di non avere affatto le energie fisiche e mentali per un incarico del genere; in un certo senso aveva voluto farlo perché sapeva che Conrad non aveva nessuno, e difficilmente sarebbero riusciti a trovare in tempo un'assistente che avrebbe potuto sostituirla in tempi così brevi.
Con delicatezza afferrò le maniglie poste sullo schienale della sedia a rotelle e iniziò a spingerla lentamente, facendo attenzione a non farla sbattere contro allo stipite della porta; condusse il ragazzo lungo il corridoio fino alla camera da letto adiacente, dalla quale attraverso una porta finestra vi era un comodo accesso al grande balcone posto lungo la facciata del palazzo. Posizionò il ragazzo con la testa rivolta in direzione del corrimano, oltre al quale avrebbe potuto avere una buona visuale sul parcheggio sottostante e sulla strada statale poco distante, costantemente percorsa da un considerevole numero di automezzi; non si trattava certo di un panorama mozzafiato, ma era abbastanza sicura che lui non avesse più messo il naso fuori dalla sua stanza per molti mesi, se non anni.
-Va bene se ti lascio qui qualche minuto, mentre finisco di pulire?- gli chiese, poggiando una mano sulla sua spalla. Ma il ragazzo, ancora una volta, parve non avere alcun genere di reazione.
Catherine sospirò, lasciandosi scappare in piccolo sorriso che inarcò lievemente le sue labbra. -So che puoi parlare. Ma se non vuoi, non importa- mormorò.
Dopo essersi assicurata che lui non potesse correre il rischio di cadere dalla sedia a rotelle, assicurando un'apposita cinghia al suo torso scheletrico, tornò all'interno dell'appartamento concedendosi un attimo di respiro. Si sistemò a sedere asciugandosi con una mano la fronte sudata, poi recuperò il cellulare dalla tasca. Le sue dita premevano la tastiera in modo caotico.
"Dave, tutto ok? Qui è successo un casino, per un po' dovrò lavorare anche per tutto il giorno. Possiamo parlare dopo? Ho davvero bisogno di sentirti".
Attese immobile fissando la chat per alcuni secondi, come sperasse di ricevere subito una risposta; detestava non riuscire più a comunicare con Dave quanto avrebbe voluto, non sapeva proprio quanto ancora sarebbe riuscita a sopportare quella situazione.
Piegò le labbra in una smorfia, ritrovandosi a fissare il pavimento. Aveva bisogno di mettersi a fare qualsiasi cosa pur di mettere a tacere i pensieri e le preoccupazioni che stavano facendo nuovamente affiorare la sua ansia. Dopo aver lanciato un rapido sguardo al ragazzo, che se ne stava ancora immobile nella stessa identica posizione in cui lo aveva lasciato qualche minuto prima, decise di approfittare della situazione per pulire a fondo la sua camera da letto prima di spingerlo di nuovo dentro; d'altro canto, non erano molte altre le attività che avrebbe potuto svolgere in quel posto maledetto.
Essendo l'ambiente quasi del tutto vuoto poiché ospitava solo un paio di mobili pressoché privi di oggetti e decorazioni, impiegò giusto una quindicina di minuti per spolverare i ripiani posti più in basso e ripulire a fondo il pavimento; fatto questo, pensò che fosse una buona idea arrampicarsi sulla scrivania per rimuovere la polvere anche negli scaffali alti, che quasi certamente Milena non riusciva a raggiungere.
Una volta posizionata stabilmente la ragazza allungò entrambe le braccia fino a raggiungere la parte superiore dell'armadio, ricoperta da un fitto strato di polvere che si era accumulata nel corso del tempo; qui vi erano state riposte alcune vecchie cianfrusaglie. Riconobbe con curiosità quella che pareva essere una macchina fotografica d'altri tempi, una piccola pila di libri, un rotolo di carta da parati: se voleva rimuovere lo sporco per davvero, allora sarebbe stata costretta a spostate tutti quegli oggetti uno ad uno. Mentre eseguiva la complessa operazione di riordino le capitò tra le mani un piccolo album fotografico, che aprì con un gesto dettato da semplice e pura curiosità. Con stupore, vide che esso conteneva soltanto tre vecchie foto, mentre tutto il resto dell'album era rimasto completamente vuoto.
Lo osservò con attenzione, reggendolo con entrambe le mani. La prima fotografia ritraeva il primo piano di una torta di compleanno, sulla quale troneggiavano due candeline azzurre e una serie di meringhe colorante disposte in modo circolare; la seconda era invece stata scattata a una giovane donna, nei cui lineamenti non ritrovò quelli di Milena. Ma fu l'ultima foto a catturare davvero l'attenzione della ragazza, tanto da spingerla ad estrarla dalla fodera: l'immagine mostrava un bambino di cinque o sei anni, che sorrideva in piedi davanti alla telecamera. Alle sue spalle si intravedeva un prato, sormontato dalla chioma di alcuni alberi.
Automaticamente, si domandò se si trattasse di Conrad. Girò quindi la vecchia foto, facendo scorrere lo sguardo sulla carta ingiallita fino a soffermarsi su quella che pareva essere una breve dedica scritta a mano da qualcuno.
"Ci divertiamo tanto qui. A presto! Troy".
Catherine aggrottò la fronte, restando immobile con la foto in mano per un quantitativo indefinito di secondi; non poté fare a meno di pensare che quello era proprio il nome con cui Milena era solita rivolgersi al nipote. Ma che senso aveva?
Forse resosi conto di aver ficcato il naso troppo a fondo in affari che non riguardavano il suo lavoro, si affrettò a rimettere ogni cosa al suo posto e scese lentamente giù dal mobile, terminando le ultime pulizie; aveva letteralmente tirato a lucido ogni angolo della stanza di Conrad, che finalmente odorava di pulito ed era avvolta dalla luce del sole. Era certa che lui si sarebbe sentito molto più a suo agio, in un ambiente curato e ben illuminato.
Ripose gli stracci che aveva utilizzato e si lavò accuratamente le mani, per poi dirigersi verso il balcone. Il sole si era ormai alzato nel cielo e iniziava a fare troppo caldo, per cui pensò che fosse meglio riportare il ragazzo in casa; percorrendo il corridoio, però, sobbalzò quando udì il suo cellulare emettere un breve suono. Si trattava di una notifica.
Sfilandolo dalla tasca osservò lo schermo, realizzando in modo istantaneo che si trattava di una risposta di Dave al suo messaggio di qualche ora prima. Senza neppure rendersene conto stava già sorridendo, ma l'espressione sollevata che illuminava il suo volto era destinata a spegnersi completamente solo pochi attimi dopo.
"Catherine, non volevo dirtelo così ma mi sto vedendo con un'altra ragazza, ci siamo conosciuti quando mi sono trasferito qui. Mi dispiace davvero, non è colpa tua ma semplicemente sento di non amarti più".
In quell'attimo il tempo si fermò, e l'universo intero parve iniziare a roteare in modo caotico attorno a lei. La ragazza continuava a fissare lo schermo illuminato del suo cellulare, ma faceva fatica a dare un senso alla frase che vi era impressa. Quelle poche semplici parole avevano trapassato il suo corpo come la lama di una sciabola, lasciandola completamente spoglia di ogni sua sicurezza a lasciarsi divorare dal silenzio assordante attorno a lei.
Doveva trattarsi di uno scherzo, Dave non l'avrebbe mai scaricata in quel modo. Poggiò un dito sulla tastiera con l'intento di rispondere al messaggio, ma in un attimo si accorse che il contatto l'aveva appena bloccata, impedendole ulteriori interazioni.

CatatonìaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin