2. La campionessa scomparsa

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2 anni dopo

Quel giorno mi portarono d'urgenza in sala operatoria e quando mi svegliai la mia vita non era più la stessa.
Mi dovettero amputare la gamba destra, da sotto il ginocchio in giù. Mi spiegarono che la macchina al momento dello schianto si era accartocciata su se stessa, il cofano era rientrato schiacciandomi la gamba.

Lo stesso giorno dovetti abbandonare l'idea di diventare una vera e propria campionessa di tennis.

Sui giornali in quel periodo non si leggeva altro se non della mia scomparsa, il mio nome non comparse nelle pagine di giornale che parlavano dell'incidente.
Prima si scomparire del tutto scrissi un ultimo post su instagram, dicendo di stare bene, ma di voler prendermi una pausa da tutto.

Ora ero qui, in un paesino sperduto in mezzo alle montagne dell'Alto Adige, a Brunico precisamente.
Questo posto mi metteva calma e tranquillità, un luogo incontaminato.
Inizialmente feci fatica ad ambientarmi, ma grazie al mio diploma al liceo linguistico e la mia laurea in mediazione in lingua tedesca, potei partire avvantaggiata.
Lavoravo per una piccola società di Tennis, allenavo perlopiù bambini e ragazzi, che poi una volta raggiunti alti livelli li affidavo a chi fino a due anni prima mi aveva cresciuta.

-No, non così- urlai. -la battuta come te l'ho insegnata, così la devi fare- dissi andando da Lea, una ragazza di 15 anni.
-l'ho fatta come ti ho detto, senti Amelia, sinceramente non  voglio più continuare- disse.
-perchè?- chiesi. -dai andiamo a prenderci un the caldo, così me ne parli- continuai.
-va bene- disse calando la testa verso il basso.

Andammo a sederci in un tavolo del bar di fronte ai campi da tennis.

-adesso puoi spiegarmi perchè?- chiesi
-non ce la faccio, so che se continuassi fallirei in tutto e poi guardati, tu eri una campionessa ed ora sei qui in mezzo al nulla- disse.
-e tu come fai a saperlo?- chiesi.
-esiste internet, prometto di non dire niente, ma perchè, perchè non hai continuato?- chiese.
-non l'ho mai detto a nessuno, non sono mai stata pronta a dichiararlo, magari un giorno lo scoprirai, ma è successa una cosa due anni fa ed ora non posso più fare ciò che mi piace- risposi.
-è per colpa del tennis?-  chiese
-no no, assolutamente no. Io alla tua età la pensavo allo stesso modo, avevo paura di non farcela, poi hai visto dove sono arrivata.- risposi.
-si e poi? Ti sei ritirata- rispose.
-ma non per quello- dichiarai -non perché ero arrivata seconda- continuai. -tu ce la farai, sei una ragazza forte, so che tu ce la metterai tutta.- dissi
-se ce la facessi, tu verresti con me?- chiese.
-si- risposi di getto.
-saresti disposta a uscire allo scoperto?- chiese entusiasta.
-non del tutto ma si, verrei alle partite come tua allenatrice, ma con cappello, occhiali da sole e un altro nome- risposi.
-ho non sei pronta a uscire proprio del tutto- rispose pei comprensiva.
-si giusto, dai per oggi finiamo qui, vai a cambiarti e torna a casa, ci vediamo domani?- chiesi.
-certo, grazie Amelia- rispose.

Si alzò dal suo posto, mi abbracciò e poi andò via.
Restai da sola con la tazza di the caldo in mano, sorrisi malinconica.

-hey- disse una voce maschile. Alzai lo sguardo, ma subito dopo lo abbassai nuovamente. -piacere sono...- non lo feci finire di parlare.
-Jannik Sinner, il trionfante ragazzo di Sesto- risposi al tuo posto.
-e tu Amelia Martini, la campionessa scomparsa- rispose, alzai il viso di scatto. -guarda che non ci vuole un genio per riconoscerti- continuò ovvio.
-cosa vuoi?- chiesi un po' fredda.
-niente, ero passato per salutare il mio vecchio allenatore, poi un po' per sbaglio ho ascoltato la tua conversazione. Sai sei stata molto convincente con questa storia di farla continuare- rispose
-stai cercando di dirmi qualcosa?- chiesi.
-no, ho visto la tua determinazione, ma non capisco come tu non abbia continuato dopo gli Australian Open- abbassai lo sguardo.
-ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese
-no, è che tutti continuano a chiedermelo, ma cavolo, io volevo continuare, ma sono impossibilitata.- risposi. -non so neanche perchè ne sto parlando con te- presi le mie cose e me ne andai.

Era un discorso difficile, dal quale continuavo a scappare per paura della verità.

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now