𝗖𝗮𝘀𝗮 𝗦𝗵𝗶𝗺𝗶𝘇𝘂

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IN QUESTO CAPITOLO VI SONO MENZIONI DI SANGUE, MORTI E DI QUEL CHE POTREBBE DERIVARNE.

IN QUESTO CAPITOLO VI SONO MENZIONI DI SANGUE, MORTI E DI QUEL CHE POTREBBE DERIVARNE

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Steso sul letto della camera degli ospiti, rimurginavo sul confronto avuto con Astrid. Era notte fonda, casa Shimizu era avvolta da un silenzio tombale. Le coperte erano calde e un piacevole tepore mi cullava, cercando di farmi cadere nelle braccia di Morfeo, ma non riuscivo. Erano rare le volte in cui il senso di colpa mi attanagliava, e questa era proprio una di quelle rare volte.

Per colpa della mia timidezza ho rovinato il mio rapporto con lei e, per quanto desiderassi ardentemente di sistemare tutto, non trovavo soluzioni. Darle torto sarebbe da folli, è chiaro che dopo tutto ciò, lei si senta impaurita e scettica ...

Mi girai su un fianco, leggendo l'orario sulla sveglia, 1:54. Era abbastanza tardi, mi sarebbe convenuto prendere sonno. Eppure avevo una strana sensazione che mi vessava continuamente, da quando feci quel sogno. Mi si accapponava la pelle al solo pensiero. Decisi, però, di chiudere gli occhi e di provare a riposare. Non avrei potuto fare nient'altro, d'altronde.

Lentamente, sentii i muscoli rilassarsi e i pensieri venir meno.

Qualcosa in questo ambiente era strano. L'aria che circolava era pulita, ma pareva conservare anche tanti ricordi ... anzi, forse era la casa stessa a custodirne. Questioni di secondi che mi sarei addormentato, ma il mio soliloquio interiore continuò: l'atmosfera era gradevole, anche se dietro di essa pareva celarsi una sorta di malinconia mista a non so cosa. Quattro fratelli, ma nessuna mamma o papà in circolazione. Nessuno zio, zia, nonno, nonna, amico di famiglia ... nessuno.

Cominciai a credere che la signorina Matsuno o, per meglio dire, quello spirito maledetto, non avesse raccontato il falso. All'inizio non volli credergli poiché mi sembrava una cosa troppo surreale, da film dell'orrore. Astrid spiegò che si, lei e i sue fratelli avevano vissuto del tempo in quell'abbazia, ma che la storia raccontataci era solo una menzogna, un tentativo da parte della maledizione di farci abbassare la guardia e poter attaccare Gojo senza problemi.

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Sospiri pesanti e odore di sangue si spargevano nell'aria, donando allo scenario rurale una sfaccettatura agghiacciante. Tutto taceva, era impercettibile perfino il fruscio delle foglie. La paura, la confusione, la rabbia, la soddisfazione e l'angoscia s'intersecarono. Ti si impregnavano dentro, come se un grosso albero stesse crescendo all'interno del proprio corpo e i rami fossero tutte quelle emozioni tanto diverse quanto forti.

«Questo per noi è un addio, Fushiguro.»

Il suono crudo e distante della sua voce era una vera tortura. Non l'avevo conosciuta così.

«Aspetta, è una cosa che si può risolvere. Dove te ne vai?!»

Le corsi dietro, superando i cadaveri di quei due anziani - squarciati - che giacevano a terra, privi di vita.

𝗥𝗢𝗦𝗦𝗔 𝗠𝗔𝗟𝗣𝗘𝗟𝗢Where stories live. Discover now