16. DANGEROUS WOMAN

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Oggi-Ryle

Sono seduto sul marciapiede sotto un lampione, ho una bottiglia di vodka in mano e sto maledicendo il giorno in cui sono nato.

Il sole è già tramontato, è passata un'ora da quando ho lasciato Avery in libreria senza avvertirla che sarei andato via, l'ho abbandonata di nuovo.

Un senso di colpa s'impossessa del mio corpo, Avery è sempre stata così gentile nei miei confronti.

-Sono veramente un coglione- mormoro guardando la bottiglia ormai vuota.

-Si, lo sei- concorda una voce estranea.
Alzo la testa di scatto e vedo Aven in piedi intento a fissarmi.

Abbasso gli occhi guardando un punto fisso sulla strada.
-Ma non questa volta- sospira lui sedendosi alla mia destra.

I miei occhi tornano su di lui, sono veramente confuso probabilmente è colpa del tasso alcolico che ho ingerito negli ultimi trenta minuti.

-Non è colpa tua se siamo in questa merda-
Aven si accende una sigaretta e fissa la luna, lo fa sempre.

Non riesco a dire nulla, nessuna parola, nessun suono fuoriesce dalla mia bocca.
Fisso il vuoto muovendo la bottiglia, sono troppo ubriaco per pensare alla mia penosa vita.

-Questa mattina mi ha chiesto se l'abbiamo venduta, io ho annuito e gli ho dato una piccola percentuale del presunto ricavo- la voce di Aven rompe il silenzio.
Cazzo, non può averlo fatto veramente.

-Se scoprisse la verità moriremmo entrambi, lo sai?- esclamo con tono piatto.

-Si lo so, Ryle. Ma veramente volevi confessargli tutto? Avresti veramente preferito morire questa mattina? Oppure avresti preferito che lui le facesse del male?-
Aven oggi è particolarmente scosso al solito è sempre pacato, ma quando è così ho paura di lui, soprattutto delle sue azioni. Mi terrorizza, ormai lui non ha limiti potrebbe fare qualsiasi cosa.

-Aven calmati- è l'unica cosa che riesco a dire.

Il cuore mi martella nel petto, siamo entrambi nella merda.
Stiamo giocando con il fuoco sperando di non bruciarci.

Oggi-Avery
Ho provato a chiamare Ryle due volte da quando sono uscita dalla libreria ma ha il cellulare spento, mi sto preoccupando molto.
Spero stia bene anche se mi sono veramente stancata di questa situazione, esigo delle spiegazioni al più presto, non possiamo continuare così.

Mia madre oggi lavora fino a tardi.
Di recente lavora moltissimo e torna a casa solo poche ore al giorno, infatti è sempre distrutta.

Da quando mio padre ci ha abbandonate lei è diventata sempre più fredda, riconosco il suo dolore e lo comprendo ma spesso mi sembra come se mi avesse abbandonato anche lei.

Entro in casa mia, accendo la luce e mi tolgo le scarpe.

-Bentornata a casa, amore!- esclama mia nonna in cucina intenta ad infornare qualcosa.

Sul mio viso si dipinge un sorriso dolce.
Ultimamente mia nonna non parla più con nessuno; è da quando ha smesso di lavorare che non esce di casa se non per andare a fare la spesa oppure per andare dal fioraio.

-Ti ho preparato lo stufato di melanzane, spero che ti piaccia ancora, quando eri piccola lo amavi!- esclama entusiasta.

-Grazie mille, ma non dovevi..- sto per parlare quando lei mi interrompe portandosi l'indice alla bocca.

-Sst, non voglio sentire altro! Non ti devi sentire in debito con me, lo faccio con piacere- a quelle parole il mio cuore si alleggerisce.
Io amo follemente mia nonna, è la persona migliore che io conosca.

The Ghost Of The MoonWhere stories live. Discover now