Capitolo 4

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ISABEL

Trevor non è ancora tranquillo. Mi sono sentita male tre giorni fa, ma non mi perde di vista nemmeno per un secondo.

Ho tentato di rassicurarlo in ogni modo. In questi tre giorni sono stata bene, ma lui dice che mi vede strana e che non è convinto di quello che gli dico.

Sono serena e mi sento piena di energie, infatti ci sono rimasta male quando ieri sera ho provato ad abbassare i pantaloni di Trevor e lui mi ha fermata, abbracciandomi e dicendomi che voleva solo coccolarmi un po', senza fare nient'altro.

Stamattina Trevor è con Zack nella sala studio e io li ho guardati con uno sguardo innamorato. Non capisco cosa abbia fatto finalmente scattare la scintilla tra loro, ma vedere Trevor mentre lo aiuta a ripetere alcuni argomenti di letteratura inglese per poi commentare i disegni che hanno fatto i bambini più piccoli che sono lì solo perché i loro genitori non trovano nessun babysitter che badi a loro, mi ha fatto sciogliere il cuore.

Tutto questo mi fa ripensare a quella volta in cui mi ha detto che il suo sogno è quello di avere una famiglia con me. Solo il pensiero è sufficiente per farmi mettere a piangere come una bambina. Lui vuole un futuro con me, vuole una famiglia con me e anche io voglio tutto questo. Lo voglio da morire.

Tiro su con il naso e asciugo velocemente la lacrima sulla guancia. Trevor si volta verso di me e io tento di rivolgergli un sorriso per non farlo preoccupare.

"Cos'hai?" mima con le labbra.

Scuoto la testa, ma lui insiste.

"Sei bello" rispondo e lui sorride, scuotendo la testa come se non sapesse più cosa fare con me.

"Perché ridi?" gli chiede Zack, che non ha seguito il nostro discorso.

"Niente. Tu pensa a studiare" risponde Trevor con poca delicatezza.

"Secondo te cosa sto facendo?" commenta Zack infastidito.

"Stai parlando. Non stai studiando".

Sento la campanella sopra la porta principale suonare e dopo aver rivolto un ultimo sorriso a Trevor, mi dirigo nella sala principale. Guardo i clienti che sono già in libreria. Mi piace da morire vedere le persone che passano tra i vari scaffali e che poi vengono completamente rapiti dalla copertina, o dal titolo di un libro.

Mi avvicino alla porta e il mio fiato si mozza.

Oh merda!

Sono passati anni dall'ultima volta che l'ho visto, ma lo riconoscerei tra mille. Gli stessi occhi, gli stessi lineamenti del viso. L'ultima volta che l'ho visto è stato durante il processo di Trevor e mi ha minacciato dopo che gli ho detto che Trevor non ha niente a che fare con loro.

Suo fratello Oliver è in piedi davanti a me e io sono assolutamente certa che mi abbia riconosciuta anche lui.

"Che ci fai qui?" gli chiedo.

Non voglio che Trevor lo veda. Ha voluto tagliare ogni legame con quella famiglia e rivederlo non gli farà per niente bene.

Voglio solo proteggerlo.

"È così che ti rivolgi a tuo cognato?" mi chiede con un ghigno.

"Cognato?" chiedo ridendo. "Tu non sei assolutamente niente per me e non lo sei nemmeno più per Trevor".

"Quando sono andato in galera a parargli il culo però era contento di avermi come fratello".

Crede di sconvolgermi con questa frase? Trev mi ha detto che i primi giorni tutti i detenuti lo pestavano, poi è arrivato suo fratello e lo hanno lasciato in pace. Se pensa di separarci con qualche storiella del cazzo, si sbaglia di grosso.

Tutte le notti della tua vita 3Where stories live. Discover now