𝗥𝗶𝘂𝗻𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗙𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮¹

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Arrivammo velocemente dinanzi alla porta di casa. La giornata era gelida, nevicava parecchio ma io sudavo freddo. Quella visita non era come le altre, non avremmo dovuto litigare in quella situazione, eppure avevo una strana sensazione che non riuscivo proprio a scrollarmi di dosso.

«Vuoi che bussi io?»  mi domandò Rachel, gentilmente. 

Negai con la testa. «Tranquilla ... perdonatemi.» pigiai il campanello.

Dopo svariati secondi d'attesa, ad aprirci fu una donna sulla quarantina: mia zia Maon.

«Ah ... siete venuti, prego.» disse lei, facendoci spazio.

Ella era l'unica ad essere leggermente più umana in quella famiglia. Non l'ho mai considerata cattiva, piuttosto succube di un qualcosa più grande di lei stessa.

Mah, con uno fuori dai giochi dovrebbe avere un po' più di libertà.

Silenziosamente, ci addentrammo nella grande abitazione: pavimento in puro legno di pino, pareti tinte di un bianco spento, finestre poco ampie, luci soffuse, mobili usurati dal tempo ... una casa totalmente minimalista nonostante le dimensioni permettano di osare maggiormente con le decorazioni. Ma infondo, chi sono io per giudicare? Hanno sempre avuto una mentalità chiusa e conservatrice e, da come si evince, questo lato di loro è riconoscibile anche dal loro arredamento.

...

A funerale terminato, mia nonna chiese a tutti i componenti stretti della famiglia di recarsi nuovamente da lei per discutere di alcune questioni importanti.

Ci ritrovammo quindi seduti a cerchio al grande tavolo della sala da pranzo.

«Ebbene ...» iniziò lei. «Meiu è passato a miglior vita. Da tradizione, l'erede del clan Shimizu andrebbe a Meiseki ...» ella disse, guardando il figlio di mezzo.

«Ma già da tempo ho chiarito che non lo avrei fatto.» egli esordì con calma disarmante, quasi a volerci schernire tutti. «Maon non ha mai praticato l'arte della stregoneria, per cui anche volendo non potrebbe.» ci tenne poi a precisare, osservando la donna.

Zia Maon era seduta al lato sinistro del tavolo, fissando il suolo. Di fianco, suo marito e i suoi due pargoli, ancora troppo piccoli per poter essere scelti come successori.

«Dunque ...» ricominciò mia nonna. «Fra i miei nipoti, l'unica persona ad avere il livello di stregoneria più alto è Astrid ...»

Sentii una fitta al petto. I presenti mi fissavano, non sapevo che dire, come muovermi ... avrei preferito scappare il più lontano possibile, ma fuggire era fuori discussione. Infondo, era ciò che mi serviva per poter risparmiare Yleana della stessa sorte passata da me, Rachel e Souta. Era ciò di cui avevo bisogno ...

«Ma ...» continuò l'anziana.

Ma? Alzai lo sguardo, già capendo cosa lei avrebbe detto tra una frazione di secondi.

«Non ho intenzione di farla diventare capoclan.»

Quella frase lasciò di stucco tutti, tutti tranne me. Conoscevo fin troppo bene quella vecchiaccia e mi aspettavo da lei un comportamento simile.

«Dunque che vorresti fare?» domandai, cercando di non far trasparire le mie vere emozioni.

«Non m'interessa se i tuoi cugini siano più piccoli di te, non sarai tu a guidarci.»

Deglutii, sentendo la rabbia ribollire dentro. Ero tentata di tirarle un ceffone, ma chiaramente non era la scelta più saggia da fare.

«E cadere in rovina per colpa di un tuo capriccio?»

𝗥𝗢𝗦𝗦𝗔 𝗠𝗔𝗟𝗣𝗘𝗟𝗢Where stories live. Discover now