1. THE NEW MOON

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4 anni prima ~ Aven pov
-Ti prego non farlo- il mio respiro accelera a dismisura.
-Ti prego, no!- urlo mentre le lacrime mi bagnano le guance rossastre.

-Mi dispiace amore, ma io ho bisogno di raggiungerla- la sua voce è tremante. I suoi occhi
esprimono dolore e pace nello stesso istante.

-No, no, no, per favore- sussurro prima che il vuoto l'accoglie.

Oggi-Avery

Le gocce di pioggia si appoggiano sul finestrino.
-Mancano 3 ore, Avery, non penserai di leggere per tutto il viaggio-

È da quando siamo partite da New York che mia madre non la smette di rimproverarmi.

Ormai è passato quasi un anno dal giorno che mio padre ci abbandonò prendendosi tutti i nostri risparmi e costringendoci a trasferirci a New Orleans da mia nonna.

-Finisco di leggere questo capitolo, mamma-
Mormoro con il naso immerso nel libro.

Ho sempre avuto un rapporto particolare con mia madre, sicuramente non siamo come Rory e Lorelai ma non posso lamentarmi, dopotutto lei mi vuole bene.

-Va bene, ma dopo metti giù il libro, hai bisogno di rilassarti-

Alzo gli occhi al cielo e continuo il capitolo.

**********

-Avery! Ommiodio quanto sei cresciuta!! -
Ma dove sono? Siamo già arrivate? Oddio devo essermi addormentata.

-Ciao nonna, come stai?- chiedo ancora confusa passandomi una mano sul viso.

-Sto bene! Allora com'è stato il viaggio?- chiede lei entusiasta.

Ignoro la domanda di mia nonna e scruto attentamente il paesaggio; la strada è illuminata dai lampioni e dalle luci dei locali.

Mia nonna probabilmente sta ancora parlando ma in questo momento sono incantata ad ascoltare una melodia jazz proveniente da un locale alla mia destra.

A New York City c'era sempre confusione, le notti erano interrotte dai suoni dei clacson, dal chiacchiericcio dei turisti e dalla musica degli artisti di strada.

Venivo a New Orleans ogni estate, mi ricordo che passavo tutti i pomeriggi in un negozio nel Quartiere Francese, era un negozio piccolissimo e stracolmo di pietre ed erbe, la proprietaria praticava riti voodoo mentre io giocavo insieme a sua figlia.

Nel locale jazz intravedo una ragazza, probabilmente ha la mia età.
Sorregge nella mano sinistra un calice di vino rosso e nella destra una sigaretta, mi sposto di qualche centimetro per vedere il resto del suo corpo, è bellissima, indossa un abito nero attillato che contrasta con i suoi capelli biondi quasi bianchi.

Senza volerlo mi immagino come starei con quel vestito, "probabilmente non ci entrerei nemmeno" penso.
Non ho mai avuto problemi con il mio aspetto fisico, anche se spesso mi ritrovo a scegliere vestiti oversize per nascondere le mie forme.

-Avery! Mi ascolti?!- la voce di mia madre mi riporta alla realtà
-Sisi, scusa mamma- dico con aria distratta,
-È meglio che andiamo a casa, domani devi andare a scuola- interviene mia nonna prima che mia madre mi uccida con un solo sguardo.

oggi ~ Aven
4 anni, 6 mesi e 11 giorni.

Un altro fottuto giorno, un altro fottuto giorno uguale al giorno precedente.

-È quasi finita l'ora, prendete i quaderni che cominciamo-

La professoressa di matematica entrava sempre in ritardo e si lamentava che le sue ore durassero poco, che rincoglionita.

-Oggi abbiamo il piacere di accogliere una nuova studentessa-

Una nuova studentessa?

-Buongiorno, sono Avery Nyra George, mi sono appena trasferita, prima abitavo a New York City-

Capelli disordinati, occhiali tondi, jeans e maglietta oversize,
è bellissima cazzo, sembra un angelo intrappolato all'Inferno.

-Puoi sederti accanto a..- la professoressa fa una pausa.

Non ci credo; la professoressa di matematica che insegna in questa scuola da sei anni ha dimenticato il mio nome?

-Aven- continuo io evitando gli occhi di tutti i compagni che mi fissano.

Perché mi guardano? Non possono farsi i cazzi loro?

-Ah si, scusami, Aven-
La sua voce mi irrita così tanto che spesso salto le sue lezioni per qualche marlboro in più.

Per le due ore successive tengo le cuffie.
Ho sempre amato la musica, riesce ad insinuarsi nel sangue, riesce ad entrare nella mente e per quei pochi minuti sei in un altro mondo.
La musica può capirti, può salvarti, la musica è una droga, una droga bellissima.

-The Smiths?-

Cosa?
Mi tolgo le cuffie e guardo la ragazza nuova, nessuno mi aveva mai rivolto la parola.

-Io amo i The Smiths-

Le lancio un'occhiata torva e il suo corpo si irrigidisce subito.
Gira il capo tornando ad ascoltare la lezione.
Ho sempre ritenuto che le lezioni di matematica fossero inutili.
Tutta la scuola è inutile.
Passi ore, giorni, anni a studiare, e poi quando ti ritrovi faccia a faccia con la morte che cosa fai?

-Ok, basta per oggi-
la voce della mia professoressa mi riporta alla realtà.

-Ci vediamo domani- continua lei
per fortuna, non ce la facevo più.

- Arrivederci prof-
la voce dei miei compagni si espanse per tutta la classe.

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SPAZIO AUTORE

Sono perfettamente consapevole che questo capitolo è molto corto, ma è solo il primo.

Nel prossimo capitolo avremo il pov di aven, e scopriremo qualcos'altro sulla loro storia

questa è la mia prima storia, perciò ci terrei a ringraziare tutti quelli che hanno letto<3

The Ghost Of The MoonWhere stories live. Discover now