CAPITOLO 17.

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Scusate per l'attesa🩷

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La solita suoneria del telefono mi porta a svegliarmi ma, quando alzo la mano alla mia destra verso il mio comodino, noto che c'è qualcosa che non va

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La solita suoneria del telefono mi porta a svegliarmi ma, quando alzo la mano alla mia destra verso il mio comodino, noto che c'è qualcosa che non va.

Il cellulare continua e la mia mano non riesce a trovarlo, portandomi ad alzare il capo e guardarmi intorno.

«Dove cazzo...» Abbasso il capo e vedo che sono avvolta da delle coperte, in una stanza che non conosco e mobili che non mi appartengono.

Balzo giù dal letto e quasi inciampo, per la velocità che ci ho messo.

Il cellulare ha smesso di squillare ma, adesso che mi guardo bene, noto che sono vestita esattamente come ieri.

Mi tasto le tasche dei pantaloni e finalmente lo trovo.

È scarichissimo, manca solo il 10% perché si chiuda, ma non desisto e guardo il nome della chiamata persa.

Allison.

D'istinto mi porto una mano sulla fronte e chiudo gli occhi.

Oggi è il suo compleanno.

Oggi, 4 Novembre, compie 26 anni, Allison Harries.

Ed io me lo sono dimenticata.

Prima che possa schiacciare l'icona e richiamarla, il bussare della porta mi distrae.

«Posso entrare?» Di male in peggio.

Cosa diamine ci fa Travis, qui?

Quando vedo la maniglia abbassarsi, corro e la tengo ferma.

«Hazel? Stai bene?»

Coraggio, Hazel, parla.

«Sì, cioè no, o meglio... sì ma non puoi entrare.» Il minuto di silenzio, in cui nessuno dei due parla, mi fa sperare che se ne sia andato.

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