CAPITOLO 14.

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Continua a respirare perché domani sarà un nuovo giorno

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Continua a respirare perché domani sarà un nuovo giorno.

Queste erano le parole che mi diceva sempre la zia, quando stavo male.

Quando non volevo più alzarmi dal letto, per una motivo o per un altro, quando sorridere era diventato troppo difficile e le occhiaie maggiormente pronunciate, mi diceva questo.

Continua a respirare perché domani sarà un nuovo giorno, è la frase che ho tatuato il giorno dei miei diciotto anni, quando la zia era ammalata già da un po'.

Ho deciso di incidere questa scritta sulla mia pelle, di preciso sulla colonna vertebrale, perché, semmai un giorno dovessi dimenticarmi di queste parole, saprò di portarle sempre con me, sia nel cuore che sulla pelle.

Così ho fatto.

Ho continuato a respirare, ad aprire gli occhi e a sforzarmi di alzarmi dal letto quelle mattine in cui avrei solo voluto sprofondare in un vuoto senza fine perché mia zia non mi ha mai dato un consiglio sbagliato, nemmeno uno. Ha sempre saputo cosa era meglio per me, ancora prima di saperlo io, e gliene sarò grata per sempre.

Ogni giorno il rituale è sempre lo stesso.

Mi alzo dal letto, mi lavo e osservo la scritta nera in corsivo, perché anche quel giorno ha avuto ragione.

Quando mi sono innamorata la prima volta per poi versare tutte le lacrime che avevo in corpo perché ero stata tradita, stavolta nel vero senso della parola.

Ero talmente innamorata di quel ragazzo che avevo pensato anche di cambiare liceo, per evitare di incontrarlo con la sua nuova ragazza.

Poi la zia è venuta a bussare alla mia porta e mi ha trovata stesa sul letto, con il mascara colato.

Ancora una volta.

Si è seduta accanto a me e non ha detto nulla.

Ancora una volta.

Non mi ha obbligata a parlare e non ha fatto domande fuori luogo.

Ancora una volta.

Mi ha semplicemente preso la mano e ne ha baciato il dorso, cullandomi con la sua presenza armoniosa.

Ancora una volta.

Ricordo i suoi lunghi capelli castani, più chiari dei miei ma comunque di quel colore.

Credo sia lo stesso di Megan, mia sorella.

È stato lì che, per la prima volta, mi ha sussurrato quelle parole, come se fossero un segreto non udibile a chiunque.

Come se solo e soltanto io avessi dovuto farne tesoro, come se lei avesse saputo prima che sarebbe successo qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita per sempre.

Quindi eccomi qui.

Ho ventisei anni, vivo ancora con i miei genitori, sto per laurearmi per la seconda volta, ho più fratture nel cuore che nei sulla pelle ma sono ancora qui perché non ho mai smesso di pensare al domani.

MagneticWhere stories live. Discover now