𝗜𝗹 𝗖𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗹'𝗜𝗻𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗼

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Il chiarore della luna filtrava attraverso la finestra socchiusa, tingendo la stanza di una luce argentea.

Incapace, incapace, incapace ...

...

Ha ragione.

Non si può negare di fronte all'evidenza. Sono un semplice quarto livello e ho quasi rischiato di farmi uccidere da un lucertolone, cosa mi aspettavo? Sono stata un'idiota. Per un attimo, un momento ... un misero istante, mi sono sentita ... contenta.

«Astrid ...» mi chiamò una vocina.

Non ricevette risposta. Io ero lì, sul letto, a girarmi e rigirarmi sul materasso, tentando vanamente di prender sonno.

«... coraggio Astrid, non fare così ...» provò a tirarmi su di morale.

Sbuffai, tirandomi su e poggiando la schiena sulla spalliera. Egli saltò sulle mie cosce e mi abbracciò.

«Krono, non dovresti essere nel tarocco?» chiesi, carezzandogli la testa.

«Non per forza. La maggior parte del tempo lo passo seguendoti.» rispose.

«Seguendomi? Ma se ti avrò visto si e no tre volte ...» dissi, facendogli curvare le labbra all'insù. «Che hai da sorridere?» domandai, con fare ironico.

«Ma io sono sempre con te.» mi guardò negli occhi. «Anche se non mi vedi, io non me ne vado mica ...» poi mise il broncio. «Posso scegliere se mostrarmi o meno, ma dal tuo fianco non mi sposto. D'altronde, sono il tuo spirito protettore!»

«Hai ragione, perdonami.» gli sorrisi flebilmente e lo strinsi forte.

Rimanemmo così per un po' di tempo, senza pronunciare parola alcuna.

«Non andrai da loro?» chiese improvvisamente, rompendo il silenzio.

«Preferisco stare così per un po'. Ti dispiace?»

«No.» ridacchiò, accucciolandosi su di me.

Se l'aspetto non lo tradisse, sembrerebbe un bambino vero e proprio.

« ... Krono.» richiamai la sua attenzione.

Egli mi guardò con le sue sfere rosse, proprio come due rubini luccicanti.

« ... non rimarrò un'incapace.» continuai.

Il piccoletto sorrise, donandomi uno sguardo complice. Aveva già capito. «Non lo sei ma ... ti appoggio.» disse.

...

«Se fai così continuerà a tenerti sotto controllo! Coraggio, hai già fatto parecchi progressi, non arrenderti.»

«Ma ... è ... impossibile se ... prova ... prova ad attaccarmi ...» risposi fra un sospiro e l'altro.

«Astrid, non dev'essere lui a controllare te, sei tu che devi controllare lui.»

«La fai facile! Non sei tu che stai venendo attaccato!» piagnucolai, mentre correvo qua e là per la vasta pianura che vi era nel dominio innato di Masanori.

«Non lamentarti! Mi ci sono voluti dieci anni per imparare a controllarla.» disse lui.

«Parla per te! La tua era una diamine energia- WAAH.» urlai, prima di usare Loop. «Dimmi, è normale che sia così violento nei miei confronti?!» domandai in preda alla disperazione.

Due mesi erano passati dopo il primo incontro con nonno Masanori.

Ogni notte, perdevo parecchie ore di sonno per poter imparare a usare al meglio le mie tecniche maledette: le prime due settimane, le abbiamo dedicate al rafforzamento di Loop e Scia Nera. Mi è stato successivamente insegnato a usare Void, che si è rivelata essere una tecnica alquanto proficua per me che ero ancora un quarto livello.

𝗥𝗢𝗦𝗦𝗔 𝗠𝗔𝗟𝗣𝗘𝗟𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora