È possibile non sentirsi in grado di provare nulla?
È possibile vivere di costante competizione?
È possibile disprezzare ma senza conoscere?
Beh, la generazione di oggi lo fa sempre quindi suppongo di sì.
Questo è quello che pensa Hazel Anne Turner...
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Questi ultimi due giorni sono stati veramente duri.
Dopo ciò che è successo ad Erika, mi sono impegnata per stare a casa il maggior tempo possibile.
Non voglio assolutamente che si senta sola e non oso neanche immaginare come debba stare adesso.
Però, è stato necessario.
Non credo che lei si fidi di me a tal punto da raccontarmi tutto ciò che quel mostro le ha fatto ma, suppongo, che si fidi abbastanza da assecondarmi.
Megan mi sta aiutando, parlandole di tanto in tanto, convincendola a svolgere delle attività insieme e chi più ne ha più ne metta.
So che ci sono molte situazioni, come questa, in cui le vittime di violenza non vogliono neanche avvicinarsi agli altri ma penso anche che lei sappia di aver bisogno di aiuto.
Non la conosco bene ma una cosa la so per certo: dev'essere una ragazza molto forte, per aver sopportato tutte quelle deplorevoli azioni e star cercando comunque di andare avanti.
Travis viene ogni pomeriggio per parlare con lei e darmi ulteriori indicazioni per comportarmi al meglio.
Non avrei mai pensato che saremmo riusciti ad andare un minimo d'accordo, dopo tutto ciò.
Invece, è successo.
Gli insulti continuano e le occhiatacce, da parte mia, anche ma va bene così.
Un miglioramento c'è stato.
«Sembri molto stanca. Hai smesso di lavorare tardi, ieri?» Stamattina ho deciso comunque di andare in università perché questo mese sta finendo e ho bisogno di dare ancora molti esami.
Nonostante ciò, riesco a tenermi i pomeriggi liberi.
Per come posso.
«Ieri c'era molta più gente del solito perché Cole Bennet ha deciso di invitare alcuni dei suoi amici nel locale, senza dirlo ai collaboratori. Sono rimasta lì fino alla 02:00 del mattino.» Risponde, Leila, sbadigliando.
