12. Per lei

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27 marzo 2023

Quella stessa sera, dopo che Jannik ebbe visto il messaggio mi chiamò.
Parlammo delle nostre giornate e degli allenamenti che lui avrebbe dovuto affrontare.

Dopo quella chiamata cominciammo a sentirci tutti i giorni, come due amici che non si sentivano da anni.

Oggi c'era stata la gara, che io e Lea avevamo visto e anche questa volta Jannik aveva vinto, arrivando così l'indomani agli ottavi di finale contro il russo Rublev.

Ero nel letto mentre leggevo un libro, quando mi arrivò una sua telefonata.

-disturbo?- chiese appena comparve sul mio schermo.
-no, stavo solo leggendo- risposi.
-per fortuna non ho sbagliato orario, avevo il terrore che ti stessi chiamando in notte fonda.- dichiarò.
-a dir la verità qui sono quasi le una di notte, Lea è a dormire già da un po' mentre io non riesco a prendere sonno- gli risposi.
-come mai?- chiese
-no niente- risposi schivando il discorso.

Più si avvicinava il Gala, più ero agitata.

-comunque sei stato fantastico oggi- continuai complimentandomi.
-grazie, credo che tu mi stia facendo da porta fortuna- rispose.
-nah, non credo, eri molto bravo anche prima di conoscermi- dissi.
-anche tu eri brava, anzi bravissima- rispose.
-si ma ora stiamo parlando di te, non di me- ribattei.
-un giorno vorrei allenarmi con te, sai, vedere cosa si prova a vincere contro una campionessa- dichiarò.
-o a perdere- risposi sorridendo.
-quindi è un si?- chiese speranzoso.
-non lo so, per ora non me la sento- dichiarai.
-va bene- rispose

Chiacchierammo quasi un'oretta, poi ai primi sbadigli e agli accenno di sonno decidemmo di chiudere la chiamata.

-ti lascio andare a dormire che sei parecchio stanca- disse.
-va bene, allora buona notte Jannik e Ich drück' dir die Daumen! (Terrò le dita incrociate per te!)- dissi.
-grazie Amelia e buona notte anche a te- rispose prima di scomparire dal mio schermo.

POV JANNIK

Questi giorni erano difficili, le partite, gli allenamenti e le visite fisiche erano molteplici.
Il tempo per pensare a me stesso era veramente poco, fortunatamente con me c'era tutto il mio staff e tutti gli altri miei colleghi, con cui condividevo pranzi, cene e colazioni, oltre ad un sacco di chiacchiere.

In molti mi chiesero della mia relazioni con Amelia e così cercavo di rispondere il più neutro possibile, certo non era vera, ma le cose che raccontavo si.

Raccontavo della nostra routine, io che andavo ad allenarmi dopo aver accompagnato Lea a scuola, quando tornavo a casa con i pasti pronti, le chiacchierate sul divano a notte fonda, il nostro guardare la tv senza proferire parola e i nostri lunghi discorsi sulla vita a Monaco.

Istintivamente ogni volta mi veniva da sorridere, erano bei ricordi, come era bello tornare a casa e trovare qualcuno lì ad aspettarmi.

-tutta questo miele, tutto questo amore, mamma mia amico, fattelo dire sei proprio innamorato- mi disse Carlo.

Non ero innamorato, fingevo di esserlo e a quanto pare ero anche abbastanza bravo.

-ehm grazie- risposi non sapendo cosa dire.
-non fare l'imbarazzato, ho sentito la tua chiamata con la tua dolce metà- rispose sbrigativo.
-lo sai che ascoltare conversazioni altrui è reato- gli chiesi.
-e anche utilizzare il VPN impostato su un altro Paese lo è, ma io non dico niente- rispose lui alzando le spalle.
-hai sempre una risposta pronta vedo- dissi.
-ho il sangue spagnolo che circola nelle vene, ricordatelo- rispose con fare beffardo.
-questo non lo nego- risposi.

Dopo questa conversazione ci separammo per raggiungere i nostri rispettivi team.

Prima di tutto parla dalle partita del giorno successivo e poi delle mie ottime prestazioni in campo.

Avevo preso un certo feeling con il campo, mi sentivo bene, a mio agio.
Avevo buone probabilità di vincita, se avessi continuato con questo andamento, avrei potuto pensare di arrivare in finale e magari anche di vincerla.
Questa per ora rimaneva ancora un sogno.

Volevo vincere, volevo vincere per tutti i sacrifici che avevano fatto i miei genitori, per tutti i sacrifici che avevo dovuto fare io, per i miei tifosi, per il mio team, anche per Lea che stravedeva per me e anche un po' per Amelia.

Volevo farla riavvicinare a uno sport dal quale era fuggita, volevo portarla con me sul gradino più alto. Volevo cercare di riscattare quella sconfitta ricevuta circa due anni prima.
Lo volevo fare anche per lei.

SPAZIO AUTRICE

Hola buona sera, come va?

Spero che la storia vi stia piacendo.

Chissà cosa potrebbe succedere in futuro ai due protagonisti.

Vi lascio con il dubbio.

KISS KISS

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now