19. Sesto

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Il giorno dopo mi sveglia presto a causa di alcuni rumori provenienti dalla cucina.
Mi alzai dal letto ricordandomi di dover mettere la protesi per non farmi vedere da Jannik senza.

-che stai combinando?- chiesi a bassa voce.
-okay, ripeti con calma perchè non ho capito- rispose.
-ma cosa?- poi vidi che aveva le cuffiette alle orecchie, cosí mi sedetti sul divano a fissare la sua schiena nuda mentre era indaffarato a preparare chissà che cosa.
-aspetta papà, ora che devo mettere?- chiese -oh giusto il latte-

Fece un miscuglio poi ne versò un po' in una padella.

-eh com'è papà, lei è perfetta, ti rallegra sempre. È bello averla a casa, magari va male l'allenamento, ma appena torno a casa c'è lei e tutto passa.- sorrisi
-è complicato papà, lo so. Anche con la mamma era così all'inizio?- chiese

Ad un certo punto sentii odore di bruciato, così scattai in piedi e mi catapultai ai fornelli.

Girai immediatamente il pancake ormai carbonizzato e in quel momento vidi che era in videochiamata.

-buongiorno- dissi -ho sentito odore di bruciato, volevo salvare la mia casa- mi giustificai cercando di non dare retta alla videochiamata che stava facendo con suo padre.

Aprii la kappa e anche le finestre per far arieggiare e far togliere quell'odore.

-a dopo, ciao.- disse Jannik. -ti giuro Amelia doveva essere una sorpresa, non volevo bruciare niente- dichiarò.
-fa niente, qui ci penso io, per la mia e la tua incolumità, vai a prepararti intanto.- risposi ridendo.

Feci tutto l'impasto, poi presi i pancake, li misi sul tavolo insieme a varie creme e poi misi a fare il caffè.

Ci mettemmo entrambi a tavola e degustammo la colazione.

-dai sono stato bravo- disse
-scusami? Li stavi bruciando- contestai.
-si dai, bava anche te.- disse

Gli lancia un tovagliolo.
Quando finimmo la colazione lavammo i piatti e i bicchieri e poi andai a preparami.

Mi vestii in modo comodo, ma comunque presentabile.

Oggi saremo andati a Sesto e avrei conosciuto i genitori del mio finto fidanzato.
Non sapevo cosa fare, in quanto non avevamo mai accordato un vero copione, però da ieri a questa parte le cose erano un po' cambiate, magari sarà stato il bacio, magari sarà stata la voglia di raccontargli le cose che mi sono successe ma il coraggio mancato Che mi ha fatto scappare.

-tutto ok?- chiese vedendomi in balia dei miei pensieri.
-sì tutto a posto, è che non so come comportarmi di fronte ai tuoi- risposi un po' incerta.
-si te stessa come sempre fatto, poi stamattina non hai visto mio padre?- chiese
-ehm no, perché avrei dovuto?-chiesi retorica
-era in video chiamata a con me quando stavo facendo i pancake pensavo l'avessi visto- rispose.
-non mi ero proprio accorta scusa, ero intenta a non far bruciare la mia cucina per colpa tua- dissi ridendo.
-quanto me lo farai pesare? Non l'ho fatto apposta sono un po' maldestro in cucina- rispose con tono da cane bastonato, per poi ridere.

Continuiamo il nostro viaggio in modo silenzioso, la durata era poca in quanto Brunico e Sesto erano poca distanza tra loro. Nonostante ciò non c'era imbarazzo, non avevamo ancora parlato del bacio e non avevamo ancora parlato del mio comportamento durante la visione del film.

Arrivati a Sesto Jannik parcheggiò la macchina, scesi con molta tranquillità e aspettai che scendesse anche lui prima di entrare dentro l'albergo dei suoi genitori.

-è stupendo-constatai
-hanno fatto tanti sacrifici per renderlo così adesso- rispose prima di entrare con me mano nella mano. -aspettami qui arrivo fra un attimo- rispose indicandomi dei divanetti, così mi sedetti e lo aspettai.

Vedi una signora bionda avvicinarsi a me, si sedette al mio fianco e mi guardò incessantemente.

-cosa ci fa una ragazza tutta qui sola?- chiese
-ehm il mio fidanzato mi ha detto di aspettarlo qui, in quanto tornava fra poco- risposi
-capisco e tu ami il tuo ragazzo?- chiese

Non sapevo perché quella domanda, era una domanda abbastanza intima da chiedere a una persona sconosciuta e io non sapevo come rispondere.
Non amavo Jannik, o meglio non sapevo se mi piacesse, in fin dei conti era tutto finto no? E ama era una parola grossa.

