23. BROTHERHOOD COME FIRST

115 13 75
                                    

Oggi- Aven

Cammino a passo spedito verso il cimitero accanto alla Bourbon Street.

Oggi è stata una giornata di merda, Rhys non sa fare il suo cazzo di lavoro, Ryle è un deficiente e non sa prendersi delle responsabilità, e cinque criminali mi stanno col fiato sul collo.

Cerco di non pensare ad Avery, oggi mi sono comportato da stronzo e non ho scuse ma ero veramente così stanco di tutta quella situazione.

Arrivo al cimitero, il cancello si apre con uno scricchiolio.
Si sente solo il rumore delle mie Converse che schiacciano i sassi.

-L'hai venduta al S&D?-
La sua voce mi fa rabbrividire, non riesco a vederlo bene in faccia; il suo volto è oscurato dal cappuccio nero e la sua corporatura è nascosta nell'ombra, dietro una tomba.
Questo cimitero di notte è il posto più pericoloso di New Orleans, dopo i quartieri malfamati.
È poco illuminato ed non ci sono telecamere di videosorveglianza e il guardiano è un vero rincoglionito, sono bastati solo cinquanta dollari per corromperlo.

-Si-
Rispondo sempre a monosillabi se è possibile, voglio essere meno riconoscibile anche se sono consapevole che lui mi ha visto crescere.

Intravedo il suo sorriso compiaciuto.
-Hai già preso la roba per domani?-

Abbasso gli occhi di scatto.
Porca puttana, e ora cosa m'invento?

-Il mio fornitore ha avuto un contrattempo, non riuscirò ad avere ciò che mi hai chiesto per domani-

Rimane in silenzio per un paio di secondi, io invece continuo a tenere gli occhi abbassati.
Tuttavia sento qualcosa di freddo premuto sul collo.
Una pistola.

-Voglio la roba entro domani sera, sennò sai già quali saranno le conseguenze. Questo non è un gioco-

Annuisco e lui toglie di scatto la pistola.
-Ah sì, Christ, domani sera voglio anche Collins con te-

Annuisco ancora e lui si gira andandosene.

🥀


-Ti prego non farlo- il mio respiro accelera a dismisura.
-Ti prego, no!- urlo mentre le lacrime mi bagnano le guance rossastre.

Mi sveglio di soprassalto, le luci del mattino filtrano dalla finestra.

Mi passo una mano sul viso, ormai faccio questo sogno da anni; ogni notte ripercorro quel momento esatto.

Mi alzo dal letto, sono a petto nudo e involontariamente il mio sguardo scivola sulle innumerevoli cicatrici che segnano le mie braccia e le mie spalle come se fossero delle costellazioni.
Le sfioro con attenzione ma la mia mente rimane vuota.
Non riesco più a percepire il dolore, anche quando le guardo, non sento niente.

Un grugnito alle mie spalle mi obbliga a girarmi di scatto.

C'è una ragazza nuda avvolta dal lenzuolo bianco sul mio letto; cazzo, stanotte devo essermi proprio divertito.

Non ricordo nulla, ma non me ne curo molto, dato che probabilmente quella ragazza sarà una prostituta e non la rivedrò mai più.

Raggiungo il mio bagno schivando i mozziconi di sigaretta sparsi nel pavimento.
Raccolgo da terra la mia felpa e la infilo, lasciandola aperta nel petto, prima di entrare nel bagno e guardarmi nello specchio infranto.
Il mio riflesso è deformato dai cocci di vetro rimasti.

The Ghost Of The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora