Capitolo 12

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Da quando questa mattina mi sono svegliata, non riesco a fare altro se non pensare a quel sogno. Mi sto torturando con mille domande, ma una sovrasta tutto il resto: perché, quando sono tra le sue braccia mi sento come se fossi al posto giusto?

È come se il mio inconscio riuscisse a percepire che di lui posso fidarmi, eppure, il mio cuore non ci riesce. Sa perfettamente anche lui che Charles, per ora, mi ha trattato meglio di qualunque altra persona su questo pianeta, eppure è anche consapevole che non ci voglia tanto a riuscirci. Vorrebbe tanto riuscire a fidarsi di lui ma è troppo rotto per farcela da solo.

A strapparmi dai miei pensieri è il rumore del campanello.

Chi è? Non aspettavo nessuno.

Scendo le scale con calma e quando arrivo davanti allo spioncino guardo chi è ma non trovo nessuno.

Apro la porta e davanti a me trovo una cosa molto strana, per terra, senza nessuno nei paraggi, c'è un pacco incartato, un mazzo di fiori e un foglio.

Che sia...no non è possibile, perché mai avrebbe dovuto farlo?

Mi abbasso e scopro nuovi dettagli sul misterioso insieme di oggetti comparsi davanti alla mia porta dal nulla. Scopro così che i fiori sono dei bellissimi girasoli accompagnati da qualche rosa bianca e che sul pacco misterioso c'è una scritta a mano che recita: «Al mio piccolo e fragile pistacchio.»

Se prima potevo avere qualche dubbio sul misterioso, anche se ormai non più tanto, mittente del pacco, ora come potrei?

L' unica cosa che non capisco è perché Charles mi abbia mandato un pacco e soprattutto, perché non è rimasto?

Non voleva vedermi perché si è stufato di me? Questa è una specie di regalo d'addio? Cos'ho fatto di male per non volermi più vedere? Sì, okay, forse sono stata un po' cattiva al parco ma ho cercato di rimediare e sembrava essere andato tutto a posto. Perché ora questo regalo? Mi vuole abbandonare come tutti? È colpa mia?

Troppe domande mi tormentano, accavallandosi una sull'altra e aggiungendosi a quelle precedenti. Così, come una fifona che scappa dai problemi, porto tutto in camera mia e la chiudo a chiave. Voglio dimenticarmi dell'accaduto finché potrò. Voglio rimandare tutto ciò che ci può essere in quel pacco, qualunque sia il suo contenuto non mi sento mentalmente pronta ad aprirlo. Se fosse un regalo d'addio, il mio cuore si creperebbe una volta di troppo e non so se reggerei, non dopo aver iniziato ad illudermi che davvero potrebbe farcela a valicare i miei muri. Se invece fosse un regalo per corteggiarmi, aumenterebbero le domande nella mia testa su ciò che provo, ciò che dovrei fare e se possa davvero fidarmi.

Così, chiudo i miei problemi e le mie domande in un angolino del mio cervello e decido di andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee.

Devo parlare con una persona, ne sento il bisogno. Non so perché ma sono convinta che potrebbe aiutarmi a capire cosa fare.

****

Dopo una lunga camminata in cui ho cercato di fare pace con i miei pensieri, ho capito che davvero ho bisogno di quella persona, anche se razionalmente parlando dovrebbe essere tipo l'ultima a cui io dovrei pensare, anche perché non mi potrà mai davvero rispondere, eppure so che sto per fare la cosa giusta, me lo sento addosso, il che è anche molto raro.

«Ciao Harry, come va là sotto o là sopra? Non so bene cosa ci sia dopo la morte quindi prendo in considerazione entrambe le possibilità, anche se spero vivamente che tu sia su da qualche parte, oppure dietro a qualche stella molto luminosa...così come pensava una bambina che ho conosciuto da piccolina, lei aveva perso il suo papà. Io posso dire di aver perso la persona più importante della mia vita? Beh, no, non ti ho neanche mai conosciuto, eppure sento questo legame con te che va oltre la semplice conoscenza di una persona, oltre tutto ciò che posso esprimere a parole, perché è più forte di qualunque altro rapporto a cui posso pensare, quasi intrinseco nel mio essere. Lo so che è assurdo ma è come se tu fossi una parte di me e forse è anche per questo che sono venuta a cercarti, anche se dubito che tu possa davvero darmi una risposta o che tu mi stia anche solo ascoltando, in fondo ti ricordo ciò che eri ad un passo da avere ma che ti è stato portato via in un fulmine. Ma, in ogni caso, avevo, ed ho, bisogno di parlare con qualcuno che non mi faccia sentire giudicata o che non mi guardi come una stupida perché le mie paure lo sono.

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