Capitolo 10 I

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Io e Dylan stiamo camminando da circa un quarto d'ora, il silenzio si è ormai impadronito di noi. Una volta usciti da quel posto, ci siamo ammutoliti.

L'unico suono udibile sono i ciottoli che echeggiano sotto i nostri piedi.

Improvvisamente quel silenzio che ci accompagna si dissolve, Dylan rompe il ghiaccio.

<<Scusami per ieri.>>

Dice senza voltarsi, continuando a camminare e a guardare davanti a sé.

Sono io a voltarmi verso di lui, per guardarlo. Il suo profilo è una meraviglia per i miei occhi.

<<Non sei solo la babysitter di mia figlia.>>

Questa volta le sue gemme smeraldo, cercano il mio sguardo.

<<Sei stato uno stronzo, ma scuse accettate.>>

Mi limito a dire, continuando a camminare.

<<Raccontami meglio, com'è la situazione con gli assistenti sociali.>>

Lui sposta lo sguardo da me per riportarlo davanti a sé, fa un bel respiro profondo per poi iniziare a spiegarmi il tutto, meglio.

<<Come ti ho accennato, mi stanno con il fiato sul collo. Purtroppo ho sbagliato in passato e mi hanno trovato in un periodo della mia vita in cui stavo male. Sydney era molto più piccola ed io sono caduto in un vortice di disperazione. Per dimenticare questo malessere interiore, per avere un po' di sollievo, ho pensato bene di dimenticare nel modo sbagliato.
Mi hanno trovato a casa con una bambina piccola, tutto fatto. Non capivo più nulla, non ero in me. Lì ho rischiato di perderla, con l'aiuto di Leah e di Logan fortunatamente non è avvenuto. Da allora hanno un occhio puntato su di me, nonostante io sia pulito da anni, ormai.>>

Questa sua rivelazione mi spiazza, Dylan si drogava per dimenticare i suoi malesseri. Ha scelto questa via per alleviare i suoi demoni interiori.

Ciò mi rattrista, mi rattrista se penso a come ho vissuto io e a come abbia dovuto vivere lui. Come ho detto, io ho sempre avuto la mia famiglia e i miei amici, lui molto probabilmente è sempre stato da solo.

<<Ora sono fissati con questa cosa della figura femminile...penso che sia un'idiozia. Non sono l'unico papà a crescere i propri figli da solo.>>

Ha ragione, ha perfettamente ragione. Ma a causa dei suoi sbagli passati, gli assistenti sociali diffidano di lui.

<<Mi dispiace per tutta questa situazione, non posso assolutamente immaginare come tu ti sia sentito, cosa tu sia stato costretto a vivere.>>

Mi dispiace non essere stata accanto a te.

Vorrei aggiungere, ma non lo faccio.

<<Fortuna quel brutto periodo è passato, più o meno...>>

Raggiungiamo il suo quartiere, il cambiamento è drastico. Dalle case colorate, alle case grigie, è un attimo.

Perfino l'aria è diversa, qui si sente odore di canne, alcol...

È un'altra realtà.

Dylan si ferma improvvisamente per poi voltarsi verso di me. I miei passi sono costretti ad arrestarsi.

<<Alyssa, entrare nel mio mondo non sarà una passeggiata. Se accetti di aiutarmi sappi che non sarà facile. Ti ferirò, ti deluderò...mi odierai. Ma sappi che farò di tutto per proteggerti...>>

Proteggermi da cosa?

Poso la mia mano sul suo braccio, per qualche secondo. Poi la ritraggo.

<<Voglio aiutarti, voglio aiutarvi.>>

Il  Filo Rosso (Completa)Where stories live. Discover now