Capitolo 13

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La luce fioca della lampada illumina soffusamente il libro, la luce si disperde nella stanza, ma il buio abita e sovrasta la maggior parte della biblioteca. Io leggo il libro di Charles, accompagnata da tante ombre danzanti che mi tengono compagnia. Il cielo è del colore tipico della notte, costellato da tante piccole lucciole lontane ed escandescenti che cercano di portare luce anche nel momento più buio della notte, quello in cui i pensieri prendono vita e diventano così rumorosi da non lasciare spazio ad altro. Ma non questa volta, perché adesso sto vivendo questo libro, lo sto assaporando, sto ridendo alle battute di Charles, scritte a lato pagina. È grazie a queste parole se riesco a sentirlo quasi accanto a me, se mi concentro un attimo mi sembra quasi di sentire la sua voce profonda e graffiante ma altrettanto dolce che commenta il comportamento meschino di Mr. Darcy.

Poi, arrivata alla fine di uno dei capitoli, mi concedo una pausa di qualche secondo. Alzo lo sguardo, mi godo lo spettacolo che la lampada produce nello spazio circostante, ascolto in silenzio il rumore del vento che muove le foglie e sbatte sulle finestre, assaporo la notte in tutte le sue sfumature, dal silenzio che altre volte avrei trovato soffocante, al gatto randagio che miagola, al gufo che risponde e, soprattutto, mi godo la pace che è nata dentro di me e che finalmente mi permette di essere in completa connessione con il mondo circostante.

La mia anima è tranquilla, l'eterna e infermabile battaglia che combatte sembra essersi fermata.

Volgo lo sguardo verso la finestra e inevitabilmente i miei occhi vengono catturati dallo spettacolo che ogni notte regna nei cieli.

Così, mentre le stelle mi proteggono, il vento mi rilassa e le ombre mi fanno compagnia, riprendo la mia lettura.

****
Sarà per pura casualità o per un gioco del destino, ma quando finisco di leggere il libro e ritorno alla dedica, fuori il cielo si è appena tinto di quei particolari colori.

Sorrido per la bizzarra ma fortunata coincidenza e mormoro:

«"L'alba vinceva l'ora mattutina

che fuggia innanzi, sì che di lontano

conobbi il tremolar de la marina."

Dante Alighieri.»

Così, mi viene spontaneo alzarmi dalla sedia, dirigermi verso la finestra, aprirla e sedermi sul bordo, aspettando che il cielo si colori di arancione e rosso per godermi lo spettacolo. Nel mentre, con gli occhi fissi sull'orizzonte mi immagino un lago su cui questa luce possa riflettersi, creando quel fantastico spettacolo narrato da Dante.

Ma nulla è per sempre e presto la mia pace viene spezzata.

Sono già pronta a vedere mia madre e a iniziare a discutere con lei, ma ad aprire la porta è un'altra persona. La sua presenza mi sbalordisce data anche l'ora.

«Mi ha aperto tua madre e mi ha detto che ti avrei trovata qui.»

«A quanto pare aveva ragione.»

«Già.»

Fa qualche passo avanti. Il suo sguardo cade sulla poltrona su cui ho passato tutta la notte. Un piccolo timido sorriso gli nasce sulle labbra.

Ma non dice nulla, semplicemente avanza nella stanza fino ad arrivare a me, che sono ancora seduta sul bordo della finestra. Improvvisamente mi rendo conto di quanto questa posizione sia pericolosa, basta un suo movimento sbagliato e la mia vita è finita, eppure per la prima volta questa prospettiva fa nascere in me una piccola e quasi invisibile scintilla di paura.

Ma lui continua a non dire nulla e senza scomporsi mi avvolge le braccia intorno alla vita, portandomi ad appoggiarmi al suo petto. Così, rimaniamo per un tempo indefinito in questa posizione a guardare l'alba insieme.

