Tutte le notti della tua vita 3

Capitolo 15

TREVOR

Odio dormire sul divano, ma è l'unico modo che ho per rimanere vicino a Isabel. Ieri ci siamo detti parole orribili, parole che non pensiamo, parole che servivano a offenderci e a tentare di allontanarci. Io ho rischiato di commettere lo stesso errore che ho già commesso una volta. Stavo per andare via, di nuovo. L'ho delusa, di nuovo. L'ho ferita, di nuovo. Non faccio altro che commettere un errore dopo l'altro. Sono un casino e ancora non capisco come sia possibile che lei mi ami nonostante tutto.

Ha tentato di mostrarsi indifferente e di non volermi intorno, ma ho visto come ha reagito il suo corpo. Conosco a memoria l'effetto che le faccio. So come la pelle del collo e delle braccia le si riempia di brividi quando parlo con voce bassa, so come diventa rossa per una cosa stupida e so che mi guarda negli occhi per non crollare. Lei crede di farlo per sembrare più convincente, invece io so benissimo che lo fa perché è il suo unico modo per rimanere in piedi.

Ieri sera l'ho vista rientrare in casa e sembrava stanca morta. Ha passato tutto il giorno in libreria da sola e inoltre c'è stato il pomeriggio con gli autori e gli editori, quindi so che è stato uno dei pomeriggi più impegnativi. Non ho insistito troppo e l'ho lasciata libera di andare in libreria da sola, ma questa mattina lo farò, insisterò perché non voglio che si stanchi troppo, soprattutto perché scaricheranno parecchi libri oggi e nelle sue condizioni non può sollevare pesi.

Quando è rientrata ha controllato la cucina e sono certo che lo abbia fatto per accertarsi che avessi cenato. Sapevo che non avrebbe mai mangiato in cucina, sapendo che io fossi lì con lei, e sapevo anche che probabilmente avrebbe proprio saltato la cena, per questo motivo gliel'ho lasciata in camera da letto. Avrebbe mangiato lì, da sola, ma almeno avrebbe mangiato.

Suona la sveglia e mi decido finalmente ad aprire gli occhi. Sono sveglio già da un po', in realtà ho dormito molto poco. Mi addormentavo e dopo poco mi svegliavo. Il divano è scomodo e a questo punto non vedo l'ora di alzarmi. L'unica cosa che mi stupisce è che ero certo che avrei avuto freddo per tutta la notte. Quando la mattina esco dalla camera da letto per andare a preparare la colazione, c'è sempre un po' di sbalzo termico tra le due stanze, ma stranamente sono rimasto al caldo per tutta la notte.

Dopo qualche respiro profondo riesco finalmente ad aprire gli occhi e in quel momento capisco il motivo per il quale sono stato al caldo. Ho una coperta addosso.

Mi tiro su e la guardo per un po'. Sono certo che questa coperta fosse riposta nell'armadio in camera da letto e che io non l'ho presa ieri sera. Significa solo una cosa. Sorrido come un idiota perché forse alla fine la situazione non è così critica tra di noi. Possiamo ancora chiarire.

Mi alzo e mi stiracchio un po'. Non vorrei passare una notte di più su questo divano, ma se Isa avesse bisogno di qualche giorno in più lo farò, anche per tutta la vita se fosse necessario.

Vado in bagno e mi lavo in fretta, cambiandomi per andare subito giù in libreria. Torno in cucina e mi metto ai fornelli per preparare la colazione. Spero che Isa non si svegli troppo presto, altrimenti sono certo che ci sarà un'altra discussione. Io non voglio litigare, ma a lei è sempre piaciuto provocarmi e darmi delle risposte spiritose che non fanno altro che farmi saltare i nervi. Molte volte le sue risposte provocanti ci hanno portato a fare del fantastico sesso sfrenato, altre volte ci siamo ritrovati a litigare, proprio come ieri.

Sto finendo di decorare i pancake, disegnandoci un cuore con il cioccolato liquido, quando sento il rumore di passi che si avvicinano.

Isa entra in cucina e rimane in silenzio. Noto che sta indossando un pigiama, il suo pigiama. Quando è stata l'ultima volta che l'ho vista con un suo pigiama? Forse mai. In realtà non credevo nemmeno che li avesse. La notte dorme nuda tra le mie braccia e la mattina indossa i miei vestiti. Vederla con il suo pigiama mi fa più male del previsto.