20. GO AHEAD AND CRY, LITTLE GIRL

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7 anni prima- Aven

-Stai zitta!-
Sento le urla di John mentre prende con forza il polso di mia madre.
Si avvicina al suo volto e le urla contro;
-Non osare contraddirmi, troia! Senza di me tu non sei nulla.-
Sussulto ma non chiudo gli occhi, lui ha sempre sostenuto che dovessi guardare come si diventa un vero uomo.

-Mio piccolo Aven, mi dispiace-
La sua voce è rotta, la bocca si bagna del suo sangue.
-Non parlare con mio figlio!-
E poi un colpo, un altro e un altro ancora.

Oggi-Avery

Mi sveglio di soprassalto.
Dove sono?
Con uno scatto mi alzo sedendomi sul letto, mi guardo attorno cercando di focalizzare l'ambiente circostante.
Mi sfioro le tempie, sono ancora confusa e la testa mi pulsa.

Dopo pochi istanti riconosco camera mia e i ricordi della sera precedente si presentano tutto d'un colpo facendomi balzare in piedi.
Mi accorgo di non avere il coltello nella mano destra e il mio cellulare è posato sul comodino.
Sollevo le lenzuola più volte cercando invano.

Cos'è successo dopo che mi sono addormentata?
Perché sono in camera mia?
Controllo la sveglia; sono le quattro del mattino, la scuola dovrebbe iniziare fra quattro ore.

Decido di scendere le scale con cautela per raggiungere la cucina, mia madre dovrebbe essere già sveglia ma non so se sia ancora fuori con quel mostro.

-Si certo, sono molto preoccupata per lei.
Ieri sera ha fatto una scenata, fortunatamente c'era la sua migliore amica che le è stata vicino ma poi l'ho trovata questa mattina...-
Mia madre è girata di spalle, sta parlando al telefono con voce rotta, sembra che stia per scoppiare in un pianto disperato.

Indossa una tuta da ginnastica semplice, è veramente bellissima ma dopotutto è anche molto giovane; aveva la mia età quando mi ha partorito; a differenza di mio padre che ormai aveva ventisette anni.
Tuttavia lei è riuscita a proseguire i suoi studi di psicologia, laureandosi e diventando una psichiatra.
Sono molto fiera di lei anche se avrei veramente voluto che fosse più presente nella mia vita, ci vediamo pochissimo ed è sempre molto impegnata.
Non mi ricordo nemmeno l'ultima volta in cui abbiamo dialogato normalmente.

Sono ancora sulle scale e chiaramente non mi ha sentito perché continua ad annuire ascoltando le parole dell'altra persona al cellulare.

Faccio un altro passo, ma con il mio peso faccio scricchiolare il legno; mia madre si gira di scatto e mi guarda negli occhi con uno sguardo sorpreso.

-Ti chiamo dopo, cara. Scusami-
Risponde lei al telefono continuando a sostenere il mio sguardo.

Riattacca la chiamata e appoggia il cellulare sull'isola della cucina.
-Avery, amore, come stai?-
Mi sorride dolcemente come se stesse parlando ad un bambino indifeso.

-Sto bene-
Mormoro sospettosa passando il peso da un piede all'altro.
-Questa sera io ed Enzo ti abbiamo trovato addormentata sul divano con un coltello in mano, poi è arrivato un ragazzo preoccupatissimo per te, era scosso e ansimava.
Pensava che tu fossi in pericolo...-
Sospira prima di continuare;
-Enzo ti ha portato in camera tua e ha aspettato che tu dormissi veramente, mentre io ho parlato con quel ragazzo-

Mi ha portato in camera mia?!
Oddio, no. Fa' che tutto questo sia un incubo.

-Come si chiamava il ragazzo?- Chiedo titubante, so che molto probabilmente era Ryle ma ormai ho bisogno di una conferma.

-Non so il suo nome, ma era il ragazzo che ti ha accompagnata a casa quando eri ubriaca-

Aven?
Aven pensava che io fossi in pericolo, ed è venuto a casa mia?
Lui era preoccupato per me?
Ancora non riesco a credere alle parole di mia madre; Ryle non può aver parlato con Aven, lui ha cercato di ucciderlo solo poco tempo fa, ma allora come lo sapeva? Come fa Aven a sapere sempre tutto ed essere ovunque?

The Ghost Of The MoonWhere stories live. Discover now