17. STRAWBERRIES & CIGARETTES

153 25 48
                                    

Oggi~Avery

Il sole mattutino illumina la strada ricca di foglie secche autunnali.
Sono le sette della mattina, io e la mia amica ci stiamo avviando verso la scuola.
Questa notte ho dormito solo poche ore e in questo momento sono veramente stanca.

Tengo gli occhi fissi sulla strada e mi limito ad annuire alle esclamazioni di Evyn mentre saltella per la strada.

-Oggi è una giornata stupenda! Io amo l'autunno!!- esclama lei guardando la strada entusiasta.
-Mmm si- mugugno io.
Lei si gira lentamente verso la mia direzione, probabilmente si è accorta del mio stato d'animo dato che si avvicina ad un mucchietto di foglie secche raggruppate al lato della strada e le alza in aria, creando una pioggia di foglie giallastre.

Sorrido per la sua infantilità, amo quando si comporta così.

Mi prende la mano e mi fa girare su me stessa con una piroetta.

A quel punto scoppiamo entrambe a ridere.
Il suono delle nostre risate riecheggia sulla strada desolata, a quel punto involontariamente cominciamo a ballare, Evyn comincia a canticchiare Someone To Stay mentre io la seguo a ritmo. Attiriamo l'attenzione di molti passanti e guadagnamo un paio di sguardi torvi ma non ci facciamo molto caso.

Dopo svariati minuti passati a canticchiare e ridacchiare arriviamo finalmente a scuola.

-Mi merito un premio, tu che dici?-
-Perchè?-
-Perchè sono riuscita a farti sorridere- esclama lei fiera.

Le sorrido in segno di gratitudine, cos'ho fatto per meritarmi un'amica come lei?

Appena varchiamo la soglia le nostre parole si perdono sovrastate dal vociferare degli studenti così ci separiamo; io mi avvio verso la mia classe e lei verso la sua.

Entro nella mia classe, quando mi accorgo di essere la prima.
Mi siedo al mio posto e incrocio le braccia sul banco prima di appoggiarci la testa.
Okay, ho cinque minuti disponibili per riposarmi un po'.

La campanella squilla facendomi sussultare, mi alzo di scatto spaesata prima di accorgermi di essermi addormentata in classe.
Guardo l'orologio posto sopra la lavagna, ormai è arrivata l'ora di pranzo.
Ho dormito due ore?!
Ancora sbigottita mi giro cercando i miei compagni ma la classe è vuota, saranno andati via tutti.

Oggi cominciano le attività extrascolastiche, a New York ero entrata nel club degli scacchi dove avevo vinto innumerevoli premi aggiudicandomi anche un posto alle nazionali, tuttavia non partecipai mai poiché mio padre se ne andò la sera prima facendo piangere mia madre per tutta la notte.

Dopo quel giorno il mio cuore divenne un cumolo di rabbia, ero arrabbiata con mio padre e delusa da me stessa. Non ho mai capito cosa l'aveva spinto ad abbandonare tutto distruggendo la nostra famiglia.
Per molto tempo pensai che se ne fosse andato a causa mia; che l'avessi io indotto a fuggire.

Ho sempre avuto il bisogno di tenere tutto sotto controllo e di eccellere in qualsiasi materia ma dopo l'abbandono di mio padre tutto divenne eccessivo.
Passavo pomeriggi su pomeriggi a studiare, non uscivo più di casa e dormivo poche ore a notte, il mio corpo implorava pietà.

Appena non soddisfavo le mie aspettative il mio cervello entrava nel caos più totale e io finivo per sentirmi sempre di più un fallimento.
Solo dopo quella notte, quando il mio corpo arrivò al limite mi accorsi che non potevo continuare così.

Esco dalla mia aula e mi avvio verso il bagno.
Dovrei andare in mensa ma non ho voglia di pranzare, anche se non mangio da ieri a pranzo.
Mi inventerò una scusa per non essermi presentata.

The Ghost Of The MoonOnde histórias criam vida. Descubra agora