Capitolo 10 II

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POV's Dylan
(prima del matrimonio...)

Io e Alyssa stiamo camminando da un po', il silenzio regna tra di noi. Vorrei dire qualcosa ma non so da dove iniziare.

Potresti scusarti.

Mi ricorda la mia coscienza.

Ha ragione, dovrei farlo. Ammetto di essere stato uno stronzo, non si meritava di essere tratta con una tale freddezza e indifferenza.

<<Scusami per ieri.>>

Le dico senza voltarmi verso di lei, guardando la strada e continuando a camminare.

È il suo sguardo a scattare su di me, i suoi occhi mi scrutano attentamente.

Metto da parte l'orgoglio ed i mille pensieri, e mi faccio coraggio.

<<Non sei solo la babysitter di mia figlia.>>

Questa volta sento il bisogno di guardarla, di incontrare i suoi occhi.

<<Sei stato uno stronzo, ma scuse accettate.>>

Mi sento quasi sollevato, ma allo stesso tempo sono arrabbiato.

Sono arrabbiato per averla trattata in quel modo.

Rassegnati, non riuscirai mai a trattarla bene, sei un bastardo.

La voce che mi tormenta da anni fa il suo ritorno, ma io cerco di ignorarla.

<<Raccontami meglio, com'è la situazione con gli assistenti sociali.>>

Devo spiegarle meglio tutta la faccenda, nonostante mi faccia arrabbiare e anche vergognare, per ciò che facevo in passato. Merita però una spiegazione.

Sposto il mio sguardo da lei, per portarlo nuovamente davanti a me.

<<Come ti ho accennato, mi stanno con il fiato sul collo. Purtroppo ho sbagliato in passato e mi hanno trovato in un periodo della mia vita in cui stavo male. Sydney era molto più piccola ed io sono caduto in un vortice di disperazione. Per dimenticare questo malessere interiore, per avere un po' di sollievo, ho pensato bene di dimenticare nel modo sbagliato.
Mi hanno trovato a casa con una bambina piccola, tutto fatto. Non capivo più nulla, non ero in me. Lì ho rischiato di perderla, con l'aiuto di Leah e di Logan fortunatamente non è avvenuto. Da allora hanno un occhio puntato su di me, nonostante io sia pulito da anni, ormai.>>

Mentre finisco di parlare, non oso girarmi a guardarla. Non voglio incontrare il suo sguardo.

Mi vergogno di questa cosa, purtroppo mi sono lasciato andare, assumere quella merda mi faceva in qualche modo dimenticare tutti i problemi e i brutti ricordi. Non mi faceva ricordare le notti orrende passate in quella cazzo di famiglia, non mi faceva ricordare quella stronza dell'educatrice, che lo era solo per nome. Non sentivo più la voce del bambino, non pensavo al fatto che avessi una bambina piccola con senza un dollaro addosso.

Mi sentivo leggero, sollevato. Ma quando l'effetto finiva, mi sentivo ancora di più uno schifo.

E cosa peggiore, ho rischiato di perdere mia figlia.

Sei un debole, ecco perché ti sei lasciato andare. Avevano tutti ragione.

Debole! Debole! Debole!

Per smettere di sentire la maledetta voce, prendo nuovamente parola.

<<Ora sono fissati con questa cosa della figura femminile...penso che sia un'idiozia. Non sono l'unico papà a crescere i propri figli da solo.>>

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