Capitolo 32

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TREVOR

La situazione non mi piace per niente. Sono ancora in libreria ed è quasi orario di chiusura. Isa è andata via da quasi due ore e non mi ha ancora chiamato. Mi ha promesso che avrebbe guidato piano, perciò ho dedotto che ci avrebbe messo di più ad arrivare, ma è passato troppo tempo e lei non si è ancora fatta sentire.

I clienti mi chiedono dove possono trovare i libri, ma la mia testa è altrove e non riesco a rispondere a nessuno di loro. Vado verso il bancone della cassa e prendo il mio telefono.

Niente, ancora nessuna chiamata. Magari ha solo dimenticato di farlo? Magari sua madre è stata così felice di vederla arrivare che l'ha fatta sedere sul divano con una tazza di thè in mano e lei ha dimenticato di chiamarmi.

Sì, è andata di sicuro così.

Decido di togliermi ogni dubbio e la chiamo. La voce della segreteria mi dice che il telefono è staccato. Isa non spegne mai il telefono, soprattutto se non è con me. Chiamo ancora. Ancora spento. Provo di nuovo e di nuovo. Sto andando nel panico.

Cerco di respirare. Deve esserci una spiegazione. È arrivata a casa di sua madre, il telefono si è scaricato e ha dimenticato di rimetterlo in carica. Può essere plausibile?

Penso che chiamare sua madre sia la soluzione più facile così compongo il numero e aspetto che almeno lei risponda. Squilla.

"Pronto?" chiede a voce dall'altra parte.

"Oddio, grazie" mi lascio sfuggire. "Evelyn, puoi passarmi Isa, per favore?"

Da qualche mese ho il privilegio di chiamare anche lei per nome. È strano come le due persone che mi hanno mandato in galera sette anni fa, sono le stesse persone che sono diventate indispensabili per la vita mia e di Isa. Facciamo spesso affidamento su di loro e ci sentiamo quasi ogni giorno. Per un periodo ho sentito un po' la mancanza della mia famiglia, anche se continuo a non essere d'accordo con la loro scelta di vita, ma da quando Mark ed Evelyn sono tornati nelle nostre vite, ho capito che la famiglia è tutta un'altra cosa.

"Isabel non c'è" dice e il mio respiro si blocca di nuovo. "Doveva passare qui?" mi chiede.

Mi hanno appena pugnalato. Non sono mai stato così male, ma ho la sensazione che più tardi non starò di certo meglio.

"Ehm...forse ho capito male io e stava andando a casa di Mark. Provo a chiamare anche lui".

Andare nel panico non servirà a niente. Devo restare calmo e continuare a respirare.

"Ma è successo qualcosa tra di voi?" mi chiede Evelyn, che ovviamente si sta preoccupando e vuole saperne di più.

"No, niente. Ultimamente non stava molto bene e le ho suggerito di venire a stare per un po' da voi. Ho pensato che magari cambiare aria le avrebbe fatto bene".

Non voglio dirle subito di quel giorno in cui Oliver si è presentato a casa nostra. Magari è solo una coincidenza. Voglio credere che sia una stramaledetta coincidenza, ma non ci riesco.

"Va bene, fammi sapere se riesci a rintracciarla".

"Certo" le dico e riattacco per poi chiamare subito Mark.

Vedo i pochi clienti in libreria che si stanno arrabbiando. Nella sala studio c'è l'incontro con gli editori e ormai è quasi finito, ma a me non importa niente di nessuno di loro. Devo pensare a Isa e capire dove cazzo è finita.

"Trevor?" dice subito Mark quando risponde.

"Ciao, per caso Isa è da te?"

"No" risponde secco e a quel punto la mia paura si triplica.

Tutte le notti della tua vita 3Where stories live. Discover now