Capitolo 6

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Mi sveglio spinta dal bisogno d'acqua, apro lentamente gli occhi cercando di abituarmi all'oscurità che mi circonda. L'unica fonte di luce è data dalla luna, piena e limpida, che splende su in cielo.

Mi metto seduta il più lentamente possibile così da non far svegliare la dolce bambina che dorme, serena, al mio fianco. Allungo la mano verso il mio cellulare per vedere che ore sono.

Le 3:00.

Mi guardo attorno e ovviamente è tutto così silenzioso.

Mi alzo delicatamente, cercando di non far cigolare il letto. Sydney pare non accorgersi di nulla, dorme beata tra le coperte.

Esco dalla camera in punta di piedi, lanciando uno sguardo verso la porta della camera di Dylan, sembra tutto così tranquillo. Spero tanto che non si svegli anche lui.

Raggiungo la cucina il più velocemente possibile.

Fortuna che i miei occhi si sono abituati subito all'oscurità, ciò mi permette di muovermi con più sicurezza.

Mi avvicino verso il mobiletto ed apro un paio di ante prima di trovare un bicchiere, mi verso dell'acqua per poi berla. La mia gola in questo momento mi sta ringraziando.

Sempre con molta delicatezza poso il bicchiere nel lavandino, non vorrei svegliare Dylan. Non so se gli farebbe piacere sapere che vado in giro per casa sua di notte per bere o prendere cose senza la sua autorizzazione.

Decido di  tornare subito in camera, non si sa mai.

Mentre percorro il piccolo corridoio, la mia attenzione viene attirata da dei rumori o meglio da dei lamenti.

Scuoto la testa pensando che siano frutto della stanchezza ma poi sento questi lamenti sempre più intensificarsi.

Mi accorgo che provengono dalla camera di Dylan, mi avvicino lentamente verso la porta per poi poggiarci l'orecchio.

Che sta succedendo? Sta forse avendo un incubo?

Non so perché lo faccio ma apro la porta e ciò che vedo mi blocca immediatamente.

Il corpo di Dylan è aggrovigliato tra le lenzuola, si agita mentre si lamenta.
Non riesco a capire una sola parola, si agita ancora e ancora.

Non so se andarmene via o fare qualcosa per alleviare la sua sofferenza, so soltanto che i miei piedi si muovo ma in avanti, verso di lui.

<<N-no.>>

Mi fermo subito appena pronuncia queste due lettere.

<<N-non...mi ha...d-dimenticato.>>

Appena sento questa frase, sento un tuffo al cuore.

<<A-alyssa.>>

Continua ad agitarsi pronunciando il mio nome, io dal canto mio sento gli occhi pizzicarmi.

Sta avendo un incubo proprio come succede a me. Conosco la sensazione che sta provando, cerco ancora oggi di combattere contro il mostro che me li provoca. Fortuna che io ho mia madre, è sempre stata lei a tranquillizzarmi durante la notte.

Ma Dylan non ha nessuno, in questo momento ha solo me.

Senza pensarci due volte mi avvicino verso la sua figura.

<<Dylan.>>

Gli sussurro.

Salgo sul letto accanto a lui, appena sente il mio tocco sul suo braccio sembra calmarsi un po'.

Mi avvicino ancora di più verso la sua figura, istintivamente lo abbraccio. Lo circondo e lo attiro verso di me.

Lui, ancora con gli occhi chiusi, si lascia cullare dalle mie braccia. L'agitazione che si è impossessata di lui sembra lentamente svanire.

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