Capitolo 17

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«Charles...scusami il disturbo, sono venuta per parlarti.»

«Scusami, ma al momento vorrei poter rimanere solo. Non sono molto in forma e non mi sento molto bene.»

«Charles...so quello che è successo. Ero in casa quando te ne sei andato, anche se non mi hai vista.»

«Diana se sei qui per giustificare tua figlia, allora ti chiedo per favore di andartene. Non voglio sentire nulla a riguardo. Lei mi ha ferito e per una volta non voglio essere io a mettere da parte le mie necessità.»

«Ilary ha indubbiamente sbagliato, ma c'è un motivo molto più grande di quello che tu possa mai pensare dietro al suo comportamento.»

«Diana, ti chiedo per favore, non voglio sentire giustificazioni, non mi costringere ad essere scortese.»

«Charles...so che sei arrabbiato, ma per favore, ascolta le mie argomentazioni, poi scegli come gestire la situazione. Credimi se ti dico che non sarei mai venuta da te se non fosse davvero importante.»

Per un secondo mi tornano in mente tutte le voci che girano su questa donna. Tutte le volte in cui ho sentito come gli altri la denigrano e la insultano. Eppure, davanti a me vedo solo una donna, una madre, preoccupata per la figlia. Quale può essere il fattore scatenante di tali voci?

Per una volta mi maledico di non aver ascoltato la miriade di gossip che mia madre mi raccontava sui Gray-Connor, la famiglia di Ilary.

Improvvisamente, mi viene un dubbio, se il padre di Ilary fa di cognome Gray-Connor, allora perché sua madre è conosciuta come una Montgomery?

Quali sono i misteri dietro a questa famiglia? Perché tutti odiano questa donna?

Troppe domande senza risposta, così semplicemente faccio entrare Diana in casa.

***

Chi mai avrebbe potuto immaginare che fosse proprio quella donna, che avrei imparato a conoscere come crudele e senza scrupoli, la maggiore sostenitrice della nostra relazione?

Lei che da sempre ripudia l'amore e lo ritiene l'ottavo peccato capitale, lei che da questo sentimento è stata ferita come poche persone. La stessa che mi ha raccontato la sua storia solo per spingermi a perdonare sua figlia. Eppure, continua a scappare da questo sentimento.

Perché? Semplice, perché l'uomo per natura tende a scappare da ciò di cui ha paura, che sia un ragno, una mucca o, come in questo caso, qualcosa di immateriale.

Diana Montgomery ha conosciuto l'amore in entrambe le facce della sua medaglia, quella bella, forte, travolgente e totalizzante, ma anche quella dolorosa, terrificante, pesante e, purtroppo, allo stesso modo totalizzante.

Qualcosa, però, nella sua storia, queste due facce hanno in comune e no, non è l'essere forte. Bensì, è l'essere doloroso.

Provava dolore quando sentiva sua madre urlare per le botte che prendeva, mentre nessuno muoveva un dito. Così com'è successo anche quando era felice, anche se continuamente spaventata dal mostro.

Alla fine, la vita di questa donna è stata sempre accompagnata, e soffocata, dal male, quello potente perché creato dalla mente umana: la paura.

Non è mai importato quanto lei potesse impegnarsi a fingere che non fosse così, ha sempre avuto timore dell'amore.

Ha vissuto un amore dolce e gentile, trasformato in un amore tossico e cattivo da qualcuno che non la voleva vedere felice.

Perché la sua storia ha straziato il mio cuore, cresciuto in un ambiente amorevole e protettivo, non abituato a concepire un'altra forma di affetto se non quella positiva.

Locked DragonflyWhere stories live. Discover now