CAPITOLO 1.

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Prologo

È possibile non sentirsi in grado di provare nulla?

È possibile vivere di costante competizione?

È possibile disprezzare ma senza conoscere?

Beh, la generazione di oggi lo fa sempre quindi suppongo di sì.

Però, che triste...

È triste il fatto di non sapere come comportarsi in certe situazioni, anche se 𝑡𝑢 puoi tutto.

Anche se hai il potere.

È triste il fatto di sorridere per le telecamere, quando vorresti solo sprofondare in un vuoto senza fine.

È triste il fatto di non poterlo dare a vedere.

Perché?

Perché poi arriva la solita domanda: «Perché piangi?»

Esiste veramente un unico motivo per cui si piange?

Per cui si è tristi?

Beh, in ogni caso, io non l'ho mai provato.

Le poche volte che piango sono quando sono al limite della sopportazione che, per una ragazza di 25 anni, non è il massimo, ma si va avanti.

Si va avanti per le telecamere.

Si va avanti perché quella domanda non venga posta.

Si va avanti per far stare bene gli altri, quando mentalmente vorremo solo urlare.

Ma non si può.

Non si può perché farebbe troppo rumore e disturberebbe gli altri.

Allora... com'è che bisogna veramente andare avanti?

🦋

«Ma è possibile che questo cavolo di vestito non chiude?» Roteo gli occhi al cielo, trattenendo una risata

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«Ma è possibile che questo cavolo di vestito non chiude?» Roteo gli occhi al cielo, trattenendo una risata.

Mi giro verso la figura della mia migliore amica, intenta a cercare di chiudere un vestito di due taglie più piccole.

«Non pensi che te ne serva un'altro? Magari... leggermente più grande?» Spalanca gli occhi.

«Stai dicendo che sono
ingrassata?»

«No, sto dicendo che quella cosa io la indossavo quando avevo 11 anni.» Sbuffa.

«Sai che ho ragione, Ally.»
Annuisce, anche se combattuta.

«Me ne presti uno?» Rido e le indico l'armadio.

«Veloce che facciamo tardi.» Dico, dopo essermi chiusa la porta della mia camera alle spalle.

Inizio a scendere i gradini della scalinata, per andare al piano di sotto, e mi guardo intorno.

I miei genitori hanno organizzato tutto nei minimi dettagli, devo dire.

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