16. Il Gala

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Mi chiedevo se valesse davvero la pena sacrificare la mia autenticità per un'illusione di amore. Jannik inconsapevolmente era diventato il riflesso della mia paura di essere giudicata, di essere dimenticata senza lasciare traccia. Avevo paura che, alla fine di questa messinscena, non ci sarebbe stato più nulla di me da recuperare.

Feci un bel respiro prima di infilare il vestito, che per fortuna aveva la zip laterale, in modo tale da non dover far fatica.
Mi piastrai i capelli, facendo delle onde morbide, portai i ciuffi dietro le orecchie fissandole con delle forcine.

Avevo fatto un leggero trucco marroncino che faceva risaltare i miei occhi azzurri, misi un filo di mascara e un rossetto nude.
Successivamente misi degli orecchini oro pendenti e poi infilai le converse nere alte, prima andare sul divano.

Aprii la porta e nello stesso momento la porta della camera di Jannik si aprii, mostrando non il soliti ragazzo casual, ma in smoking.

Ci guardammo per un tempo indefinito.

-sei... sei bellissima- dichiarò lui a bocca aperta.
-anche tu stai bene- risposi.

Indossavo un vestito nero monospalla di Versace con una spilla oro sulla spalla e una cinturina ad anelli oro in vita.

Ci incamminammo verso il salotto aspettando Lea.

Quando anche lei fu pronta andammo in macchina e ci avviammo verso la Salle des Étoiles, dove si sarebbe svolto l'evento.

Fuori dall'ingresso c'erano un sacco di fotografi.

Jannik fermò la macchina dinanzi al tappeto rosso che ci avrebbe condotti all'interno.

-pronte?- chiese
-si- rispose Lea, mentre io non dissi niente.

Si girò verso di me, mi prese la mano e mi guardò negli occhi.

-pronta?- chiese.
-ce la posso fare- risposi stringendogliela.

Uscì dalla macchina dando le chiavi ad un ragazzo poi raggiunse prima lo sportello di Lea e successivamente il mio.

Allungò la sua mano e pian piano scesi.
I flash cominciarono ad accecarmi, era una sensazione strana tornare in campo dopo due anni di assoluto silenzio.

-Amelia, Jannik di qua- ci chiamarono.
-Amelia, Amelia- continuarono altri.
-Jannik un sorriso?- chiesero alcuni.

Facemmo qualche foto tutti e tre insieme, poi vedemmo Lea allontanarsi un po' sorridendo, la guardai non capendo.

-vi lascio la scena- rispose sussurrando per non farsi sentire.

Si mise di lato cominciando a farci foto.

La mano di Jannik stringeva la mia vita, mentre la mia era appoggiata al suo petto.

-stai bene?- mi chiese all'orecchio.
-per ora si- dissi guardandolo negli occhi sorridendo.
-sicura? Sai ieri mi sono spaventato molto- disse
-è acqua passata, può succedere a chiunque- risposi prima di guardare verso i fotografi.

Sfoggiai quel sorriso che avrei dovuto tener su tutta la serata.
Mi guardai intorno, vedendo diverse miei ex colleghe che sul quel tappeto non lasciavano tracce di insicurezze, poi notai grandi tennisti come Djokovic, Alcaraz, Medvedev e molti altri.

Ritornai con lo sguardo su Jannik, che mi teneva come per proteggermi da tutto ciò.
Anche lui posò lo sguardo su di me e in quel momento cominciammo a ridere.

-Amelia, Jannik, ci regalate un bacio?- chiese una signora.
-si, vi prego- cominciarono a supplicarci.
-dobbiamo farlo per forza?- chiesi direttamente al ragazzo vicino a me.
-tu chiudi solo gli occhi- rispose.

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now