-non saprei che risponderle, è un po' intima come domanda. Lui con me è gentile, mi rispetta, sa quali sono i miei spazi, capisce quando non sono dell'umore per parlare e non so mi fa sentire bene- mi sposi sorridendo
-sembri me e primi anni con mio marito, hai gli occhi innamorati quindi cara se vuoi una risposta alla mia domanda è sì, sei innamorata.- rispose ovvia la signora.

Non lo credevo possibile, ci conoscevamo appena sapeva un po' con uno dell'altra in più io avevo quel piccolo segreto che non gli avrei mai raccontato o che comunque non gli avrei mai raccontato ora.

-non posso definirlo amore, c'è qualcosa che mi ostacola a provarlo e penso che anche per lui sia lo stesso.- dichiarai non sapendo come prenderla.
-cara, ci sono tanti ostacoli sull'amore ma con la persona giusta si riescono a superare, tante persone ostacolo l'amore, tante cause, tanti lavori e tante famiglie cercano di ostacolare l'amore dei propri figli.- risposa prendendomi la mano
-quest'ultimo lo conosco benissimo ma non solo l'amore per un'altra persona l'amore per lo sport l'amore per la vita l'amore eterno tutto questo mi hanno ostacolato, ma non tanto mio padre, lui c'è sempre stato, ma più mia madre, lei mi voleva morta. sa un po' di tempo fa, ormai due anni fa ho fatto un incidente non ne sono uscita come prima, ho perso la possibilità di continuare a giocare giocare a tennis, per cause di forza maggiore. Mio padre mi è stato accanto, mia madre il primo giorno è venuta in ospedale mi ha portato le mie cose e se ne andata, l'ho incominciato a sentire sempre meno poi un po' di tempo fa sono andata a casa sua e mi ha detto che era veramente se moriva in quell'incidente avrei lasciato la vita più serena tutti quanti, e forse aveva ragione.- risposi cercando di trattenere le lacrime.
-non dire certe cose ora hai un ragazzo che ti ama, è una famiglia da costruirti penso in futuro- glisse col suo accento tedesco.
-grazie- risposi sorridendo appena.

Mi guardo con gli occhi con cui una madre dovrebbe guardare propri figli e sorride aspetta un altro po' il rosso, ma di lui neanche la traccia.
La signora ha senso dai divanetti dicendomi che devo andare a cercare suo figlio che era appena arrivato e che non lo vedeva da tanto tempo.
La ringraziai e continuare ad aspettare il mio finto fidanzato su quei divanetti.

Dopo cinque minuti buoni arrivò.

-dai andiamo a pranzo, poi conoscerai i miei genitori e mio fratello- mi portò nella sala da pranzo aveva fatto riservare un tavolo per noi due.

Mangiamo con tranquillità, i piatti di suo padre erano strepitosi. Non avevano mai mangiato piatti così buoni.

Purtroppo per lui Jannik non aveva preso la passione per la cucina, bastava vedere cosa avesse fatto oggi a casa mia.

Dopo pranzo ci mettemmo nel bar dell'albergo e aspettiamo lì suoi genitori che poco dopo arrivarono. Li riconobbi la signora di prima, non potevo crederci, avevo parlato per cinque minuti abbondanti con sua madre senza saperlo.le avevo detto pure che molto probabilmente non erano innamorata, che stupida.

POV JANNIK
Viene mia madre fare una faccia strana, quasi quasi sorpresa.non credo avesse mai visto Amelia prima d'ora, ma sembrava conoscerla.

-mamma papà lei è Amelia la mia ragazza- disse presentandola a loro.
-piacere signori- di essere la mia ragazza
-o chiamami pure Siglinde, dopotutto abbiamo parlato anche prima no?- disse mia madre
-io sono Hanspeter-le porse la mano mio padre
-signore i suoi piatti erano fantastici complimenti complimenti veramente- lo lusingò Amelia -non posso dire lo stesso di vostro figlio, stamattina mi stava incendiando la cucina-continuò ridendo.

Quanto era bello quando sorrideva

-ooh andiamo, è stato una svista, non l'avevo fatto apposta-

E così dopo la mia affermazione cominciamo a chiacchierare tranquillamente. I miei genitori furono poco invasivi, chiesero ben poco della sua vita e altrettanto della nostra relazione. Ora toccava solo conoscere i genitori Amelia e farle la sorpresa, sperando fosse andato  tutto per il verso giusto.

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now