22. UNFAIR

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Oggi-Avery

Siamo rimasti in silenzio per tutto il tragitto, dopotutto non avevo parole, e lui deve aver intuito il mio stato d'animo poiché è rimasto in silenzio.

Sono appena arrivata davanti casa di Evyn.
Sono veramente abbattuta, non so come comportarmi; uno stalker la perseguita e sarebbe giusto avvertirla di questo, o almeno dirle la verità ma una parte di me ha veramente paura delle conseguenze.

Non so veramente cosa fare, sono nel caos più totale, vorrei solamente rilassarmi e non pensare più.

Molto spesso penso che cosa accadrebbe se incontrassi la me di tre anni fa e le raccontassi tutto ciò che ho passato in quest'ultimo periodo.
Penso veramente che rimmarebbe di stucco e mi prenderebbe per pazza.

Busso due volte sulla porta, le ho scritto prima dicendole che sarei arrivata e che le avrei raccontato tutto, lei aveva accettato con piacere.

La porta si spalanca rivelando la corporatura della mia migliore amica.
Evyn rimane lì, in piedi con la sua tuta grigia e con una crocchia disordinata sulla testa mentre mi scruta con attenzione.

La sua espressione serena si trasforma velocemente appena i suoi occhi si soffermano sulle mie ginocchia.

Non mi saluta nemmeno, parte già con le sue domande preoccupate: -Avery, stai bene?-
-Perchè non sei andata a scuola? Cos'è successo ieri?-

Io rimango in silenzio non so da dove partire, sono state giornate intense e per quanto io sia consapevole che lei non mi giudicherebbe mai, ho sempre molto timore ad aprirmi con le persone.

Fortunatamente ne è consapevole e fa di tutto per lasciarmi un po' di spazio cercando di non assillarmi di domande, ma è impossibile per lei non preoccuparsi per me.

-Ti prego, almeno entra. Fuori fa freddo-
Esclama protendosi in avanti con il corpo.

-Sì, grazie-

Entro nell'ingresso di casa sua.
In un primo momento vengo sopraffatta dalla sensazione di ospitalità e di nostalgia.

Nel corso degli anni io ed Evyn siamo state a casa una dell'altra, lei dormiva una o due settimane da me e poi stavo io da lei per lo stesso periodo di tempo.
La sua abitazione non è molto grande ma è accogliente.
Sua madre e sua nonna sono amanti delle erbe perciò casa sua è stracolma di esse, e quel profumo si fonde con l'odore del legno, rendendo la sua dimora un posto ai miei occhi magico.
Mi mancava così tanto questa sensazione.

Evyn corre per le scale raggiungendo camera sua senza guardarsi le spalle, consapevole che la seguirò; come sempre.
Ormai conosco questa casa come il palmo della mia mano.

Seguo la mia amica fino a raggiungere la sua camera da letto.

Evyn si siede sul letto ricoperto da vari strati di cuscini, piumoni e coperte colorate.
Poi si protende in avanti per raggiungere il suo mini frigo, posto al lato del letto, per estrarre due bottigliette di Coca Cola e due pacchetti di caramelle.
E con un sorriso me ne sporge una.
-Vuoi?-
-No, grazie-
Sorrido gentilmente rifiutando.

-Te lo lascio sopra al comodino, se cambiassi idea puoi prenderlo tranquillamente-
Ancora con quell'espressione di gentilezza pura, appoggia la lattina e il pacchetto accanto all'abat-jour, poi rivolge l'attenzione su di me, guardandomi in attesa di qualche spiegazione.

-Questa mattina non mi sentivo molto bene: ho litigato con mia madre, per ciò che è successo ieri sera, così sono andata a correre. Tuttavia sono svenuta, fortunatamente Aven era nei paraggi e mi ha visto, mi ha preso in braccio e mi ha portato a mangiare qualcosa in uno strip club-

The Ghost Of The MoonWhere stories live. Discover now