Capitolo 14

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POV's Dylan

Mi alzo di soprassalto sentendo il mio cuore battere all'impazzata, un rivolo di sudore mi scorre lungo la tempia.

I miei occhi ci mettono un po' ad abituarsi al buio, mi volto verso la splendida ragazza che dorme al mio fianco, Alyssa. Fortunatamente non si è accorta di niente, dorme beata, sotto le coperte.

Mi alzo cercando di non far cigolare il letto, non voglio di certo svegliarla.

I miei piedi toccano il pavimento freddo, un brivido mi percorre lungo tutto il corpo.

Esco dalla camera prendendo i vestiti poggiati sulla poltrona, andando verso il salotto mi vesto strada facendo.

Lancio uno sguardo all'orologio e noto che sono solo le tre del mattino, merda.

Come sempre, dormire è una battaglia. Ormai non ricordo più quando ho dormito per otto ore di fila. I miei incubi, i miei pensieri sono così forti da non concedermi il riposo.

Ho notato che da quando Alyssa si è trasferita qui, i miei incubi sono diminuiti, tuttavia non se ne sono andati del tutto.

Mi avvicino verso il comodino in salotto aprendolo, cerco di aguzzare la vista per trovare ciò che mi serve. Non posso accedere la luce, dopo due tentativi, finalmente riesco a prendere il piccolo barattolo nascosto.

Abituatomi ormai al buio, apro il barattolo per poi ingerire le pastiche che sono presenti al suo interno.

Le ingoio senza acqua, per me sono come caramelle ora.

Mi aiutano ad attenuare la voce di lui, del bambino che ormai vive in me e mi aiutano contro gli incubi. Oltre a ciò, hanno anche un effetto calmante, tuttavia so che non è un bene prenderle. Ti calmano solo per un periodo, quando passa l'effetto però, ti fanno sentire peggio di prima e tutto ciò che cerco di placare, si amplifica sempre di più.

Ho bisogno d'aiuto, come né ho avuto bisogno qualche anno fa, con la droga. Ma questa situazione è peggio, sono già compromesso, se accetterei di farmi aiutare, influirebbe negativamente sulla custodia di mia figlia. Quei stronzi già non mi possono vedere e mi stanno sul fiato sul collo, se sapessero che ho questi problemi, sarebbe la fine.

Ho bisogno assolutamente di fare due passi, devo cercare di liberare un po' la mente.

Anche se so già, che non ci riuscirò.

Prendo la giacca e le chiavi, per poi uscire silenziosamente e andare via.

Il freddo del mattino è glaciale, ti entra fin dentro le ossa. Mi alzo la cerniera della giacca, prendendo una sigaretta per portarmela alle labbra, camminando poi verso una meta sconosciuta.

Il cielo è ancora scuro, il silenzio che c'è può essere quasi assordante. In giro ci sono solo io, escludendo i barboni che ormai hanno fissa dimora per i vicoli del quartiere.

Come già predetto, faccio tutto tranne che liberare la mente, proprio non ci riesco.

Tuttavia cerco perlomeno di pensare alle cose belle. Non posso ancora crederci di aver baciato Alyssa, sognavo di farlo da praticamente una vita, non sapevo se un giorno avrei mai assaporato quelle labbra, rosse e morbide. Eppure quando è successo non potevo crederci, ciò che ho provato con lei, non l'ho mai provato con nessuna.

Di baci ne ho dati tanti nella mia vita, baci dati per dimenticare, per noia, per divertimento, ma questo è niente a che vedere con quelli dati.

Se baciarla mi ha fatto provare una sensazione così forte, non oso immaginare cosa possa succedere, se provassi a toccare quel corpo che per me è sacro.

Il  Filo Rosso (Completa)Where stories live. Discover now