Capitolo 5

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Sono ancora scossa da quello che è successo poco fa. Ho provato ad ignorare o dimenticare le sue parole, ma mi fanno così male. È mia madre, dovrebbe volermi più bene di qualsiasi altra persona in questo mondo e invece non fa altro che ferirmi.

«A cosa pensi?»

Sposto lo sguardo verso la fonte della voce e mi ritrovo davanti il mio futuro marito. A quanto pare, non posso stare in pace un attimo.

«A nulla che ti interessi.»

«So di non starti simpatico, anche se non capsico il perché, ma che tu lo voglia o meno, dovremo sposarci.»

Il problema è proprio che non ti voglio sposare, ma non ci arrivi.

«Non puoi semplicemente andartene e non ricordarmi ogni volta il mio funesto destino?»

«Lo sai vero che le persone hanno dei sentimenti?»

Lo guardo storto. Mi crede una stupida?

«Certo che lo so.»

«Allora perché li calpesti ogni volta che apri bocca?»

Perché nessuno si è mai riguardato da schiacciare i miei...ma questo non posso dirtelo.

«Perché le persone non mi piacciono. Più mi stanno lontano, meglio è.»

«Strano.»

«Perché sarebbe strano?»

«Perché non è quello che si legge nel tuo sguardo.»

Mi mancava il poeta improvvisato.

«Okay Dante mancato, sentiamo cosa vedi nei miei profondi occhi verde bosco.»

«La voglia di essere ascoltata, la paura di non essere capita, ma soprattutto, la stanchezza di essere sempre e irrimediabilmente sola. È come se le persone stesse ti mettessero timore. Probabilmente, sei convinta di essere l'ennesima anima misteriosa e complicata, ma la realtà è che le persone potrebbero capirti in un batter d'occhio, non ne hanno solo voglia.»

Il suo discorso mi ha stordita, non mi è mai capitato che qualcuno mi capisse davvero, eppure sono cose che ho sempre saputo.

Ritorno a guardarlo e improvvisamente mi sento in soggezione. Sono seduta per terra, sul prato, e lui mi guarda dall'alto, come se avesse potere su di me. Mi osserva, pensa di aver azzeccato ed è compiaciuto di questo.

Mi alzo da terra e lo fronteggio. Non mi interessa che lui abbia effettivamente capito cosa celano i miei occhi, deve rimanere convinto che non sia così.

«Bella la favoletta sull'anima disadattata, impaurita e fragile, fosse vera, sarebbe ancora più emozionante. Peccato che sia totalmente falsa. L'unico motivo per cui sono sola è che le persone sono fastidiose, soprattutto quelle che non si fanno gli affari loro e guarda un po', tu sei una di quelle.

Arrivi qui, mi fai la predica sull'anima complicata e tormentata, credendo di avere ragione e invece hai solo sparato qualche giudizio qua e là. Insomma, smettila di provare a capirmi, te l'ho già detto: non voglio infrangere i tuoi sogni ma se continui a comportarti così, non mi lasci altra scelta. Ma permettimi di ripeterti una cosa e apri bene le orecchie perché non la ripeterò: non ho bisogno di te, né ora, né mai.

Ora fammi il piacere di sparire dalla mia vista, vederti mi infastidisce.»

Lui mi guarda e sghignazza, dopo quello che gli ho detto, lui ride.

Rimaniamo così per qualche minuto, poi io mi giro per allontanarmi ma lui mi afferra un braccio e mi blocca. Mi volto e il suo sguardo mi inchioda.

«Alla festa mi hai detto che è tutta la vita che menti. Perché?»

Locked DragonflyWhere stories live. Discover now