Capitolo 21.

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«Con tutto quello che è successo, non ero ancora riuscita a realizzare un dettaglio: da dove spunta fuori quel cane?»

Ci chiede Josie mentre io e suo figlio ci coccoliamo sul divano davanti al camino.

Dopo aver finito di parlare con Jordan sono andata alla sua ricerca, trovandolo a giocare con il cagnolino che avevamo portato a casa.

Charles ride spensierato.

«Effettivamente, tra una cosa e l'altra non te l'ho ancora presentato. Si chiama Pistacchio e sarà il nostro nuovo cucciolotto. Non puoi dire di no, perché per salvarlo il tuo povero piccolo e fragile figliolo ha rischiato di andare in ipotermia.»

Sua madre scuote la testa rassegnata.

«Bizzarro nome, comunque.» prosegue lei.

«Beh, no. È il soprannome che si dà alle cose belle, come lui.»

Io arrossisco imbarazzata. Charles continua a farmi questi complimenti ed io li adoro tutti, però non ne sono abituata e mi fanno sentire profondamente a disagio. È tutto nuovo questo mondo per me e mi mette inquietudine.

Eppure, con lui mi sento così tanto a mio agio, che quasi dimentico tutto, quasi.

Capendo che forse è meglio lasciarci soli, Josie si allontana. Però, il suo sorriso smagliante è visibile a chilometri di distanza.

Charles, però, non lo nota. Troppo preso a lasciarmi baci sul collo e a mormorarmi quanto lui mi trovi bella.

«Vuoi venire in un posto con me?»

Annuisco, anche se con la testa sono da tutt'altra parte, troppo rapita dalle sue attenzioni e dolcezze per capire cosa stia succedendo.

Così, mi lascio prendere per mano e trascinare in un luogo lontano di questa enorme casa.

***

Presto mi ritrovo in questo posto quasi magico, con quest'atmosfera senza tempo. Sembra quasi che questo posto non subisca il passare del tempo. In un angolo c'è una poltrona, la quale è stata probabilmente testimone di intere notti passate in bianco solo per sapere come finiva la pagina, che presto si è trasformata nel capitolo e poi nell'intero libro.

Eppure, nonostante l'atmosfera sembri non invecchiare mai. I libri hanno decisamente sofferto il passare del tempo.

Hanno tutti un aspetto più o meno antico e sembrano logori da talmente sono stati letti.

«Orazio diceva che la parola è il monumento che più resiste al tempo, che è immortale e nulla potrà distruggerla. Non posso che trovami sulla sua stessa onda. Nonostante io abbia letto questi libri un centinaio di volte, loro sono ancora qui, pronti ad essere riletti per ancora una volta, pronti ad affascinarmi e farmi entrare nel loro mondo. Non importa se il risultato sarà sempre lo stesso, ne vale  la pena, anche se ormai conosco le parole a memoria.»

Ero talmente presa dall'ascoltarlo che non mi sono resa conto che si è avvicinato e mi ha cinto le braccia intorno alla vita.

Mi lascio andare tra le sue braccia, appoggiandomi alle sue spalle.

«Il libro che mi hai regalato...viene da qui?»

«Tutto quello che io ti potrò mai dare verrà da qui, perché questo posto rappresenta me stesso e ogni mia più piccola sfumatura, entrando qui hai l'accesso anche agli angoli più remoti, feriti e indifesi della mia anima. Questo posto sono io. Ogni libro rappresenta un pezzo di me, è un pezzo della mia anima. Ti prego soltanto di trattarli con delicatezza. Perché tu ti meriti questo e molto altro, ma anche per me è un mondo nuovo.

Locked DragonflyWhere stories live. Discover now