25. Complici

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POV JANNIK

Ero nervoso mentre aspettavo l'arrivo di Amelia. Avevo pianificato un allenamento speciale per lei, ma non sapevo come avrebbe reagito alla mia proposta. Quando finalmente la vidi entrare dalla porta, il mio cuore balzò nel petto.

-Hey- disse con voce incerta, lasciando la frase in sospeso mentre tiravo fuori una racchetta.

-Ciao- risposi, cercando di mantenere la calma.
-Non so come tu possa prendere questa proposta, ma...- Le parole mi morirono in gola mentre tiravo fuori una seconda racchetta.

-Jannik, io non posso correre, con questa protesi non posso- disse con ovvia delusione nella voce.

-Ma infatti non lo farai da in piedi- risposi, cercando di spiegare il mio piano. -Siccome non hai mai avuto un piano B...- presi la sedia a rotelle e gliela mostrai.

Amelia alzò un sopracciglio, visibilmente sorpresa dalla mia mossa. Non potevo biasimarla; non era esattamente ciò che ci si aspetta da un allenamento.

-Tu sei pazzo, non ci penso neanche- tagliò corto Amelia, evidentemente non convinta.

-Siccome non hai mai avuto un piano B- ripresi, ignorando la sua interruzione, -ho pensato che potremmo fare qualcosa di diverso. E ho già tutto pronto per te.-

Amelia sembrava ancora titubante, ma qualcosa nella sua espressione mi fece sperare che stesse iniziando a comprendere il mio intento.

-D'accordo- disse infine, e sentii un misto di sollievo e soddisfazione. -Facciamolo.-

Con un sorriso, aiutai Amelia a sedersi sulla sedia a rotelle, assicurandomi che fosse comoda. Poi mi posizionai dietro di lei, pronto a spingerla verso il campo.
Poi le spiegai il piano: un allenamento di passaggio e precisione. Volevo che si sentisse parte attiva del processo, nonostante le sue limitazioni fisiche.

-come diavolo si muove sta cosa- disse non capendo come far muovere la carrozzina. -ah okay forse ci sono- rispose

Cominciai a ridere.

-non ridere, vorrei vedere te nella mia situazione- disse puntandomi la racchetta contro.
-va bene, scusa mia signora- dissi continuando a ridere.

Cominciammo a fare un po' di dritti e rovesci.
Amelia si sbilanciò troppo per cercare di prendere la pallina.

-oh oh oh- disse prima di cadere per terra.

Andai subito da lei.

-sembri un salame- dissi prendendola un po' in giro.
-e tu una carota- controbatté lei.
-penso che questo allenamento possa finire qua- dichiarò mentre l'aiutavo ad alzarsi.
-nonostante questo piccolo intoppo sei stata fantastica- dissi sinceramente. -Hai dimostrato una determinazione e una forza d'animo incredibili. Sei un vero talento.-

Vedere il suo sorriso timido mi riempì di gioia.

-Grazie- disse con modestia. -Non sarei riuscita a farlo senza il tuo aiuto.-

Le mie parole sembrarono toccarla, e quel momento di connessione mi fece capire che eravamo destinati a fare grandi cose insieme.

Sapevo che, con Amelia al mio fianco, avremmo potuto affrontare qualsiasi sfida ci attendesse.

Il tempo trascorreva rapidamente mentre continuavamo ad allenarci .

Mentre eravamo seduti in un bar dopo un intenso allenamento, Amelia mi guardò con un'espressione seria.

-Jannik, c'è qualcosa che devo dirti- disse, la sua voce grave.

Alzai un sopracciglio, preoccupato da ciò che stava per dire. -Cosa succede? Tutto va bene?-

Lei annuì lentamente.

-vorrei uscire allo scoperto, del tutto- dichiarò. -ho passato troppo tempo a nascondermi e non ce la faccio più-
-lo fai perchè lo vuoi tu, oppure come vendetta contro tua madre?- chiesi.
-per me stessa, perché voglio riprendere in mano le redini della mia vita.- rispose.
-sono fiero di te Amelia, e non sto scherzando.- risposi prima di alzarmi per abbracciarla.

Prima di andare a casa passammo a prendere Lea a scuola.

POV AMELIA

-fermo fermo fermo- dissi a Jannik facendolo fermare a pochi metri di distanza dalla scuola.
-ma quello è...- cominciò.
-Alcaraz- finii la frase. -cosa ci fa con lui? Tu sapevi qualcosa?- gli chiesi guardandolo.

Si incamminarono verso non so dove.

-seguili- dissi.
-ma che- non lo feci finire.
-zitto e seguili.-
-ma io avrei un'idea migliore- rispose lui.

Prese in mano il telefono e chiamò Carlos.

-hey Jannik- rispose.
-ciao Carlos, ti dispiace se fra 10 minuti vengo a casa tua per due chiacchiere?- chiese Jannik.
-ehm io...- cominciò a balbettare.
-ah ho capito, sei con una ragazza.- rispose.
-ehm si, poi ti racconto-
-e perchè non me lo raccontate ora?- chiesi io prendendo il telefono di Jannik in mano.
-oh ciao Amelia-
-non fare il finto tonto, sta attento con Lea, se le fai qualcosa ti taglio le braccia- lo vidi irrigidirsi dalla macchina. -ti tengo d'occhio- continuai chiudendo la chiamata.

Jannik mi guardò non capendo quale fosse l'emozione che mi percorreva nel sangue.

-okay, possiamo andare.- dissi guardandolo.
-Carlos è un bravo ragazzo- cominciò a dire.
-tutti lo sono fin quando non spezzano i cuori- risposi.
-ti hanno spezzato il cuore?- chiese
-l'ho spezzato io- risposi secca.

Avrei voluto parlargli di Andrea, ma era ancora un tasto molto dolente, non sapevo neanche io se l'avessi superato o meno.

SPAZIO AUTRICE

HEY, buona sera/notte.
Come state? Spero tutto bene.

Come si evolverà la storia tra Amelia e Jannik?

Chi è questo Andrea?

Lo scoprirete tra poco.
Ci vediamo al prossimo capitolo
KISS KISS

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now