20. Insistere

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I genitori e il fratello di Jannik mi sembravano molto carini abbiamo chiacchierato tanto quel giorno, poi la sera siamo tornati a casa e lì è scoppiata la guerra.
Io non avevo per niente in intuito che forse la mamma di Jannik, certo a vederli si assomigliavano molto, ma di primo impatto no.

-me lo potevi dire che quella era tua mamma- dissi nervosa
-beh te l'ho presentata-rispose ovvio
-sì quello lo so, ma prima, quando mi avevi detto di aspettarti, lei è venuta da me ha incominciato a chiacchierare con me e mi ha chiesto se io ero innamorata di te.le ho palesemente detto davanti che non ti amo. E non sapevo neanche che fosse tua madre.- sbuffai rispondendo
-calmati, lo sai che è da poco che ci siamo fidanzati, avrà pensato che siano normale. Ma anche tu non potevi dire una bugia, stiamo mentendo da ormai tre mesi. Una bugia in più una bugia in meno cosa cambiava?- chiese
-beh cambia, non riesco a mentire con tutti. e poi tua madre mi ha trasmesso così tanta tranquillità che mi sentivo libera di dire almeno una piccola verità-dichiarai
-se andiamo a un velo su questo accaduto e domani sappi che ti porto in un posto speciale, però ci dobbiamo svegliare presto- dichiarò lui

Non fece altre domande, non capivo quale fosse il posto speciale.
Non credevo possibile fosse Verona, era la mia città natale, ma non la credevo così speciale.
Molto probabilmente era a Milano, li avevo una mia seconda famiglia, forse la mia vera famiglia. lì c'era Michela, il mio vecchio staff i miei vecchi alunni che oggi sono dei piccoli campioni.

Feci finta di non aver ascoltato quello che mi aveva detto e incominciava a preparare la cena.
Volevo parlare con lui ma non ne avevo il coraggio, mi sentivo bene con lui ma non a tal punto da raccontargli la mia vita.
Quella sera non lo feci io, lo fece lui, non so se era un modo per estorcere qualche informazione in più della mia vita personale, ma mi racconto di quand'era piccolo, di come fu difficile lasciare casa pochi anni e andare in un'altra città, sconosciuta e giocare a tennis.

-qual è stato il primo sport a cui ti sei appassionata?- chiese Jannik, cercando di estrapolare qualcosa dalla mia bocca.
-Hockey- risposi.
-e perchè poi tennis?-
-ero l'unica bambina della squadra e non mi facevano mai giocare alle partite, mentre tutte le altre facevano pattinaggio artistico, ma a me non piaceva. Così ho provato con il tennis e poi basta, ho continuato con quello- dichiarai.
-capito, e perchè ti sei allontanata dal tennis- chiese
-Jannik, smettila ti prego, non voglio dirlo, non sono ancora pronta- risposi sbuffando.

POV JANNIK

Lei era inconsapevole del fatto che sapessi in parte il perchè.
Sapevo della protesi alla gamba destra, ma non ne sapevo la causa.

-hai mai avuto fidanzati in passato?- chiesi.
-perchè ti interessa?- chiese lei disturbata da tutte le mie domande.
-per sapere un po' la vecchia vita della mia ragazza- dissi mettendo tra virgolette l'ultima parola.
-si, unorispose secca.
-e perchè è finita?-
-non ti interessa- rispose secca.
-okay ho capito, la smetto- mi arresi.

Volevo provare a capire il suo rapporto con i suoi genitori, ma niente, non riuscivo a farla parlare di niente. La vedevo solo più cupa

POV AMELIA

Aveva fatto la domanda più sbagliata al mondo. Aveva tirato fuori il discorso su Andrea, l'amore della mia vita, o almeno, lo era fino al giorno dell'incidente.

Ora era acqua passata, non ci pensavo più, ma Jannik aveva fatto esplodere una bomba ormai inesplosa da due anni.

-buona notte- risposi, alzandomi al divano.
-Amelia- mi afferrò il braccio e mi trovai sopra di lui a pochi centimetri dal suo viso.

Le sue mani raccolsero il mio viso, ci guardammo negli occhi.

-So che in questo momento attraversi un periodo difficile e che potresti sentirti giù, con molte scuse che ti circondano. Ma voglio che tu sappia che non ti lascio sola in questa lotta. Anche quando sembra che il mondo stia crollando intorno a te e che ogni passo avanti sia una battaglia, io sarò lì per te. Non c'è bisogno di spiegare o giustificare il tuo stato d'animo con me, perché ti accetto per chi sei, con tutte le tue sfumature. Sono qui per ascoltarti, per sostenerti e per aiutarti a superare qualsiasi cosa la vita ti metta davanti. Insieme possiamo trovare la forza di andare avanti e affrontare le sfide con coraggio.- mi disse.
-non sono stata abituata a dover dare spiegazione, in più in questo ultimo periodo sono sempre stata sola, non dovevo render conto a nessuno. Poi ti sei palesato tu e tutto è cambiato. E ti ringrazio per avermi offerto il tuo aiuto e non sai quando io sia grata di questo.- presi un grosso respiro. -non nego di aver paura ad aprirmi con qualcuno e ti prometto Jannik che prima o poi, se mi aspetterai, ti racconterò tutto- risposi sussurrando.
-sono pronto ad aspettarti Amelia, potrei aspettarti una vita, e lo farò fin quando avrai le forze di raccontarti a me- dichiarò.

Dopo la sua risposta rimanemmo in silenzio, si sentivano solo i nostri cuori battere in sintonia, i nostri respire che ci mescolavano tra loro e così presi iniziativa io e lo baciai con foga.

Gli alzai la maglietta togliendogliela e lui fece la stessa cosa, mi misi a cavalcioni sul di lui.
Mentre ci baciavamo incominciai a muovere il mio bacino, sentendo qualcosa farsi sempre più dura.

Presi coscienza di quello che stavamo facendo e mi staccai.

-scusa Jannik, ma non ce la faccio- risposi mettendomi in piedi.
-stai tranquilla, non c'è bisogno che tu ti scusi con me, è stato il momento giusto?- chiese alzando le spalle.
-si giusto, è stato il momento. Buon notte- dissi andando in camera mentre il mio cuore si stava spezzando poco per volta.

Heart To Heart - JANNIK SINNERWhere stories live. Discover now