6. Stampa

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Il giorno dopo partii per andare a Verona.
Appena arrivata a casa venni travolta dai flash delle macchine fotografiche.

-Amelia, perchè è sparita per così tanto tempo?-
-cosa c'è tra lei e Sinner?-
-perchè si è ritirata?-

Venni assalita dai giornalisti.

-prima di tutto scusate se sarò rude, ma postarsi dinanzi casa dei miei genitori è da maleducati, altri maleducati perchè si sono appostati sotto casa mia e hanno cominciato a suonare il mio campanello, dopo aver seguito Jannik dal campo di tennis di Brunico.- dissi inizialmente. -ora uno alla volta potete fare domande, ma dopo vi prego di andare-
-penso che tutti vogliano sapere perchè se n'è andata dal mondo del tennis- disse una giornalista.
-ecco, non è stato per colpa della partita persa alle finali degli Australian Open, è successa una cosa, che per ora non voglio raccontare, che ha costretto al ritiro- risposi.
-è per lasciare spazio di scena a Jannik Sinner?- chiese un altro giornalista.
-no, ovvio che no, due anni fa non ci conoscevamo, forse si lui conosceva me, ma io no.-
-come vi siete conosciuti?- chiesero.
-qualche mese fa è venuto a Brunico a salutare un suo vecchio allenatore, io ero al campo con una mia allieva, da quel giorno ha cominciato a rompermi le scatole, fin quando non gli diedi una possibilità.- dichiarai, bene, il piano era partito, la bomba era stata sganciata.

Da lontano vidi Michela che provava a raggiungermi.

-quindi state insieme?- chiese un'altra.
-si e siamo follemente innamorati- risposi facendo un finto sorriso.
-ti vedremo al gala a Monte Carlo ora che sei uscita di nuovo allo scoperto?- chiesero
-lo scoprirete- li diedi le spalle prendendo la mia valigia e insieme a Michela entrammo in casa dei miei genitori.

Mia madre aprì la porta, appena entrammo chiuse a chiave.
-ciao Manuela- disse Micky salutandola.
-buongiorno eh, hai combinato un casino- disse mia mamma rivolgendosi a me.
-ma cos'ho fatto?- chiesi.
-tutto questo è colpa tua. Tu non hai mai accettato di aver perso una gamba, non hai mai accettato di non poter più giocare e ora queste sono le conseguenze- disse arrabbiata.
-mamma- sussurrai con la voce spezzata, non potevo piangere, non davanti a lei.
-credo che sia stata un po' forte come affermazione- cercò di intervenire Michela.
-tu non centri, ora prego, poi andare, torna quando non avrai rimpianti.- rispose mia madre aprendo la porta.

Chinai la testa, forse era vero, non avevo accettato niente, ma forse quello non era il modo di dirlo.

Da quando ho fatto l'incidente mamma non era più l stessa, ma non lo ero più neanche io, papà invece cercava sempre di starmi affianco, mentre Federico non lo vedevo più se non per telefono e no, lui non sapeva niente. Faceva il Manager di una società molto importante in America, non ero mai andata a trovarlo e quando lui veniva in Italia ero sempre in giro per il mondo, fino a due anni fa. Poi restai permanentemente a Brunico e non andai mai a salutarlo quando tornava in Italia.

-Micky, voglio andare a casa- dissi aprendo la mia macchina.
-e invece no, dovresti affrontare una volta per tutte tua mamma.- disse incrociando le braccia.
-sono due anni che ripete sempre la stessa pappardella... avrei preferito che...- non continuai la frase.
-non dirlo nemmeno per scherzo Amelia- disse intuendo cosa volessi dire.
-se fossi morta a quest'ora non avrei dovuto subire tutto questo- risposi con le lacrime che rigavano le mie guance. -sarebbe stato più facile per tutti, io non avrei avuto questo problema, i miei genitori non avrebbero dovuto subire tutto questo, Jannik non sarebbe finito in questo casino e tu non avresti questo peso addosso- continuai.
-no, io non ce l'avrei fatta senza di te, come anche i tuoi genitori, tuo fratello, che non sa niente e glielo dovresti dire.- cercò di asciugarmi le lacrime. -ora tu stacchi da tutto, andiamo al ristorante, anzi andiamo al sushi, mangiamo in tranquillità come ai vecchi tempi e poi vai andiamo a casa tua e mi spieghi cos'è questa storia con Jannik Sinner.- rispose.
-va bene- annuii.

E così andammo a mangiare, come ai vecchi tempi, come se questi ultimi due anni non fossero mai esistiti.

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now