A un certo punto distolgo l'attenzione dallo spettacolo davanti a me, il sole è ormai quasi sorto del tutto, il cielo è ancora colorato di quei bellissimi colori, ma io giro la testa leggermente all'indietro, attirata dalla persona alle mie spalle che non ha mai smesso di tenermi, e incontro il suo sguardo che già prima mi stava guardando.

Improvvisamente, nasce dentro di me una sensazione primordiale, avvolgente, coinvolgente, totalizzante ma distruttiva. Corrode, spezza e distrugge ogni mio muro che avevo costruito con grande pazienza e dedizione. È qualcosa di nuovo e mai sentito, ma è bello, la mia anima rimane tranquilla e in pace, ma il mio cervello corre, si affanna, cerca di capire cosa stia succedendo in me, ha paura, sente di non avere il controllo. Combatte inferocito e spaventato con questa nuova forza, non vuole cedere il controllo. Poi capisce.

Improvvisamente, tutto si zittisce. Il cervello ha capito ed ha accettato, la mia anima è in pace, il mio cuore sembra rinascere, aver recuperato uno dei tanti pezzettini in cui si era rotto. C'è silenzio dentro di me e per la prima volta non ne ho paura. È una pace diversa da quella di questa notte, la guerra non è si è solo fermata, sembra essere proprio finita.

Ma non riesco ad assaporare del tutto questa nuova sensazione che tutto ricomincia, la sensazione ritorna più forte, la mia pelle si riempie di brividi, il cuore batte con ferocia come mai prima d'ora, neanche mentre litigo con mia madre batte così, lo sento in gola, rinvigorito da queste sensazioni e di nuovo presente con tanta voglia di lottare e farsi sentire. Sento il mio stomaco contorcersi su se stesso, sento i miei pensieri convogliare verso uno solo.

Poi, d'improvviso torno alla realtà. Ritrovo i suoi occhi, per la prima volta li vedo davvero, quel colore azzurro cielo che mi trasmette pace.

Tutto si zittisce un'altra volta, il mio cuore continua a battere forte. Ma c'è ancora una parte di me che ha deciso di non voler cedere, la parte più ferita di me, che ha paura anche di se stessa, prova a prendere il comando e per qualche secondo sento di nuovo quella famigliare sensazione di guerra dentro di me, subito il mio cervello pensa che sia tutto finito, che quello sia stato solo un assaggio di qualcosa che non tornerà mai.

Ma la sua anima se ne accorge e senza dire nulla si avvicina a quella parte tanto terrorizzata, ma lei soffia come un gatto impaurito. La sua anima ci riprova e questa volta ce la fa, si affianca alla mia, la guarda da cima a fondo in tutte le sue fragilità e cicatrici e se la avvicina, se ne prende cura. La culla come una bambina e lei finalmente si sente in pace.

Torno alla realtà un'altra volta, ormai tutto è tranquillo dentro di me, riesco a specchiarmi tranquilla nei suoi occhi.

Il mio cuore torna a galoppare ma questa volta lo sento...sento il suo cuore che batte con il mio, all'unisono battono veloci creando una melodia, la nostra musica.

Quella sensazione ritorna, mi riempie da testa piedi ma questa volta non trova alcuna resistenza e dopo tutto quello che è successo, dopo tutto ciò che ho provato riesco a pensare una sola cosa e in questo momento è l'unica cosa che sembra avere senso.

Charles mi guarda negli occhi, io lo guardo nelle sue iridi blu cielo, i nostri cuori battono all'unisono, le nostre anime si fanno già compagnia, l'alba fa da testimone a questo momento, rendendo tutto più magico.

«Baciami.»

Ed ecco che l'alba, che ha sempre visto per prima i segni che la notte mi lasciava sulle guance, diventa l'unica silenziosa testimone di questo momento e lo incornicia, rendendolo semplicemente perfetto.

E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare de li occhi miei.

Dante Alighieri.

Locked DragonflyWhere stories live. Discover now