Capitolo 3

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Tutto intorno a me si dissolve, la figura di Leah così come quella di Sydney spariscono.

Difronte a me, in carne ed ossa, c'è Dylan. Davanti a me c'è un ragazzo o meglio un uomo segnato, probabilmente da tutto ciò che ha dovuto subire nel corso della sua vita, lo si percepisce così come lo si vede dal volto. I muscoli del torace si possono visualizzare bene da sotto la maglietta, le spalle sono larghe, le sue braccia oltre che da vari tatuaggi sono contornate da vene verdognole.

La leggera barba gli dà maggiore virilità e maturità ma gli occhi, oh gli occhi come lo smeraldo mi fanno vedere quel bambino che mi ha sempre protetta, quel bambino che mi consolava, che mi asciugava le lacrime, che mi abbracciava e mi faceva i codini ai capelli.

Difronte a me ci sarà anche un Dylan che non conosco ma infondo so che quel bambino è lì con lui, vive nascosto in ricordi sfumati.

Sono incredula, sento il mio corpo tremare in leggeri spasmi.

Vive qui, Sydney l'ha chiamato papà.
È forse uno scherzo?

<<Dylan...>>

Sussurro il suo nome come se fosse una parola pericolosa, come se da un momento e l'altro potessi scottarmi nel pronunciarlo.

Lui mi guarda con occhi sgranati, continuando a tenere in braccio sua figlia.

Il battito del mio cuore così come la respirazione aumenta, accelera come un'auto in corsa.

<<Tesoro stai bene?>>

La voce di Leah mi riporta con i piedi per terra, mi volto ancora sconvolta verso di lei.

<<I-io...>>

<<Cazzo, sto forse delirando?>>

La mia testa saetta immediatamente su di lui appena sento la sua voce.

Ha posato a terra Sydney, lei gli sta parlando ma lui è concentrato su di me, lo vedo indietreggiare leggermente. La porta dell'ingresso è ancora aperta.

Affino la mia vista per guardarlo meglio, noto che i suoi occhi sono rossi, il suo sguardo seppur sconcertato, risulta quasi vuoto.

<<Dylan chiudi la porta, entrerà il vento e Sydney si ammalerà.>>

Lui ignora completamente le parole di Leah, nonostante ciò si volta verso di lei con sguardo prima confuso e poi arrabbiato.

<<Chi è questa? Che cazzo ci fa una estranea in casa mia?>>

Le sue parole sono un pugno dritto allo stomaco.

Non mi ha riconosciuta? Non sa chi sono? Eppure ho avuto la sensazione che mi avesse riconosciuta.

<<Dylan lei è la nuova babysitter di Sydney.>>

Gli spiega la donna, Leah.

Lui scuote la testa per poi riportare il suo sguardo su di me.

<<Sydney non ha bisogno di una babysitter, non voglio che una estranea si avvicini a lei.>>

<<Ma Dylan la bambina non->>

<<LEAH!>>

La donna nel sentire il suo nome in quel tono si immobilizza, lo guarda come una madre guarda un figlio, in questo caso con dispiacere.

<<Prenditi le tue cose e vattene!>>

Dice puntando i suoi occhi nei miei.

Mi sento ferita, le sue parole così come il suo atteggiamento mi feriscono. Per non parlare di come ha fatto rimanere male a Leah.

Il  Filo Rosso (Completa)Where stories live. Discover now