Capitolo 27

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Un Bip continuo alla mia destra mi fa svegliare, tuttavia i miei occhi sembrano non avere intenzione di aprirsi a causa della mancanza di forza. La testa mi fa male in una maniera assurda, il mio corpo sembra altrettanto indolenzito.

Mi sento bloccare da vari fili, come fossero catene. Intorno a me sento tante voci, tuttavia non riesco a distinguerle in modo chiaro. Le sento molto lontane, dicono il mio nome e parlano di un possibile trauma che potrei avere, dovuto agli eventi capitati poco fa,  in modo inaspettato.

Subito mi vengono in mente le immagini della scogliera, di Dylan, Sydney...

Improvvisamente mi agito, cercando di aprire gli occhi. Sento delle mani posarsi sulle mie spalle, una voce dolce, quella di mio padre, mi intima di calmarmi.

Lentamente riesco ad aprire gli occhi, la luce riflessa sul bianco della stanza, mi dà un leggero fastidio. Fortunatamente però, incontro subito lo sguardo di mio padre. E' preoccupato ma anche sollevato nel vedermi sveglia.

<<Dylan?!>>

Pronuncio il nome di mio marito, del ragazzo che più amo. Ricordo improvvisamente il suo tentativo di salvare nostra figlia, lanciandosi dalla scogliera. Ciò mi fa battere il cuore a causa dell'agitazione.

<<Dove sono? Dov'è mia figlia? Dov'è Dylan?>>

<<Alyssa stanno bene, sono usciti miracolosamente vivi.>>

Mio padre cerca di calmarmi, pronunciando queste parole ma io finché non vedo entrambi con i miei occhi, non ci credo.

<<Voglio andare da loro, voglio vederli...>>

Provo ad alzarmi, notando i fili attaccati al mio braccio. Cerco di scendere dal lettino dell'ospedale ma mio padre mi ferma, al suo fianco accorre anche la mia migliore amica, Delia, con uno sguardo preoccupato.

<<Alyssa no, non puoi alzarti. Devono farti altri accertamenti, loro stanno bene. Li stanno visitando, devi stare tranquilla.>>

Io scuoto la testa nel sentire le parole di Delia, voglio vederli, subito!

<<Vi prego, i-io devo vederli...I-io non posso vivere senza di loro...>>

Mi volto verso mio padre con lo sguardo pieno di lacrime, mio padre nel vedermi così, annuisce.

<<Eh va bene, ma prima chiameremo l'infermiera per assicurarci che tu stia bene al cento per cento, poi sarò io stesso ad accompagnarti da loro. Ok tesoro?>>

La mano di mio padre mi accarezza il volto con una tale dolcezza da farmi sciogliere e scaldare il cuore.

Come promesso, dopo le visite dell'infermiera e altri accertamenti controllati dal dottore di turno stesso, mio padre mi accompagna nella stanza di Dylan e Sydney. Mi tiene stretta a sé per la paura che io possa crollare da un momento all'altro, ma appena metto piede all'interno alla stanza le mie forze ritornano improvvisamente, appena vedo Dylan e il corpicino di nostra figlia, non posso fare a meno di correre da loro con le lacrima agli occhi.

Mi fiondo tra le braccia di Dylan, iniziando a singhiozzare. Lui mi stringe a sé talmente forte che mi manca quasi l'aria, ma adesso è l'ultimo dei miei problemi, perché il mio vero ossigeno è lui, sono loro.

I suoi capelli nocciola sono ancora bagnati così come lo sono i vestiti. Mi stacco leggermente da lui per prendergli il volto tra le mani, ha alcune ferite di qua e di là, appena scorgo i suoi occhi verdi noto che sono lucidi e stanchi.

Ci guardiamo entrambi negli occhi pieni di lacrime, anche se non parliamo con le parole nel nostro silenzio ci diciamo tutto.

<<C-credo di averti p-perduto per sempre.>>

Il  Filo Rosso (Completa)Where stories live. Discover now